Continua indisturbata la guerra ai poveri del Questore di Bolzano Paolo Sartori e la serie di provvedimenti esemplari nei confronti di stranieri immigrati.
Ancora una volta il giornale Alto Adige riporta in maniera acritica le veline della Questura senza porre alcuna domanda, senza indagare sulle persone destinatarie degli ordini di espulsione, sugli effetti catastrofici che tali provvedimenti potrebbero avere nello spingere persone già in gravi difficoltà, verso la più profonda disperazione.
Ma soprattutto si conferma ancora il comportamento cinico e spregiudicato del Questore, sempre ansioso di dimostrare nei suoi comunicati stampa e nella propria comunicazione ai giornalisti la propria produttività che il soggetto in questione misura anche con la quantità di misure preventive firmate.
Da quando Paolo Sartori è diventato responsabile della Questura di Bolzano i giornalisti della carta stampata locale sono in parte diventati dei passacarte, un megafono delle dichiarazioni del Questore e dei suoi comunicati stampa: un mix prestampato in cui sono mischiati giudizi (e pregiudizi) personali, valutazioni politiche e frasi moraliste e ipocrite.
I 4 gatti che ci leggono forse condivideranno con noi lo stupore per le notizie che vengono pubblicate sul principale quotidiano in lingua italiana della Provincia di Bolzano, nel vedere come, per essere destinatari di un espulsione o di una misure preventiva, in molti casi non sia neppure necessario essere autori di un reato (e pure questo ovviamente non dovrebbe essere sufficiente) ma basti semplicemente rientrare in alcune categorie sociali particolarmente invise a Sartori.
Abbiamo già visto come in alcuni casi, per il Questore più amato dall’estrema destra provinciale, partecipare a una manifestazione sia stato sufficiente per ricevere un foglio di via oppure un avviso orale di pubblica sicurezza. Provvedimenti che, non ci stancheremo mai di dirlo, sono completamente arbitrari e frutto di una visione distorta e contorta della realtà, in cui il dissenso e la protesta non rientrano nella dialettica di ogni società libera bensì diventano – attraverso la lente deformante e falsificatoria del Questore – comportamenti devianti e criminali che trasformano compagni e compagne in persone socialmente pericolose e quindi meritevoli di isolamento, misure preventive, vessazioni che incidono sui propri affetti e la propria vita.
Ma certamente chi vive sulla propria pelle gli effetti più tragici e pesanti del comportamento di Sartori sono le persone che vivono ai margini della società, senza un reddito o una casa, costretti a cercare riparo in luoghi di fortuna. Anche qui vediamo come il Questore di fatto criminalizza una condizione sociale e l’articolo dell’Alto Adige che qui riportiamo ne è la perfetta rappresentazione, a partire dal titolo.

Riportiamo anche qui un passaggio dell’articolo:
“Gli agenti della polizia statale, della polizia municipale e i militari dell’Arma hanno identificato 26 persone – 25 stranieri e una bolzanina già nota alle forze dell’ordine – quasi tutte con precedenti penali o di polizia. Tre di loro, non avendo ottemperato al foglio di via emesso dal Questore nei loro confronti, sono stati denunciati. Altre sei sono state sottoposte a verifica da parte dell’Ufficio immigrazione della Questura sulla loro posizione nel nostro Paese. Godono della status di protezione internazionale, ma nei loro confronti il Questore, che ha chiesto alla preposta commissione nazionale la revoca di questo status, ha emesso un decreto di espulsione.”
Il roboante titolo del giornale “Tre denunce, sei espulsi” rientra nel tentativo di legittimare una politica di violenza nei confronti di chi sta per strada: associati a criminali e pericolosi pregiudicati che, secondo il Questore, non hanno alcun titolo per restare in Italia. Sarebbe interessante capire anche per quale motivo queste persone hanno ricevuto un foglio di via; non ci stupiremmo nello scoprire che il motivo è sostanzialmente la loro condizione sociale, il loro essere poveri e non avere una casa. Dovrebbe infatti essere chiaro a tutti che una buona parte delle politiche repressive adottate dal Sartori colpisce determinate persone per quello che sono e non per quello che fanno.
La logica del diritto penale del nemico.
Deve essere chiaro a tutti e tutte che voltare lo sguardo di fronte a questi abusi “perchè tanto non ci tocca direttamente” non è accettabile. Se oggi tocca a chi vive per strada, in accampamenti di fortuna oppure in case diroccate, domani potrebbe toccare a chiunque. Anzi, con l’approvazione del decreto sicurezza, tocca già tutti noi.
Qui di seguito riportiamo la notizia di un’ulteriore espulsione disposta da Sartori, nei confronti di un 55enne di origine albanese, accusato di avere rubato vestiti e un paio di scarpe presso il centro commerciale Twenty di Bolzano. Il comunicato è stato pubblicato sul sito della Questura di Bolzano, il 3 maggio 2025 fra i “fatti del giorno”.


Il comunicato della Questura di Bolzano, nel riportare questa notizia, non manca di rimarcare come l’uomo sia un pregiudicato e quindi, nella versione data alla stampa, una persona cattiva in sè, non meritevole di alcuna comprensione per la sua condizione. Un uomo di quell’età che ruba questo tipo di oggetti ci fa intuire che non si tratta esattamente di un ricco milionario ma ogni empatia viene subito disinnescata da tre elementi che il Sartori non manca mai di sottolineare: STRANIERO, PREGIUDICATO e con precedenti penali e/o di polizia. Insomma: irrecuperabile e pericoloso per la società.
Tutto normale? Tutto regolare?