‘Mi annoio, quindi sparo’: La banalità del male nel Genocidio a Gaza

Riportiamo qui la traduzione di un altro interessante articolo di Oren Ziv, uscito il mese scorso sul sito israeliano +972 che riporta ciò che in sostanza già sappiamo ma che, nelle parole di alcuni uomini corresponsabili del genocidio ma non ancora del tutto privi di coscienza, trovano una tragica conferma.

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[Bozen] Demonstrationsverbote, strikte Vorschriften, mündliche Verwarnungen und Stadtverbote: der neue Quästor Paolo Sartori verfolgt Andersdenkende

BOZEN: Demonstrationsverbote, strikte Vorschriften (prescrizioni) für Demonstrationen, mündliche Verwarnungen (avvisi orali) und Stadtverbote (fogli di via): der neue Quästor Paolo Sartori und die Bozner Politische Polizei verfolgen Andersdenkende

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[Bolzano] Prescrizioni, Cortei vietati, avvisi orali, fogli di via: il Questore di Bolzano perseguita chi dissente

Prescrizioni, Cortei vietati, avvisi orali, fogli di via: il Questore e la polizia politica di Bolzano perseguitano chi dissente

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[Bolzano] 2 giugno Una Repubblica complice di un genocidio? Manifestazione in piazza Domenicani

Domenica 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica e relativa esibizione militare in piazza Walther, l´assemblea solidale con il popolo palestinese di Bolzano lancia una nuova manifestazione contro il Genocidio in corso in Palestina.
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[Bolzano] Striscioni in cittá per ricordare la Nakba del popolo palestinese

Il 15 maggio 2024 segna i 76 anni dalla Nakba (distruzione) per il popolo palestinese, ovvero la fondazione dello Stato di Israele, il 15 maggio 1948, data che indica l´inizio di una costante e inesorabile pulizia etnica che vede nel genocidio attualmente in corso a Gaza la sua fase piú brutale.

Nella costante opera di falsificazione del passato operata dalle classi dominanti una delle pagine piú oscurate e mistificate é proprio quella relativa alle prime fasi della nascita dello Stato sionista e alla relativa espulsione di circa 700.000 di palestinesi dalle proprie terre, dai propri villaggi, ad opera delle milizie paramilitari sioniste. Decine di quartieri cittadini vennero evacuati e oltre 500 villaggi palestinesi distrutti o sfollati, per essere poi ripopolati da coloni in fuga dall´Europa, ma non solo. Migliaia di palestinesi vennero uccisi in decine di massacri come quello di Deir Yassin. In occasione di questo tragico anniversario alcuni compagni e compagne solidali con il popolo palestinese hanno affisso in cittá alcuni striscioni, per trasformare la memoria in uno strumento di critica e lotta alle ingiustizie di oggi. Per ricordare che la Nakba é un progetto politico dell´establishment sionista, razzista e suprematista israeliano ancora in corso.

Non é possibile vivere normalmente mentre é in corso un genocidio.

Viale Europa, Bolzano, 15 maggio 2024. 76 anni dalla Nakba palestinese

Profugo

di Mahmoud Darwish

Hanno incatenato la sua bocca

e legato le sue mani alla pietra dei morti.

Hanno detto: “Assassino!”,

gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere

e lo hanno gettato nella cella dei morti.

Hanno detto: “Ladro!”,

lo hanno rifiutato in tutti i porti,

hanno portato via il suo piccolo amore,

poi hanno detto: “Profugo!”.

Tu che hai piedi e mani insanguinati,

la notte è effimera,

né gli anelli delle catene sono indistruttibili,

perché i chicchi della mia spiga che va seccando

riempiranno la valle di grano.

Striscione per ricordare la Nakba palestinese di fronte al monumento alla vittoria. Un simbolo delle intenzioni fasciste di assimilare la popolazione di madrelingua tedesca

Carta di identitá

di Mahmoud Darwish

Ricordate!
Sono un arabo
E la mia carta d’identità è la numero cinquantamila
Ho otto bambini
E il nono arriverà dopo l’estate.
V’irriterete?

