La prima pagina del quotidiano “Alto Adige” del 17 aprile 2025 presenta come titolo principale “I neonazisti rialzano la testa”. Altri articoli, pubblicati sul quotidiano Dolomiten oppure sul Corriere dell’Alto Adige dedicano ampio spazio all’argomento.


Cosa è successo? Perché improvvisamente i giornali danno così tanta enfasi all’argomento? Forse il quotidiano Alto Adige si riferisce all’episodio in cui l’assessore provinciale di Fratelli d’Italia Marco Galateo e altri esponenti locali di Fratelli d’Italia e Lega hanno partecipato a manifestazioni in strada con organizzazioni politiche neofasciste e neonaziste?

Si riferiscono al decreto sicurezza, un attacco senza precedenti alla libertà di espressione? Un provvedimento che apre la strada alla costruzione di uno stato di polizia? Forse un riferimento al genocidio in corso a Gaza? Si riferiscono alle deportazioni degli studenti solidali con il popolo palestinese operate da Trump? Alla retorica razzista e ultranazionalista americana e ormai, italiana? Si riferiscono agli innumerevoli episodi di tortura nelle carceri italiane? Si riferiscono alle milizie neonaziste ucraine, sostenute e armate dagli Stati Uniti e dalla NATO? Forse si riferiscono ai rapporti fra neofascisti e le loro coperture istituzionali? Alle violenze all’interno dei CPR?
No, tanta enfasi è legata a un video pubblicato su Instagram da un gruppetto di giovani sudtirolesi con ogni probabilità vicini a posizioni neonaziste. Il video è accompagnato da questo commento:
“Siamo la punta di diamante della gioventù fedele al popolo del Sudtirolo. Una gioventù che non abbandonerà il proprio Paese. Siamo organizzati, disciplinati e attivi – e ci riprendiamo il nostro Paese!
Siete interessati? Allora allenati mentalmente, fisicamente e spiritualmente e diventa parte del nostro movimento. Perché il nostro Paese ha bisogno anche di te!”

Insomma siamo di fronte alla solita retorica che di fatto è condivisa da tutti i partiti della destra più o meno estrema, da Fratelli d’Italia fino alla Lega, da Forza Nuova a CasaPound. Nel video un fotogramma si ferma su un’adesivo con uno slogan in lingua tedesca contro la legge che vieta attività nazionalsocialiste in Germania, il cosiddetto NS-Verbotsgesetz. Un dato che indica in modo netto l’orientamento politico del gruppetto. Alcuni giovani della Provincia propongono quindi di organizzarsi per riprendere il proprio Paese, ispirati dalle gesta hitleriane. Facile intuire che la ricetta sia sempre la solita ovvero che vorrebbero “riprenderlo” per fare piazza pulita in primo luogo degli immigrati e proporre il progetto di Remigrazione, lanciato sia dal consigliere provinciale Anderlan e fatto proprio anche dai neofascisti di CasaPound. Facile intuire quali sono gli altri obiettivi di questi giovani: zingari, omosessuali e militanti politici antagonisti. Guerra ai poveri e menzogne razziste.
Di fronte alla violenza reale e istituzionale del viceministro Delmastro o quella in generale del Governo Meloni queste parole sembrano da chierichetti eppure per un video Junge Aktion è stata elevata in poche ore al rango di grave minaccia, con titoloni in prima pagina, per creare il caso, per farci ricordare che, a 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo il pericolo principale sarebbe rappresentato da questi soggetti viziati cresciuti in una delle periferie più ricche d’Europa oppure da un ragazzino 15enne con la sindrome di Hikikomori ma connesso virtualmente con mezzo mondo, avvicinatosi al neonazismo nella sua cameretta, il perfetto risultato dell’alienazione di questa società.
Siamo consapevoli che questi gruppuscoli rappresentino un problema da non sottovalutare ma chiunque non abbia vissuto su Marte negli ultimi 80 anni sa bene che il Sudtirolo ha sempre rappresentato terreno fertile per gruppi neofascisti (per parte italiana) e neonazisti e che basta avere un minimo di polso della realtà non virtuale per rendersene conto e che la “casuale” scoperta di questo video non cambia le carte in tavola della realtà, che esiste indipendentemente dalla sua rappresentazione virtuale. Chi la vive lo sa.
Ma siamo altrettanto consapevoli di come esista un modo strumentale con cui un certo tipo di informazione agita o meno l’emergenza fascismo, spesso funzionale a distogliere l’attenzione dalle malefatte del potere e dalla deriva autoritaria messa in atto da chi sta al Governo. Un problema reale utilizzato in maniera strumentale e che depotenzia l’antifascismo, lo indebolisce.
Il brodo di “cultura” in cui il neonazismo e neofascismo prosperano è fornito da esponenti politici in doppiopetto, che siedono nel Consiglio provinciale o nel Parlamento italiano, nello stesso Governo.
Viviamo un momento storico in cui uno Stato come Israele, alleato di ferro dell’Occidente, sta mettendo in atto un genocidio contro un popolo inerme, sterminandolo con le bombe, con la fame, con la sete e distruggendone sistematicamente gli ospedali.
Viviamo un momento storico in cui il Governo Meloni attraverso il colpo di mano del decreto sicurezza, ha sferrato un attacco senza precedenti nella storia repubblicana contro la libertà di dissenso.
Viviamo un momento storico in cui le èlite al Governo in Italia ed Europa stanno preparando la guerra.
Viviamo un momento storico in cui negli Stati Uniti come in Germania e Italia basta esprimere solidarietà al popolo palestinese e partecipare a una manifestazione contro il genocidio per essere espulsi.
Nella piccola, insignificante e provinciale Bolzano basta partecipare a una manifestazione o essere sospettati di aver fatto una scritta sul muro per ricevere un foglio di via dal Questore Paolo Sartori.
In questo momento storico lo stolto guarda solo Junge Aktion, il saggio guarda anche le azioni del Governo e delle èlite guerrafondaie, che stanno preparando la guerra e sostenendo un genocidio, legittimando di fatto ideologie razziste e suprematiste che il fascismo lo applicano nella realtà: vedi lo sterminio di Gaza o i campi di tortura dei prigionieri palestinesi in Israele.