[Bz] La Questura vieta ancora manifestazioni di protesta. La lotta contro guerra e genocidio è un crimine?

MERCATINO DI NATALE, GENOCIDIO, GUERRA E REPRESSIONE DEL DISSENSO

Continua la politica repressiva della Questura di Bolzano e della polizia politica contro la mobilitazione dal basso che da oltre due anni denuncia le responsabilità locali nel genocidio del popolo palestinese.

In questo periodo di tempo il Governo italiano sta criminalizzando e reprimendo in ogni maniera chi si batte contro la guerra, il riarmo e per la fine del genocidio. I principali mezzi di informazione lavorano incessantemente per distorcere la realtà, rovesciare le responsabilità e alterare la percezione dei fatti.

Dopo la violenza estrema esercitata dal Questore Paolo Sartori nei confronti di emarginati e dissidenti politici, il suo successore Ferrari sta cercando in ogni modo di emularlo, piegando la realtà ai suoi divieti, alle sue prescrizioni, alla sua repressione. Nell’epoca dei social network e della dittatura dei like anche i dirigenti di PS non sono immuni alla necessità di apparire continuamente, sui social, sui giornali, con continui comunicati stampa che testimoniano la propria esistenza. Sartori in questo senso ha dimostrato – grazie al sostegno acritico dei giornali locali – come gli strumenti polizieschi possano essere piegati a logiche di propaganda, lontano da ogni realtà, a costo di rovinare la vita delle persone colpite. Non è certo una novità, con costui però mai così evidente.

Politici e giornalisti inventano emergenze, delirano a mezzo di stampa e la polizia politica esegue. La dissociazione mentale, la malattia mentale organizzata è la cifra delle autorità del nostro tempo.

Soltanto usando categorie della psichiatria si spiega come sia possibile una repressione di questo tipo nei confronti di chi lotta contro il più grande orrore commesso in Occidente dal tempo della II guerra mondiale. Come è possibile che coloro che hanno permesso il genocidio del popolo palestinese diano lezioni di diritto e di civiltà?

Ma veniamo ad alcuni fatti (solo i più recenti)

Il 22 settembre in occasione dello sciopero generale contro il genocidio del popolo palestinese e contro le complicità del Governo italiano la polizia politica ha tentato di impedire il corteo di protesta che ha attraversato la città di Bolzano. Il risultato è stato un forte ridimensionamento del corteo che per un pezzo è stato fatto sfilare sulle passeggiate del Talvera con passaggio sui ponti del Museion (giusto per ricordare: oltre 1500 persone su quei ponti!!). La polizia politica diretta da Francesco Marconi si dimostra un gruppo di irresponsabili spinti da una foga liberticida e repressiva che pur di comprimere la libertà di espressione arriva a mettere a rischio l’incolumità dei manifestanti. Degli incapaci che giocano con la vita delle persone per ritagliarsi un trafiletto sui quotidiani locali.

Nel mese di ottobre il Questore di Bolzano, redigendo un foglio pieno di motivazioni pretestuose e letteralmente deliranti, ha vietato i presidi che erano stati organizzati nel mese di ottobre in piazza Municipio dall’assemblea pubblica per la Palestina. Nel fare questo ha messo in campo un dispositivo repressivo spropositato che ha occupato la piazza con decine di celerini, poliziotti, carabinieri, finanzieri per i giorni di martedì e giovedì del mese di ottobre.

Il folle dispositivo militare disposto dalla Questura in piazza Municipio per impedire alcuni presidi di protesta nel mese di ottobre (foto presa da Salto.bz)

Nello stesso mese il consigliere comunale voltagabbana Manuel Nardo continua ad alimentare il delirio istituzionale, denunciando quello che a suo dire sarebbe un “episodio inquietante” ovvero il fatto che qualcuno abbia scritto su un cartellone i nomi di chi si è astenuto sulla mozione di condanna del genocidio di Gaza. I giornali, sulla scia del tragico copione teatrale inaugurato con la gestione Sartori, parlano di clima di “minacce”. A dimostrazione della deriva che la cosiddetta informazione ha preso.

La malattia mentale organizzata. La dissociazione dalla realtà operata dai media è preoccupante.

Come scriveva George Orwell in tempi di menzogna universale dire la verità è un atto rivoluzionario. Nardo, dall’alto del suo “spessore”, ce lo conferma.

Sabato 29 novembre l’assemblea per la Palestina aveva organizzato un presidio itinerante per il centro cittadino che avrebbe dovuto spostarsi e fare tappa di fronte a diversi esercizi responsabili di fare affari con Israele, da Banca Intesa a Zara fino alla RAI in piazza Mazzini, dove sarebbe stata denunciata la responsabilità della RAI.

Anche stavolta la polizia politica di Marconi interviene a gamba tesa per vietare i presidi programmati nel centro storico. L’intervento del dirigente della Digos avviene solo un giorno e mezzo prima, un tempismo pensato per far naufragare l’iniziativa, per scoraggiarla, per spaventare e dividere.

Il motivo del divieto questa volta è la presenza del mercatino di Natale e generici motivi di sicurezza, una parola magica che nell’accezione usata dagli zelanti repressori e censori della Questura bolzanina di fatto impedisce la libertà di manifestare e protestare facendo carta straccia di ogni minimo diritto.

Insomma, in sintesi: non bisogna disturbare il commercio e il consumo sfrenato innescato da Mercatino di Natale e Waltherpark. Va bene il genocidio, va bene la guerra e la corsa al riarmo, ma che nessuno disturbi le masse di turisti che vogliono consumare in pace, senza problemi di coscienza o rompicoglioni che ricordano come il Governo italiano e aziende come Leonardo siano corresponsabili dell’orrore in corso da oltre due anni in Palestina.

Di fronte a questo comportamento liberticida rileviamo ancora una volta il silenzio assordante della società. Tutto normale? Questa repressione e compressione della libertà di manifestare riguarda solo chi viene colpito o riguarda tutti? A ognuno la risposta.

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