Iveco defence vehicles (quindi anche lo stabilimento di Bolzano) è stata acquistata da Leonardo con un’operazione da 1,7 miliardi di euro. La transizione sarà finalizzata nel corso del primo trimestre del 2026, previa autorizzazione delle autorità competenti, e comporterà il passaggio integrale dell’azienda sotto il controllo di Leonardo. La parte civile di Iveco sarà invece venduta al gruppo indiano Tata Motors. L’economia di guerra e del genocidio avrà quindi nella zona industriale di Bolzano un perno sempre più importante. Il mercato delle armi e della guerra è, per evidenti motivi, in forte crescita e i grandi gruppi industriali si stanno organizzando in vista della corsa al riarmo lanciata dalle èlite che controllano l’Unione Europea. Se la Von der Leyen ha già stanziato 800 miliardi di euro all’interno del piano rearm Europe/Readiness 2030, nelle scorse settimane i principali paesi della NATO si sono impegnati a portare la spesa dedicata alle armi al 5% del proprio PIL. Ha infatti ragione l’amministratore delegato Cingolani quando dice che “il settore della Difesa terrestre europea è un mercato caratterizzato da forti prospettive di crescita future”.
Va chiarito che le possibilità di crescita future sono direttamente proporzionali al prosieguo della guerra in Ucraina e al possibile scontro diretto con la Russia.
Nel suo rapporto “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio” la relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967 Francesca Albanese ha evidenziato come Leonardo sia pesantemente invischiata in affari con Israele e le sue politiche coloniali e genocide. Un dato con cui la città di Bolzano – ma non solo ovviamente – dovrà fare i conti, se ancora resiste una coscienza e una morale.


Leonardo è un’azienda pesantemente compromessa con l’Esercito israeliano di occupazione e la sua industria bellica e quindi è complice del genocidio del popolo palestinese in atto. In tutta Italia e nel mondo si moltiplicano le iniziative di lotta che denunciano il macigno morale che grava sulla coscienza di questi mercanti di mezzi di morte. Anche a Bolzano solo poche settimane fa un partecipato presidio ha denunciato questo sporco intrigo fra affari, guerra e genocidio.
Solo poche settimane fa, in un articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige il 10 luglio, il direttore dell’Alto Adige Mirco Marchiodi (prossimo a passare alla direzione della sezione altoatesina di Confindustria guarda caso) ha scritto un articolo che, in occasione degli 88 anni dall’apertura della fabbrica, esaltava lo stabilimento di via Volta e le sue collaborazioni con gli eserciti Nato, sottolineando con gioia come quello in corso fosse un periodo particolarmente florido (tradotto: si moltiplicano guerre e genocidi) per l’industria della difesa (leggi: guerra). Iveco DV ha infatti stretti rapporti di affari con l’Esercito italiano e con l’Esercito degli Stati Uniti.
Riportiamo una piccola – e non esaustiva – selezione di articoli per capire quali siano le implicazioni morali (anzi immorali) di questa operazione industriale e quindi di quali enormi responsabilità si è macchiata la dirigenza di queste fabbriche.
Cosa produce Leonardo per Israele Weapon watch 26 gennaio 2024
Le forniture di Leonardo a Israele dopo il 7 ottobre. Smentito il governo Altreconomia 1 ottobre 2024
Leonardo sponsor del genocidio L’indipendente 8 novembre 2024
Altro che stop all’invio di armi, Leonardo continua con le forniture a Israele nonostante la guerra: “7 milioni nel solo 2024” Il fatto quotidiano 1 ottobre 2024
Dall’Italia a Israele passando per gli USA: le armi di Leonardo consegnate a Tel Aviv Pagine esteri 26 agosto 2024
Armi della Leonardo spa “impiegate nei bombardamenti a Gaza” Atlante guerre
