Mercoledí 3 agosto, in occasione dello sciopero nazionale indetto in solidarietá ai sindacalisti di SI COBAS e USB arrestati su ordine della PM di Piacenza Grazia Pradella, e dell´udienza del tribunale del riesame che deve pronunciarsi sulla loro liberazione, alcuni compagni hanno fatto un volantinaggio solidale nella zona industriale di Bolzano, attaccando striscioni e distribuendo volantini ai lavoratori. Una piccola azione solidale con i compagni colpiti da questa ondata repressiva che si aggiunge alle centinaia di altre che in Italia come all´estero hanno voluto rilanciare la solidarietá e rispedire al mittente il delirante teorema accusatorio della Procura di Piacenza, intenzionata a distruggere – attraverso un´inchiesta piena zeppa di sporche menzogne e mistificazioni – un sindacato che ha saputo migliorare le condizioni di lavoro di migliaia di lavoratori in un settore – quello della logistica ma non solo – dove prima vigeva il piú selvaggio sfruttamento da parte di false cooperative.
Siamo di fronte a un pericoloso attacco al diritto di sciopero ed al diritto dei lavoratori di lottare per migliorare le proprie condizioni di lavoro. Un´offensiva che avviene su mandato dei padroni della logistica e di Confindustria. Un attacco che non deve passare. Toccano uno toccano tutti. Di seguito il testo del volantino distribuito ai lavoratori e alle lavoratrici della zona industriale:
SOLIDARIETÁ AI SINDACALISTI ARRESTATI A PIACENZA – IL DIRITTO DI SCIOPERO NON SI TOCCA!
Oggi pomeriggio in occasione dello sciopero nazionale e del processo che riesamina le accuse ai danni dei sindacalisti di Piacenza (imputati di fra le altre cose di associazione a delinquere, resistenza ed estorsione), un pugno di compagni ha attaccato volantini e striscioni per la zona industriale di Bolzano .
Perchè se sono innocenti hanno tutta la nostra solidarietà, se sono colpevoli ancora di più !
Segue il testo del volantino.
All´alba di martedí 19 luglio a Piacenza, su ordine della locale Procura, sono stati arrestati i sindacalisti Aldo Milani, Ali Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli del SICOBAS. Oltre a loro soo finiti agli arresti domiciliari anche Abed Issa Mahmoud El Moursi e Roberto Montanari dell´USB.
Questo ennesimo attacco repressivo nei confronti dei sindacati avviene a distanza di un anno e mezzo dall´ultima ondata repressiva avvenuta il 1 febbraio 2021; anche allora ad essere arrestati furono Carlo e Arafat. Oltre a ció non si contano le denunce ed i fogli di via che negli anni sono stati emessi nei confronti di centinaia di lavoratori che lottano per migliorare le proprie condizioni di lavoro.
Le accuse stavolta sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Come ha scritto SICOBAS nel suo comunicato: Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc.
Non possiamo che fare nostra l´analisi del sindacato di base che nello stesso comunicato scrive: Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.
L’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro i lavoratori piú combattivi, decisi a non abbassare la testa. Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale, al di là di gruppi e sigle di appartenenza, bisogna sapere rispondere in maniera compatta e decisa. Migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno scioperato contro gli arresti e altre migliaia hanno manifestato a Piacenza e decine di altre cittá – in Italia e all´estero – per rilanciare la solidarietá e non lasciare soli chi é costretto ai domiciliari.
La Procura di Piacenza, su mandato dei padroni della logistica e di Confindustria, vuole colpire un sindacato che ha contribuito a migliorare le condizioni di lavoro degli operai, liberandoli da una condizione in cui false cooperative dettavano legge, imponendo contratti da schiavi. Gli arresti costituiscono un´intimidazione che vuole fare abbassare la testa a sindacati che hanno avuto la capacitá di organizzare operai italiani e stranieri, costruendo solidarietá e coscienza di classe lí dove vorrebbero i lavoratori divisi e soli.
NON POSSIAMO LASCIARLI SOLI!
TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!
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Piacenza: Un inchiesta razzista
L´appello pretendere l´immediata liberazione dei sindacalisti arrestati