Nonostante la censura e la repressione dell´ufficio politico della Questura di Bolzano, nonostante il caldo e la tragica indifferenza di fronte all´orrore assoluto di Gaza, continua incessante la mobilitazione antimilitarista e solidale con il popolo palestinese in cittá. Da oltre 21 mesi continue inziative si moltiplicano, contro l´orrore del genocidio in corso, per rompere il silenzio e la tragica normalitá con cui uno dei piú grandi orrori della storia dell´umanitá si sta consumando in diretta televisiva, sotto i nostri occhi, con il decisivo appoggio – politico, economico e militare – dei governi democratici occidentali e dei rispettivi apparati di propaganda, impegnati da anni a rovesciare la realtá, a trasformare i carnefici in vittime, a farci accettare e digerire prima la corsa al riarmo e ora il sostegno allo sterminio del popolo palestinese. Senza la propaganda che legittima e giustifica questo orrore tale scenario apocalittico non sarebbe possibile. I palestinesi sono sterminati prima dalle bombe e poi dalle penne che le legittimano e giustificano.
Nel pomeriggio di giovedí 10 luglio a Bolzano, oltre una cinquantina di solidali con il popolo palestinese e la sua Resistenza ha manifestato all´incrocio di via Volta e via Galvani per denunciare pubblicamente le complicitá locali con il genocidio del popolo palestinese e contro la corsa al riarmo che la borghesia guerrafondaia europea vuole imporre, togliendo risorse a scuola, sanitá e servizi.
Una presenza che vuole denunciare come i tentacoli dell´economia del genocidio denunciata anche da Francesca Albanese nel proprio rapporto siano ben radicati anche a Bolzano, dove Leonardo possiede il 10% della Start-up Flying Basket e dove é candidata ad acquistare lo stabilimento Iveco DV, con cui giá collabora proficuamente in una joint venture con Rheinmetall per la costruzione di mezzi corazzati.
Una presenza di fronte allo stabilimento di Iveco defence vehicles che ha l´obiettivo di fare “vedere la guerra” e mostrare alla cittá che la guerra inizia qui, chi fa profitti sulla pelle dello sterminio dei popoli è qui. Senza basi militari e fabbriche di armi come Iveco DV e Leonardo non sarebbe possibile programmare progetti di distruzione su ampia scala. I mezzi militari progettati e costruiti a Bolzano hanno effetti devastanti sulla vita di milioni di persone. Lo sanno gli afghani, gli iracheni e altri popoli vittime delle politiche neocoloniali del capitale occidentale negli ultimi decenni.
Solo l´alienazione e il lavaggio del cervello subito da ampie fette della nostra societá impedisce di vedere la realtá e il ruolo svolto da questi stabilimenti (oltre Iveco DV e Leonardo, ricordiamo Rheinmetall in Germania) negli scenari di guerra che i padroni stanno preparando, pronti a inviare al macello proletari e sfruttati. Ancora una volta.

Deve essere chiaro a tutti che per interrompere i progetti di sterminio a Gaza e la corsa alla guerra contro la Russia dobbiamo agire qui, nelle nostre cittá, ormai la retrovia di un fronte di guerra che va dal Circolo polare artico al Medio oriente, passando per l´Ucraina.

Continuiamo la lotta contro i progetti di guerra e sterminio della borghesia parassita e guerrafondaia. Contro i loro giornalisti prezzolati su giornali e Tv, trasformati in un´apparato propagandistico che ricorda il libro di George Orwell 1984.
Per avere un futuro. Per continuare a guardarci allo specchio.




