Quante volte sfogliando il giornale ci si ferma a riflettere sul contenuto di ciò che si è appena letto? Da quando i comunicati del questore Sartori sono citati quotidianamente dal giornale Alto Adige, quasi ogni giorno si susseguono notizie relative a misure di prevenzione adottate nei confronti di autori di reati (spesso piccoli furti, taccheggi, ecc.), di militanti politici oppure di decreti di espulsione emanati nei confronti di stranieri, nei confronti dei quali a volte viene disposto l’internamento in un Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR).
Notizie entrate nella routine quotidiana del lettore che raramente si interroga su ciò che legge o sugli effetti che certi provvedimenti polizieschi possono avere sulla vita delle persone in carne e ossa. Ci stanno abituando allo sterminio di un popolo in diretta televisiva (vedi Palestina e Libano) e certamente coloro che si interessano alla sorte di chi è colpito da provvedimenti di espulsione si contano sulle dita di poche mani. Ciò ovviamente non è un buon motivo per tacere riguardo le aberrazioni della realtà in cui viviamo e sugli abusi di cui siamo testimoni. Il minimo che possiamo fare è tenere in vita il pensiero critico e leggere la realtà che emerge fra le righe di articoli che restituiscono una realtà di cui nei fatti a ben pochi importa.
Il 26 settembre 2024 un articolo pubblicato sul sito Web dell’Alto Adige riporta:
“Dopo una segnalazione di un cittadino della presenza di presunti spacciatori nel Parco Cappuccini a Bolzano, la questura ha identificato e sanzionato otto cittadini stranieri”. Durante il controllo “uno di loro, un 30enne cittadino somalo senza fissa dimora e in regola con il permesso di soggiorno, è stato trovato in possesso di circa 11 grammi di hashish. Gli altri 7, tutti di origine nigeriana e gambiana, regolari sul territorio nazionale e con svariati precedenti a proprio carico, sono stati allontanati dalla zona.”
Il comunicato della Questura riporta che nei loro confronti è stato emanato un DACUR ovvero un Divieto di Accesso alle Aree del Centro Urbano del Capoluogo in quanto “il loro atteggiamento provocatorio ed il loro comportamento molesto rendevano non fruibile agli altri cittadini lo spazio verde”.
L’articolo finisce con la solita formula che riferisce come il Questore abbia firmato l’immancabile richiesta di revoca del permesso di soggiorno, propedeutica all’emanazione di un decreto di espulsione, immancabile qualora a compiere un reato sia un uomo di origine straniera, senza o con basso reddito.
Una sentenza extragiudiziale per qualche grammo di fumo che sconvolge la vita di queste persone, di cui non sappiamo nulla: “Il questore Paolo Sartori ha avviato nei confronti di tutti i soggetti coinvolti l’iter finalizzato alla revoca del permesso di soggiorno per poter in seguito emanare altrettanti decreti di espulsione dal territorio nazionale, ma, nel frattempo, ha anche disposto il divieto di accesso alle aree del centro urbano del capoluogo.”
Anche in questo caso il Questore oltre al poliziotto fa il giudice, e bastano poche righe del suo amplificatore mediatico per tirare una linea su otto non-persone considerate a priori spacciatori, sulla base della delazione di uno zelante cittadino e sulla base del luogo frequentato. Persone letteralmente rimosse dal suolo cittadino, attraverso un regime giuridico differenziato in cui viene negata loro la possibilità di difendersi dalle accuse arbitrarie del funzionario di polizia di turno. Difficilmente avranno denaro e strumenti per difendersi e con ogni probabilità saranno costretti a cambiare quartiere, città, Paese, costretti sempre più a vivere nel limbo extralegale che le autorità costruiscono loro intorno.
La guerra della Questura ai poveri, ai marginali della città continua, nell’illusione che ciò non ci riguardi.
Nel frattempo, come sempre accade, il bastone usato dapprima con le minoranze viene esteso all´intera popolazione. Il decreto “sicurezza” DDL 1660 in corso di approvazione in Parlamento rappresenta il passaggio verso uno Stato di polizia in cui il dissenso é sistematicamente criminalizzato e che spinge verso una societá – carcere sempre piú repressiva in cui la risposta dello Stato ad ogni conflitto sociale é la carcerizzazione di massa.
Le parole del ministro dell´Interno Piantedosi – che confermano la sua funzione di servo e cane da guardia dei ricchi e delle élite – sono inequivocabili: egli ha pubblicamente affermato come le misure contenute nel decreto andranno applicate anche contro i lavoratori che scioperano.
La sicurezza di cui Meloni, Piantedosi e Salvini parlano é la sicurezza del Governo e della borghesia di questo Paese nel continuare a fare i profitti sulla vendita di armi e sulla pelle degli sfruttati.
La guerra ai poveri, ai proletari e a chi partecipa alle lotte sociali rappresenta una politica strutturale di questo Governo guerrafondaio, complice del genocidio del popolo palestinese, dello sterminio in Libano e delle guerre della NATO.