Venerdì 10 febbraio dalle ore 19, nella sala comunale “Anna Frank” di via Mendola si è svolto un convegno dal titolo “Si potrà ancora dire mamma e papà?” organizzato dal movimento Pro vita e famiglia, a cui sono stati invitati diversi esponenti dell’estrema destra attualmente al Governo in Italia. Fra costoro ricordiamo almeno l’esponente del partito postfascista Fratelli d’Italia Marco Galateo (tale figuro difende talmente tanto la famiglia che si è fatto promotore di una legge che vorrebbe sfrattare dagli alloggi popolari tutte le famiglie che hanno al loro interno persone con comportamenti problematici che destano un nn meglio chiarito “allarme sociale”) e il deputato parlamentare europeo della Lega Matteo Gazzini. I relatori – tutti uomini – erano stati invitati a parlare della fantomatica ideologia Gender che a detta degli organizzatori starebbe “infettando ogni ambito del vivere sociale: scuola, media, istituzioni, web, legislazione”.
Dalla Lega a Fratelli d’Italia, dai Freiheitlichen alle sezioni locali dei movimenti antiabortisti, nella sala comunale si è discusso sostanzialmente della necessità di proseguire la battaglia contro i movimenti che si battono per una maggior estensione dei diritti civili e più in generale, contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Ogni qualvolta nelle scuole viene proposto un progetto contro le discriminazioni di genere, associazioni e partiti attivi nella crociata anti-LGBTQ innescano sceneggiate paventando un possibile traviamento di minori, basta ricordare la caciara messa in piedi alcuni anni fa a Bolzano, in occasione dello spettacolo teatrale Fa’afafine.
Le parole hanno un peso ed è significativo che a promuovere il convegno sia un movimento denominato Pro Vita che difende la famiglia cosiddetta naturale. Esponenti della borghesia più reazionaria che utilizzano il concetto di natura come clava per discriminare minoranze di ogni tipo, per emarginare, creare differenze, costruendo emergenze che semplicemente non esistono ma che però producono effetti spesso tragici. I difensori della famiglia tradizionale sono gli stessi che hanno costruito la propria fortuna politica coltivando e diffondendo l’odio razzista e difendendo gli interessi economici della peggiore borghesia predatoria.
In un mondo dove guerre, sfruttamento e devastazione ambientale costituiscono la realtà quotidiana per la gran parte dell’umanità, bisogna prendere atto – se ancora ci fossero degli ingenui che non se ne fossero accorti – che ogni diritto faticosamente conquistato nel corso di lunghe e faticose lotte è in pericolo. Diritti sociali e civili vengono sistematicamente erosi e svuotati per indebolire e compromettere le capacità di organizzazione delle classi subalterne o di minoranze sociali.
Per contrastare la disinformazione propagandata in convegni del genere, fuori dalla sala comunale Anna Frank almeno una 50ina le partecipanti a un volantinaggio che ha contestato le falsità diffuse dai relatori con numerosi interventi al megafono e distribuendo volantini.
Una presenza che ha riscaldato il cuore di chi vi ha partecipato e di tutte quelle persone che vivono sulla propria pelle le campagne di odio, sperimentandone gli effetti che certe menzogne producono nel senso comune delle persone.
Piuttosto ingombrante e sproporzionato il dispositivo repressivo messo in campo dalla Questura di Bolzano che ha impiegato sul terreno il reparto celere, oltre numerosi altri agenti. Indicativo di un periodo storico in cui ogni forma di dissenso è sempre più criminalizzata.
Di seguito l’altro volantino distribuito durante il presidio, che contiene le riflessioni personali di una partecipante: