Poche ricorrenze come quella della giornata internazionale della donna rischiano di essere inaridite e sterilizzate dalle retoriche istituzionali, capaci di trasformare giornate di lotta in vuote celebrazioni prive di ogni minimo senso critico, destinate ad esaurirsi nel discorso di circostanza, nel regalo della mimosa oppure nell’azione puramente simbolica come la panchina rossa o il posto a sedere lasciato vuoto. Da un po’ di tempo però in tutto il mondo e anche a Bolzano qualcosa si muove: individualità, collettivi e assemblee di diverse tendenze stanno tornando a riempire di contenuti critici e radicali questa giornata. Dall’8 marzo 2015 in cui la giornata era stata dedicata alle partigiane curde con un manifestazione partita da piazza del Grano all’8 marzo 2017 in cui circa 150-200 persone hanno riempito di contenuti piazzetta Marcella Casagrande fino alla manifestazione nel 2019 in cui un oltre un centinaio di donne e uomini attraversò le vie del centro cittadino per un corteo deciso e determinato.
Ma la mobilitazione non si è fermata soltanto alla giornata dell’8 marzo: dalle iniziative contro gli antiabortisti davanti all’ospedale di Bolzano (dove si ricordava come di fatto la possibilità di abortire per molte donne sia compromessa per via dell’obiezione di coscienza praticata dal 98% dei medici) fino ai presidi solidali organizzati dall’associazione GEA di fronte al tribunale di Bolzano in solidarietà ad una donna aggredita a coltellate dall’ex marito in strada passando per le mobilitazioni solidali con le donne curde di Afrin, si è tentato di non abbassare mai la guardia di fronte alla questione delle violenze contro le donne. Diffuse poi altre iniziative importanti: dalle presentazioni di libri come quello di Angela Davis a programmi radiofonici con un’impronta di genere come Donne in Tandem, solo per citare un paio di esempi.
Anche quest’anno, nonostante le difficoltà organizzative legate alla pandemia, l’8 marzo a Bolzano vi sono state diverse iniziative che hanno attraversato la città. Un gruppo di compagne e compagni ha volantinato e affisso in giro per la città volantini, striscioni e manifesti contro il patriarcato, e in una riflessione pubblicata su Bolzano antifascista si legge:
“Un altro otto marzo. Mano nella mano siamo scese in strada, senza chiedere permessi, senza delegare. Noi non ci caschiamo più! Nessuna riforma nessuna quota rosa, nessuna istituzione ci darà la liberazione. Contro il pink-washing del neoliberismo, agiamo il radical femminismo.”
Altre attiviste, in parte legate a Extinction Rebellion, hanno organizzato un flash-mob molto partecipato in piazza Walther in cui è stato sottolineato come la lotta delle donne non possa essere slegata da una lotta più generale contro patriarcato, capitalismo e devastazione ambientale.
Un percorso è iniziato ma i femminicidi così come le violenze sulle donne non accennano a diminuire e per il prossimo futuro sviluppare una critica che sappia intrecciare la lotta al patriarcato ed al capitalismo è fondamentale più che mai, soprattutto in vista di tempi in cui le condizioni lavorative di uomini e soprattutto donne subirà forti attacchi da parte del padronato intenzionato a scaricare sui proletari e sulle proletarie i costi economici della Pandemia.