Ricordate!
Sono un arabo,
impiegato con gli operai nella cava
Ho otto bambini
Dalle rocce
Ricavo il pane,
I vestiti e i libri.
Non chiedo la carità alle vostre porte
Né mi umilio ai gradini della vostra camera
Perciò, sarete irritati?

Ricordate!
Sono un arabo,
Ho un nome senza titoli
E resto paziente nella terra
La cui gente è irritata.
Le mie radici
furono usurpate prima della nascita del tempo
prima dell’apertura delle ere
prima dei pini, e degli alberi d’olivo
E prima che crescesse l’erba.
Mio padre… viene dalla stirpe dell’aratro,
Non da un ceto privilegiato

e mio nonno, era un contadino
né ben cresciuto, né ben nato!
Mi ha insegnato l’orgoglio del sole
Prima di insegnarmi a leggere,
e la mia casa è come la guardiola di un sorvegliante
fatta di vimini e paglia:
siete soddisfatti del mio stato?
Ho un nome senza titolo!

Ricordate!
Sono un arabo.
E voi avete rubato gli orti dei miei antenati
E la terra che coltivavo
Insieme ai miei figli,
Senza lasciarci nulla
se non queste rocce,
E lo Stato prenderà anche queste,
Come si mormora.

Perciò!
Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:
Non odio la gente
Né ho mai abusato di alcuno
ma se divento affamato
La carne dell’usurpatore diverrà il mio cibo.
Prestate attenzione!
Prestate attenzione!
Alla mia collera
Ed alla mia fame!

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[Bolzano] Guerra ai poveri. Il senso del Questore per la legge

Da marzo a Bolzano si è insediato il nuovo Questore Paolo Sartori. Da subito si è contraddistinto per un disinvolto rapporto con i media e con la politica. Un presenzialismo ed una sovraesposizione mediatica in cui non si contano le interviste rilasciate a giornali e media di ogni tipo, gli incontri con politici locali, le strette di mano con personaggi del mondo economico che conta, quello che detiene il potere. Dal Presidente di Confindustria a quello degli albergatori, dal Presidente della Camera di Commercio fino ai principali esponenti politici locali. Se negli anni passati a fatica si ricordano i nomi dei capi della Questura, ora ci troviamo di fronte a un evidente cambio di passo, dal punto di vista della gestione della comunicazione ma non solo, come vedremo.

Pare molti, dagli editorialisti sui giornali a zelanti cittadini preoccupati, siano entusiasti del pugno di ferro esercitato dallo sceriffo Sartori. Fin dai primi giorni è stato evidente come la tanto sbandierata tolleranza zero sia stata fatta pesare nei confronti di chi vive per strada, di chi non ha una casa, di chi è senza documenti, di chi si fuma una canna, di chi lotta e protesta. 

In una delle sue innumerevoli interviste il Questore insiste sulla necessità di aumentare fra le persone la percezione della sicurezza, perchè la gente “vuole vedere i lampeggianti” delle volanti. La percezione della realtà, ça va sans dire, è soggettiva, influenzabile e manipolabile, ed è legata a diversi fattori quali l’età, l’istruzione, la condizione economica, ecc. L’insicurezza, spesso indotta da paure costruite a tavolino, ha fatto la fortuna elettorale di partiti reazionari come Lega e Fratelli d’Italia i quali, fomentando la paura dell’immigrato, del diverso, attraverso i propri canali social distorcono la realtà dettando l’agenda alle forze di polizia e alla politica.

Lo scarto fra realtà e percezione viene quindi colmato con una sequela inesauribile di comunicati ai media locali in cui l’ufficio stampa della Questura fornisce ai media locali notizie con i titoli già pronti.

Da Salto.bz

Dall’arrivo del nuovo Questore i comunicati sono aumentati esponenzialmente e quasi ogni giorno vengono riportate le notizie di lunghi elenchi di misure preventive (fogli di via, avvisi orali, Daspo ecc.) adottate nei confronti di chi vive ai margini della città, dove non arriva la luce delle vetrine dei centri commerciali e l’opulenza del centro storico. Come riporta il giornale online Salto.bz l’ufficio stampa della Questura ha emesso: “52 comunicati stampa nel solo mese di marzo, contro i 19 dei primi due mesi dell’anno e più di tutti i comunicati messi insieme nei quattro mesi precedenti.”

