Sabato 20 agosto intorno alle ore 14, un gruppo di compagne e compagni ha contestato ancora una volta la provocatoria presenza di fronte all´ospedale di Bolzano di un gruppo di appartenenti alla sezione sudtirolese del Bewegung für das Leben, lí recatisi per le proprie preghiere antiabortiste. Mentre le cronache di tutti i giorni raccontano di donne picchiate, ammazzate, violentate o seviziate dai propri fidanzati o mariti, su altri fronti organizzazioni reazionarie di matrice ultracattolica operano presso ospedali, scuole e istituzioni per limitare ulteriormente le possibilitá di scelta delle donne, contribuendo cosí ad erodere diritti civili conquistati dopo dure lotte.
Di seguito il testo del volantino distribuito dai compagni nel corso della contestazione:
La legge 194 non ci basta più!
Per un aborto libero e sicuro. Ma per davvero!
(A seguire un testo distribuito da alcunə compagnə durante l’ennesima contestazione fuori dall’ ospedale dell’associazione antiabortista Bewegung für das Leben. )
Nel 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha cancellato il diritto costituzionale all’aborto determinando la sorte di milioni di donne. Soprattutto di quelle meno privilegiate.
Ma mentre guardiamo con orrore al processo di criminalizzazione messo in atto nei confronti di chi pratica l’interruzione di gravidanza in alcuni stati degli Usa, possiamo davvero essere sicure che in Italia l’aborto sia un diritto?
Possiamo affermare di essere libere e sicure di praticare l’ IVG in un paese dove ben 31 strutture della sanità pubblica hanno il 100% di medici obiettori di coscienza? Possiamo ritenerci “al sicuro” in una città dove davanti all’ospedale è concesso ad un gruppo di ultra cattolici di pregare contro le donne che praticano l’interruzione di gravidanza? Possiamo ritenerci tutelate in una regione che concede all’associazione pro-life Bewegung fur das Leben circa 110 mila euro l’anno? Possiamo davvero pensare che sia possibile abortire in modo sicuro e libero in una provincia dove l’84% dei/delle ginecologhe esercita l’obiezione di coscienza?
A più di 40 anni dalla promulgazione della legge 194 ancora molte donne sono costrette a praticare l’aborto lontano dal proprio luogo di residenza per la mancanza di strutture e in troppe subiscono ancora violenze psicologiche da parte del personale ospedaliero.
Possiamo ancora credere che una legge che permette a medici e professionisti di esercitare la propria morale sui nostri corpi sia sufficiente a tutelare la nostra libertà e la nostra autodeterminazione?
Negli Stati Uniti i movimenti femministi hanno colpito e protestato in modo deciso contro associazioni antiabortiste subendo una forte repressione nel tentativo di difendere l’autodeterminazione sulla propria vita e sul proprio corpo.
Anche qui oggi difendiamo con il nostro amore e con la nostra rabbia i diritti conquistati con le lotte.
Ma è arrivato il momento di desiderare di più per noi e per le nostre sorelle.
Fuori gli obiettori di coscienza dagli ospedali!
Cacciamo Bewegung für das Leben fuori dalle nostre città.
Sempre complici e solidali con chi CON O SENZA DOLORE continua a decidere SUL PROPRIO CORPO, SULLA PROPRIA VITA