Continua la guerra del Questore di Bolzano contro poveri, senzatetto, immigrati. Dietro al pretesto di compiere azioni di natura preventiva per colmare la percezione di sicurezza delle persone, continuano ad essere presi di mira persone che hanno l’unica colpa di non avere una casa o un reddito sufficiente che gli consenta di pagare un affitto.
L’ultima operazione “in grande stile” condotta in Provincia è nella città di Bressanone dove giovedì 17 ottobre le volanti di polizia e vigili urbani hanno identificato 4 persone (3 marocchini e un iraniano) che vivevano in un edificio di proprietà del Comune abbandonato da tempo. Il fatto è stato riportato da un comunicato dell’ufficio stampa della Questura e in parte ricopiato dal quotidiano locale Alto Adige. La formula è sempre la stessa; dopo aver elencato in modo generico una serie di precedenti penali e di polizia delle persone fermate il comunicato del Questore afferma che il luogo era stato da tempo segnalato come ritrovo da clandestini e sbandati, nonché utilizzati per gestire attività illecite.
Il comunicato arriva poi a quelle misure che da diversi mesi sono sbattute quasi quotidianamente sulle pagine dei quotidiani locali: In considerazione di quanto riscontrato e dei precedenti penali e/o di Polizia a loro carico, il Questore della Provincia Autonoma di Bolzano Paolo Sartori ha dato immediate disposizioni all’Ufficio Immigrazione della Questura di sollecitare alla competente Commissione Territoriale per i Rifugiati la revoca dello status di “asilante” per tre dei 4 soggetti, nonché la revoca del Permesso di Soggiorno a suo tempo rilasciato al quarto individuo, e ciò al fine di poter poi emettere nei confronti di tutti e quattro altrettanti Decreti di Espulsione dal Territorio Nazionale.
Ad una lettura attenta di queste notizie appare chiaro come il Questore di Bolzano Paolo Sartori stia criminalizzando in modo cinico e violento una condizione sociale in cui l’origine straniera costituisce un elemento di precarietà e vulnerabilità maggiore. I giornali locali, ridotti a cassa di risonanza dei comunicati questurini riportano in modo acritico le vuote e fredde formule di polizia evitando di porre qualsiasi domanda o dubbio.
Occorre rompere il silenzio intorno a queste operazioni scatenate ai margini della città, dove non arriva la luce delle vetrine del centro storico. Appare evidente come dietro a queste formule poliziesche copia e incolla (vedi la definizione di socialmente pericoloso) ci siano distorsioni e forzature per giustificare provvedimenti estremamente gravi e afflittivi contro persone senza strumenti, economici e culturali, per difendersi. Per opporsi a questi provvedimenti amministrativi del Questore occorre fare ricorso al TAR e le spese relative per dei proletari sono spesso insostenibili.
Il vero crimine è lasciare case vuote e abbandonate mentre la maggior parte delle persone si brucia lo stipendio per pagare l’affitto o si indebita a vita per comprare una casa di piccole dimensioni.
Di seguito alcuni articoli di giornale apparsi recentemente sulle cronache locali che illustrano chiaramente – a chi sa leggere – quale sia la concezione di sicurezza che guida l’azione del capo della polizia.