A Bolzano prosegue la mobilitazione solidale con il popolo palestinese che, quasi settimanalmente, attraversa le strade della città da oltre 18 mesi. Sabato 22 e sabato 29 marzo altri due presidi lanciati dall’assemblea solidale con il popolo palestinese, oltre ad essere molto partecipati, sono riusciti a spezzare la normalità di chi si trovava a passare fra via museo e via cassa di risparmio. Volantini, striscioni e interventi al megafono hanno ricordato che ora, proprio in questo momento, il genocidio del popolo palestinese ha avuto un’accelerazione terrificante, nel silenzio dei principali mass media, complici di uno dei peggiori crimini commessi nella storia dell’umanità.

Sabato 29 marzo

Presidio incrocio via museo/via cassa di risparmio sabato 29 marzo
La violenza esercitata dallo Stato sionista è totale: da settimane nella Striscia di Gaza non entrano cibo né acqua. L’elettricità è tagliata e l’esercito sta continuando il lavoro di pulizia etnica nella Striscia. L’esercito israeliano, con la decisiva complicità americana e dell’Unione Europea sta annientando un popolo intero, ridotto alla fame fra macerie e condizioni igienico-sanitarie spaventose. Quello che stiamo urlando nelle piazze da mesi si sta puntualmente verificando: la guerra di annientamento di Israele contro Gaza è una guerra che ha l’obiettivo di realizzare la soluzione finale della questione palestinese attraverso il genocidio e la pulizia etnica. Una volta ripulita dalla presenza palestinese, Israele formalizzerà il furto della terra, colonizzandola. Mentre a Gaza lo sterminio prosegue indisturbato, nella Cisgiordania occupata i coloni, protetti dai soldati, stanno moltiplicando le aggressioni e le violenze contro donne, bambini e uomini palestinesi. Violenze bestiali che non vengono raccontate sui media che formano l’opinione pubblica italiana e occidentale.
Oggi più che mai è importante continuare la lotta contro genocidio e guerra, contro corsa al riarmo e repressione. Di fronte agli attacchi di chi difende le politiche guerrafondaie e genocide, di fronte a chi lavora per restringere gli spazi di libertà è fondamentale rispondere costruendo lotte reali, spazi di incontro e discussione per fermare la normalizzazione dell’orrore, la normalizzazione dello sterminio di un popolo.
Di seguito il testo del volantino distribuito ai passanti:
GAZA E’ ANCHE QUI – IL GENOCIDIO È ORA!
I palestinesi “sono feccia, subumani, nessuno al mondo li vuole. I bambini e le donne vanno separati, e gli adulti eliminati”
Nissim Vaturi, vicepresidente del Parlamento israeliano
Dopo 17 mesi di genocidio e una fragile tregua, durante la quale Israele ha continuato ad uccidere impedendo l’entrata di aiuti umanitari e tagliando l’elettricità, Netanyahu ha dato seguito alle minacce e ordinato di riprendere i bombardamenti a tappeto sulla Striscia. Il 18 marzo, alle 2 di notte i caccia di Tel Aviv sono partiti e hanno colpito la popolazione nel sonno causando 500 morti in un solo giorno, fra essi almeno 150 bambini. Insieme alle bombe l’esercito israeliano ha dato nuovi ordini di evacuazione a centinaia di migliaia di persone che ormai da un anno vagano disperati in una terra ormai invivibile, senza ospedali e ridotti allo stremo da fame, malattie, rastrellamenti militari e bombe.
La rottura della tregua è stata preceduta da una serie di notizie false, inventate ad arte dalla propaganda israeliana e puntualmente riprese da tutti i principali media occidentali come quella che riferiva di un nuovo progetto di invasione di Israele da parte dei commando di Hamas. Sempre nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno bombardato a più riprese lo Yemen, massacrando decine di persone mentre invece Israele continua a colpire in Siria e Libano.
Non si contano ormai le inchieste e i rapporti delle organizzazioni internazionali che dimostrano come quello in corso a Gaza sia uno sterminio con un chiaro intento genocida. Un recente rapporto Onu intitolato Più di quanto un essere umano possa sopportare ha documentato le sistematiche violenze sessuali, riproduttive e di genere finalizzate a eliminare fisicamente i palestinesi. Nessuna forma di violenza è risparmiata ad un popolo martirizzato da Israele con la decisiva complicità dell’Occidente, Stati Uniti e Unione Europea in testa, fra cui l’Italia.
Gaza è la cartina di tornasole della retorica militarista della borghesia europea, ostile a ogni possibile accordo che metta fine alla guerra per procura condotta in Ucraina tanto da rilanciare come unica opzione, una corsa al riarmo che fa unicamente la fortuna dei colossi delle armi come Leonardo, Rheinmetall e Iveco Defence Vehicles. Il partito unico della guerra e degli affari, trasversale a partiti e gruppi di potere, sta spingendo sulla necessità di avviare piani straordinari di riarmo. Gli intellettuali e giornalisti organici al potere danno man forte e chiamano le piazze a sostegno di un’Unione Europea che parla solo di riarmarsi mentre non hanno il coraggio di dire una parola netta sullo sterminio del popolo palestinese o sui criminali bombardamenti americani in Yemen.
Dopo 17 mesi di orrore indicibile come quello di Gaza il messaggio che le élite israeliane, americane ed europee stanno mandando a tutto il mondo è chiaro: un genocidio in diretta televisiva, con un adeguato apparato propagandistico in grado di falsificare la realtà, le responsabilità e il significato delle parole si può fare. Si può condurre una guerra contro una popolazione civile, tagliare cibo, acqua ed elettricità, si possono ammazzare 50mila persone, forse 70mila (la rivista di medicina The Lancet parla di oltre 186.000 morti per cause dirette e indirette). Si può violare impunemente un accordo di tregua e dire che la colpa sta altrove. Si possono stuprare i prigionieri politici, si possono torturare in maniera sistematica i prigionieri in veri e propri lager. Si può fare. Gaza è laboratorio del possibile e la dimostrazione che anche la democrazia, con le dovute manipolazioni, può essere ridotta a essere una mera procedura decisionale e quindi compatibile con lo sterminio di un popolo, con l’apartheid, con i peggiori orrori che credevamo fossero un’esclusiva del fascismo novecentesco.
Il caso del Genocidio del popolo palestinese dimostra come nel 2025, in una società iperconnessa in cui gli algoritmi determinano orientamenti, informazioni e interessi, sia possibile fare digerire ogni forma di orrore alla popolazione, ridotta in buona parte all’apatia digitale e sempre più incapace di provare sentimenti di umanità, ancor prima di avere una coscienza politica.
Non possiamo permetterci la rassegnazione: denunciamo le gravi responsabilità del Governo italiano e di multinazionali come Leonardo e Iveco nel Genocidio. Fermiamo la corsa al riarmo. Facciamo battere il nostro cuore con gli oppressi di Gaza, con tutti gli oppressi che lottano e resistono alla barbarie del terrorismo di Stato israeliano, del colonialismo e dell’imperialismo. La loro lotta è la nostra lotta. Siamo tutti palestinesi.
IL SILENZIO È COMPLICITA’ – FERMIAMO IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE
Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
freepalestinebz@inventati.org – Telegram “Free Palestine BZ”