Prima pagina Alto Adige. 8 maggio 2024

“Lavoratori senza tetto”. Dall’Alto Adige di mercoledì 8 maggio 2024

Preso dalla frenesia di firmare espulsioni, fogli di via, avvisi orali, espulsioni e rimpatri, Sartori non si sofferma troppo sulle vite di queste persone. Immaginiamo nella sua testa una certa ansia da prestazione e la necessità di comunicare risultati nel corso delle interviste, costi quel che costi. “Occorre aumentare la percezione della sicurezza” quindi bisogna fare pulizia di marginali e senzatetto, spesso lavoratori che non possono permettersi di affittare una casa o che non trovano nessuno disposto ad affittarla a un arabo oppure a un nero africano. Risultati a buon mercato ed è così che il 12 aprile l’associazione Bozen solidale riporta la notizia che un loro conoscente, O. ha ricevuto un foglio di via da parte del Questore. La sua storia è quella di tanti proletari stranieri che vivono nelle nostre città, invisibili, senza diritti, senza voce, spesso sfruttati e sottopagati:

Ce lo stavamo aspettando e, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato il foglio di via da Bolzano per O., a Bolzano dal 2017, lavoratore, come tante persone migranti incagliato da sempre in procedure escludenti per avere uno straccio di documento. O. cerca da sempre di barcamenarsi come può tra lavori precari e spesso sottopagati nel campo della ristorazione e da anni frequenta corsi professionalizzanti a Merano. Non ha una residenza a Bolzano perché, come noto, risulta impossibile trovare una casa; il buco nero è vivere per strada, pagare residenze fittizie, aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di avere una vita dignitosa.

Le motivazioni con cui Sartori giustifica il foglio di via sono indicative dell’assoluta arbitrarietà con cui tali misure vengono emesse contro persone spesso non in grado di difendersi legalmente:

“Quale è la colpa di O? Secondo il documento della Questura di Bolzano, “Bivaccare”, “Occupare spazi del parco tenendo un comportamento lesivo del decoro della quiete pubblica (?)”, “consumare alimenti e bevande sul marciapiede adiacente il cantiere WaltherPark” “rappresentando un impedimento alla circolazione pedonale e alla fruizione del bene pubblico”.

Parole generiche, ma qui è evidente che il problema di O. è la sua condizione sociale ed economica, nient’altro. E questa è una storia che conosciamo grazie a un associazione che segue da vicino queste persone ma chissà quante altre se ne potrebbero raccogliere.

Oltre ai vari senzatetto colpiti dalle misure del Questore, anche due compagni che da mesi sono in prima linea nella mobilitazione contro il genocidio del popolo palestinese sono stati raggiunti da un avviso orale; un provvedimento che non implica alcuna limitazione della libertà personale ma che il Questore utilizza per “invitare” soggetti ritenuti pericolosi a mantenere una condotta conforme alla legge. 

Mentre il nostro Governo è corresponsabile di guerre e genocidi, mentre l’industria bellica macina osceni profitti, speculatori immobiliari violentano la nostra città e la corruzione dilaga fra i colletti bianchi, anche a Bolzano la Questura fa ricorso ad un utilizzo spregiudicato delle misure preventive per avere “numeri” consistenti da vendere ed esibire ai media locali.

In questa città non bastano a volte due stipendi per affittare una casa e mettere insieme il pranzo con la cena, i lavoratori muoiono quotidianamente sul posto di lavoro, molti evitano di curarsi per fare la spesa. La solitudine e la depressione dilagano, così come l’abuso di alcool e i suicidi.

Riprendendo la frase attribuita a Maria Antonietta di Francia durante una rivolta popolare per la mancanza di pane “Se non hanno più pane, che mangino brioche” al nuovo corso della Questura cittadina si potrebbe attribuirne un’altra simile: “Se il popolo non ha più pane e case decenti fate vedere loro i fogli di via e gli avvisi orali elargiti agli indesiderabili”.

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[Bolzano] Resoconto manifestazione 4 maggio contro il Genocidio a Gaza

Riprendiamo da Bergteufelbz.noblogs.org il resoconto dell’ultimo corteo solidale con il popolo palestinese che ha attraversato la città di Bolzano sabato scorso. Una manifestazione riuscita che ha unito la critica e la lotta contro le complicità locali nell’industria bellica (vedi IVECO dv e Leonardo con la start up Flying basket attiva in città) alla denuncia del clima repressivo che fin dall’inizio ha caratterizzato la mobilitazione solidale con il popolo palestinese, in città come altrove. Dalla sistematica schedatura di ogni manifestante (foto e riprese video effettuate in modo ossessivo dalla polizia politica) alle denunce, dalle manganellate agli avvisi orali (minacce istituzionali) nei confronti di due compagni, la Questura non ha infatti nascosto l’atteggiamento ostile nei confronti di una mobilitazione che vuole imporre la fine del Genocidio del popolo palestinese. Di fronte all’orrore di cui anche il Governo italiano è complice non è più il tempo della paura. Di fronte al terrorismo di Stato a Gaza, legittimato dalle democrazie occidentali, è tempo di lottare con coraggio. Ci vorrebbero silenti, apatici, impotenti, confusi , persi nel marasma digitale. La lotta sta risvegliando sempre più coscienze.

Trasformare le loro guerre e il loro orrore in 10, 100, 1000 Vietnam a casa loro è il dovere di chiunque ami la libertà e la giustizia. Siamo tutti palestinesi.

Per una giornata piazza Municipio è stata dedicata al popolo palestinese e alla sua Resistenza

Nel pomeriggio di sabato 4 maggio, un corteo di circa 200 persone, chiamato dall’assemblea cittadina in solidarietà con il popolo palestinese, ha attraversato, per l’ennesima volta in questi mesi, le strade di Bolzano. Come nelle altre occasioni, una discreta presenza di giovani e giovanissimi, oltre a diversi palestinesi e membri di altre comunità arabe.

Il passaggio davanti alla Questura è stato un’occasione per sottolineare il ruolo delle forze dell’ordine nell’impedire con ogni mezzo che le manifestazioni in solidarietà con la Palestina assumano forme più incisive della mera testimonianza, il clima repressivo che in uno Stato in guerra non può che appesantirsi – e al quale è necessario reagire – e l’atteggiamento della Questura bolzanina nei confronti delle piazze degli ultimi mesi, con prescrizioni irricevibili, numerose denunce (l’ultima notificata quella per turbamento di funzioni religiose a due compagne e due compagni che la mattina di Natale hanno interrotto la messa in Duomo in solidarietà con Gaza) e in un paio di occasioni l’uso della forza, fino agli avvisi orali a due compagni con esplicita minaccia di richiesta della sorveglianza speciale se non dovessero modificare la propria condotta.

Giunti nei pressi della stazione ferroviaria, la testa del corteo – seguita da buona parte dei partecipanti – si è infilata in un ingresso secondario, raggiungendo la banchina del primo binario, dove per un po’ si sono susseguiti cori e interventi al megafono rivolti ai numerosi viaggiatori assiepati in attesa, mentre la celere, subito entrata in stazione da due lati, rimaneva a distanza. Una sortita simbolica, che tuttavia ha provocato comunque una breve interruzione del traffico ferroviario. Un modo per ricordare a noi stessi e suggerire ad altri che, in tempi di guerra e di partecipazione diretta del proprio Stato a un genocidio, dovrebbe essere quasi un automatismo organizzarsi per intralciare, ciascuno nel proprio territorio, tutte le articolazioni della logistica e dell’economia di guerra – che si moltiplicano, nel momento in cui tutto il sistema produttivo e sociale viene sempre di più orientato verso la preparazione alla guerra. L’esempio che è stato ricordato è il recente accordo fra Rete Ferroviaria Italiana e il colosso degli armamenti Leonardo per adeguare, anche attraverso i sistemi informatici di quest’ultimo, le linee ferroviarie alle esigenze dei trasporti militari. Una volta usciti attraversando l’atrio e ricongiunti con il resto del corteo che nel frattempo aveva tenuto bloccata la rotonda davanti alla stazione, si è ripartiti per le vie del centro.

Un passo minimo ma di buon auspicio, nella speranza che il vento che viene dai campus occupati negli Stati Uniti arrivi presto anche alle nostre latitudini.