Di seguito il testo del volantino che é stato distribuito durante il presidio:
TOGLIAMO LE FABBRICHE ALLA GUERRA
IVECO DV E LEONARDO COMPLICI DI GUERRE E GENOCIDI
Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi
Friedrich Merz, Cancelliere federale della Germania.
Il genocidio del popolo palestinese continua grazie alle armi dell’apparato militare industriale di Stati Uniti e Unione Europea, ma soprattutto grazie alla scorta mediatica che distorce la realtà, giustifica e legittima ogni orrore, se compiuto per difendere gli interessi delle élite occidentali al potere. Da oltre 21 mesi nessuna violenza è risparmiata a Gaza, ormai un campo di sterminio in cui l’uso della fame come arma non può essere compreso se non come parte del più grande esperimento di ingegneria sociale violenta condotto su un intero popolo, attraverso fasi precise e pianificate. In questo scenario, che ricorda il film distopico Hunger Games, la distribuzione degli aiuti è funzionale alle continue stragi di civili palestinesi con l’IDF che spara sulla folla ammassata per qualche chilo di farina. Anche la distruzione degli edifici è appaltata a privati che, con l’appoggio di compagnie di sicurezza, si muovono lungo tutto la Striscia incassando 1500 euro per ogni casa distrutta. Perfino il genocidio è un´occasione per fare business.
In questo quadro l’aggressione sionista-statunitense all’Iran rientra nel progetto colonialista di ridisegnare il Medio Oriente secondo i loro insaziabili interessi, con i popoli dell’area sfruttati e definitivamente schiacciati sotto il loro tallone di ferro. Un’aggressione imperialista che si aggiunge a quelle contro il Libano, lo Yemen, la Siria e alla decennale pulizia etnica della Cisgiordania occupata. Un attacco che, dopo qualche finto tentennamento di fronte all ́orrore assoluto di Gaza, ha visto un sostanziale riallineamento di tutta la borghesia occidentale a difesa dell ́alleato sionista, unita nel partito unico degli affari e della guerra.
In Europa i venti di guerra soffiano sempre più forte. Dopo oltre tre anni di guerra fra NATO e Russia in Ucraina, con il recente vertice a L’Aja Trump ha raggiunto tutti i suoi obiettivi, ossia far pagare all’UE i costi delle forniture belliche a Kiev, rilanciare il complesso militare industriale statunitense e allo stesso tempo tenere la Russia impegnata in un conflitto senza fine, mentre il Pentagono si prepara alla fase finale della guerra mondiale a pezzi: l’attacco al suo vero rivale strategico, la Cina.
Come tutti i membri della NATO anche il Governo Meloni ha approvato l’impegno a destinare il 5% del PIL alla spesa bellica entro il 2035. Un balzo mostruoso: per l’Italia saranno 400 miliardi in più di oggi nell’arco di 10 anni, 40 miliardi in più l’anno. Una corsa al riarmo costruita su falsità colossali, come la presunta minaccia di un’invasione russa, rafforzata dalle dichiarazioni di Ursula von der Leyen con il programma Rearm Europe/Readiness 2030 che prevede una spesa bellica europea di 800 miliardi di euro.
L’Italia è sempre più la retrovia di un fronte di guerra che va dall’Ucraina al Medio Oriente fino al circolo polare Artico, dove da tempo le grandi potenze stanno affilando i coltelli (da anni in Alto Adige si tengono esercitazioni militari in montagna e nei laboratori del NOI Techpark per simulare la guerra in ambiente artico). Per creare un clima funzionale al riarmo e imporre così ai proletari le deprivazioni di un’economia di guerra, i Governi europei e l ́apparato propagandistico rilanciano notizie allarmistiche e pubblicano editoriali in cui giornalisti prezzolati costruiscono nemici immaginari, alimentano la paranoia, denunciano le carenze negli arsenali e nei sistemi di difesa e quindi la necessitá di giustificare spese sempre più ingenti per l ́acquisto di armi, carriarmati, cacciabombardieri e missili. Oltre a sottrarre enormi finanziamenti alla spesa per scuola, sanità e servizi sociali, questa produzione dovrà essere “consumata”, altrimenti ingombrerà solo le caserme ed i depositi di armi. Appare chiaro quindi che siamo in un piano inclinato in cui i padroni ci stanno portando al macello, verso la guerra. Il dibattito sul possibile ripristino della leva obbligatoria in Germania, come in Italia e altri paesi europei, lo conferma. Anche il decreto sicurezza approvato dal Governo Meloni si delinea come uno strumento di guerra preventiva sul fronte interno, contro ogni possibile dissenso nei confronti di queste politiche guerrafondaie.
Chi invece gioisce per gli osceni profitti legati a guerre e genocidio del popolo palestinese sono le industrie dell ́apparato militare-industriale. I cannoni delle corvette di Israele sono prodotti da Oto Melara, una società controllata da Leonardo e che collabora con Iveco DV. I tentacoli del colosso delle armi Leonardo sono sempre più estesi, anche in Alto Adige: dal 2023 possiede infatti il 10% della Start-up sudtirolese Flyingbasket mentre nel maggio scorso ha presentato, insieme alla tedesca Rheinmetall (anche essa complice del genocidio palestinese e perno del programma di riarmo europeo), un’offerta per acquisire Iveco DV con cui già collaborano per la costruzione di mezzi corazzati da destinare agli Eserciti europei.
Sabbia non olio negli ingranaggi della guerra e del genocidio! La guerra inizia qui! No al riarmo!
Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
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