In seguito alla notizia dell´evasione di due detenuti dal carcere di Bolzano è iniziata la caccia all´uomo per le strade della cittá e proprio mentre scriviamo veniamo a conoscenza della cattura di uno.

La ricerca della libertá è una tensione naturale e le evasioni vanno salutate come un atto di resistenza di fronte a un sistema carcerario strutturalmente disumano, in cui uomini e donne sono ammassati in celle sovraffollate, rese particolarmente invivibili dal caldo torrido. Le carceri sono un buco nero in cui finiscono uomini e donne in gran parte proletari e sottoproletari e dove sopravvivere è difficile. C´è chi si riempie di psicofarmaci e calmanti (l´amministrazione penitenziaria di solito è generosa con la distribuzione di questi prodotti), chi fa atti di autolesionismo per protestare o per esprimere il proprio disagio, chi si appende alle sbarre.
Solo nel corso del 2024 nel carcere di Bolzano c´è stata un´epidemia di scabbia, oltre a 5 tentativi di suicidio e numerosi atti di autolesionismo.
Possiamo immaginare quali siano le condizioni vita all´interno e la disperazione di chi è costretto a passare un pezzo della propria vita in quelle celle, spesso per motivi legati alle dipendenze, alla mancanza di soldi. Nella gran parte dei casi per condanne che potrebbero essere scontate in altro modo se queste persone avessero una difesa degna di questo nome e una casa a cui tornare.
Ricordiamo come nel luglio 2024 i detenuti del carcere siano stati protagonisti di una protesta (per tre giorni i detenuti organizzarono una battitura per denunciare le condizioni di sovraffollamento, le condizioni igieniche inaccettabili e i suicidi in aumento). Alcuni compagni andarono sotto le mura del carcere per portare solidarietá e spezzare l´isolamento e l´indifferenza con cui si vogliono mantenere questi buchi neri nel cuore della cittá.

Per avere salutato i detenuti in lotta questi compagni sono stati denunciati dalla Questura di Bolzano e un compagno ha ricevuto un foglio di via di due anni dal Comune di Bolzano pagandone ancora adesso le conseguenze, sottoposto a limitazioni arbitrarie fuori da ogni controllo. Una persecuzione politica che vede funzionari della Questura negare in maniera sistematica la libertá di movimento, di pensiero, di protesta e di coltivare i propri affetti.
Fatta questa breve premessa rileviamo cosa è stato vergognosamente pubblicato sul quotidiano Alto Adige, che riporta senza problemi un delirante comunicato del sindacato della polizia penitenziaria SAPPE.
In seguito all´evasione dal carcere di Bolzano, queste sono le parole scritte da Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che non manca di apprezzare le recenti norme approvate dal Governo Meloni, in particolare nel decreto sicurezza (introduzione reato rivolta in carcere e CPR, sanzioni draconiane contro Resistenza passiva, ecc.)
Abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per il Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri. Ma i responsabili degli atti di violenza in carcere o di evasioni devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri, devono essere subito espulsi dall’Italia: se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se invece si trattasse di detenuti con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzioni, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione”.
Un documento programmatico che dimostra quali siano le tensioni interne ad alcuni apparati dello Stato non proprio “democratici”.Quando leggiamo di risposta ferma non possiamo non pensare alle innumerevoli inchieste in tutta Italia che dimostrano come le carceri siano spesso terra di nessuno, sottoposta all´arbitrio e all´omertá piú totale. Casi di torture e vessazioni contro i detenuti che attraversano le carceri di tutta Italia, da Torino a Trapani. Una situazione pericolosa a cui personaggi che fanno apologia della tortura e della violenza come il sottosegretario alla Giustizia Delmastro garantiscono copertura politica e istituzionale.