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[Bolzano] Presidio contro Start-up Flying Basket e colosso delle armi Leonardo

Venerdì 26 aprile alcune decine di solidali con il popolo palestinese hanno partecipato al presidio di fronte alla Start-Up sudtirolese Flying Basket, in via Fermi, nella zona industriale di Bolzano.

Il presidio, organizzato dall’assemblea solidale con il popolo palestinese di Bolzano, è stata un’occasione per denunciare pubblicamente le complicità di Leonardo nel genocidio in corso a Gaza e di conseguenza l’attività di Flying Basket, azienda che produce droni ufficialmente per uso civile. In un’epoca storica in cui i droni sono un mezzo centrale nelle guerre attualmente in corso dovrebbe essere evidente come il lavoro dell’ambiziosa Start-Up di fatto rappresenti un centro di ricerca che sviluppa tecnologia a doppio uso ovvero utilizzabile anche per scopi militari, a supporto della logistica militare, dell’implementazione di linee di rifornimento, ecc. Non si spiega altrimenti l’interesse del colosso degli armamenti Leonardo, che ha da alcuni mesi acquisito il 10% di Flying Basket.

La collaborazione fra i ricercatori sudtirolesi e Leonardo è iniziata in realtà già da alcuni anni. Già nel dicembre 2021 Flying Basket, in collaborazione con Leonardo e Poste Italiane, ha condotto a Torino prove di consegna di carichi pesanti.

Prove di trasporti “pesanti” a Torino, in collaborazione con Leonardo e Poste italiane

Come emerge da un articolo pubblicato sul settimanale sudtirolese FF, Leonardo ha investito circa un milione di euro nella Start-up e gli stessi fondatori riconoscono che teoricamente un utilizzo militare dei loro droni è possibile, anche se non sono progettati ufficialmente per questo scopo. Evidentemente i due giovani ricercatori Moritz e Matthias Moroder non hanno problemi di coscienza nel collaborare con una multinazionale complice del genocidio del popolo palestinese e nella guerra al popolo curdo da parte di Erdogan, nonché parte attiva nelle guerre combattute in mezzo mondo. Come dicono essi stessi nell’ articolo: “non ci possiamo permettere il lusso di scegliere gli investitori”.

Data l’indubbia intelligenza dei due sudtirolesi, autori fra l’altro di un comunicato stampa in cui tengono a sottolineare come i loro prodotti non siano concepiti per utilizzo militare, essi sanno benissimo che l’investimento di Leonardo in Flying Basket non è legato al trasporto di pacchi postali ma al possibile utilizzo dei droni nelle reti logistiche dell’Esercito oppure ad un utilizzo militare diretto.

Polizia di fronte alla sede della Start-up Flying-Basket, in zona industriale a Bolzano.

Ad ogni modo, seguendo la loro attività appare chiaro come l’interesse militare nello sviluppo di droni cargo sempre più efficienti sia evidente, come dimostrano le esercitazioni fatte nel porto di Taranto con la collaborazione della Marina militare.

Nel momento storico attuale non è accettabile collaborare con aziende come Leonardo, che aumentano i propri profitti con la deriva in corso verso la terza guerra mondiale. Non può essere normale fare affari con chi lucra su guerra, oppressione e disperazione. Le armi che uccidono nei teatri di guerra di tutto il mondo vengono progettate e costruite nei centri di ricerca e nelle industrie occidentali. Il minimo che possiamo fare e denunciare pubblicamente le complicità locali nel business della guerra e del genocidio del popolo palestinese. 

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[Bozen] 4 Mai Demo: Stoppen wir den Genozid am palästinensischen Volk

Stoppen wir den Genozid am palästinensischen Volk

Greifen wir die westlichen Kompliz:innen des Staates Israel an, gegen das Klima der Normalisierung und Unterdrückung

Seit sieben Monaten führt der Staat Israel die letzte Stufe genozidaler Praxen gegenüber dem palästinensischen Volk durch. Er tut dies mit bedeutender Kompliz:innenschaft und direkter – politischer, wirtschaftlicher und militärischer – Unterstützung aller westlichen Staaten, einschließlich Italiens. Es ist sinnlos, die Zahl der massakrierten Zivilist:innen und die entsetzlichen Zustände im Gazastreifen zu wiederholen, denn nur diejenigen, die es nicht wissen wollen, wissen nicht darum. Das Risiko besteht darin, sich an das Grauen des ersten automatisierten Völkermords zu gewöhnen (die israelische Armee setzt Systeme der künstlichen Intelligenz ein, um Ziele zu identifizieren, die bombardiert werden sollen, wodurch sich die Zahl der zivilen Opfer vervielfacht), der live im Fernsehen übertragen wird.

Es handelt sich dabei um einen Vernichtungskrieg, der eine der Fronten des weltweiten Konflikts darstellt, in den uns die Staaten und die Industrie hineinziehen. Dem Beispiel der “einzigen Demokratie im Nahen Osten” (Israel) folgend, wird auch in den europäischen Demokratien das gesamte Produktions- und Gesellschaftssystem täglich auf die Vorbereitung des Krieges ausgerichtet. Vor wenigen Tagen wurde bekannt, dass das italienische Eisenbahnunternehmen Rete Ferroviaria Italiana ein Abkommen mit dem Rüstungsunternehmen Leonardo unterzeichnet hat, um sich anhand dessen IT-Systemen den Anforderungen von Waffen- und Rüstungstransporten anzupassen.

Ein Staat, der sich auf einen Krieg vorbereitet, kann keine andersdenkenden Stimmen in seinem Inneren zulassen – deshalb zensiert und züchtigt er jene, die sich der atlantischen und pro-israelischen Propaganda nicht anschließen. Das geht soweit, dass, wie es in Berlin vorgefallen ist, sogar Konferenzen von der Polizei unterbrochen werden, weil angeblich über verbotene Konzepte gesprochen wurde.

In Bozen hat die Questur von Anfang an versucht, die Solidaritätsdemonstrationen mit Palästina zu behindern. Durch den Einsatz von Gewalt, durch untragbare Auflagen und zahlreichen Anzeigen gegen die Demonstrant:innen bis hin zur Androhung des Regimes der “außergewöhnlichen Überwachungsmaßnahmen” (sorveglianza speciale) für zwei Genossen,  dabei handelt es sich um eine Art Hausarrest mit der Begründung einer allgemeinen “sozialen Gefährlichkeit”. Das politische Klima hat sich mit der Ankunft des neuen Questors Paolo Sartori weiter verschlechtert, der keine Gelegenheit auslässt, um auf den Titelseiten der Zeitungen hartes Durchgreifen gegen Ausländer:innen ohne Papiere und andere unerwünschte Personen zu fordern.

Doch selbst dieses Klima der Einschüchterung und Drohungen kann das Bewusstsein um die Bedeutung des in Palästina geführten Kampfes zwischen Heimat aller Unterdrückten und Labor aller Unterdrückungen nicht auslöschen. Wir wissen, dass die Auflösung dieses Widerspruches auch über unsere Zukunft entscheiden wird, und dass die einzige Chance, den Völkermord und den Weg, der zu einem Welt- und Atomkrieg führt, zu stoppen, in der Geschichte der antimilitaristischen und internationalistischen Bewegungen geschrieben steht: Wir müssen uns organisieren, um die Logistik und die Ökonomie des Krieges zu sabotieren und zu blockieren, den militärisch-industriellen Komplex in all seinen Artikulationen anzugreifen und es all jenen schwer zu machen, die daran mitschuldig sind.

Versammlung in Solidarität mit dem palästinensischen Volk – Bozen
Info: freepalestinebz@inventati.org

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[Bolzano] 4 maggio manifestazione contro il genocidio del popolo palestinese

Sabato 4 maggio, alle ore 15.30 una nuova manifestazione contro il genocidio del popolo palestinese attraverserà le strade della città. L’assemblea solidale con il popolo palestinese di Bolzano ha lanciato questa nuova mobilitazione per rompere il clima di indifferenza e assuefazione che la propaganda guerrafondaia ci vuole imporre. Perchè non può essere normale abituarsi al massacro sistematico di donne e bambini. Non può essere normale che media e politica in modo pressochè univoco, accettino il masacro di 15.000 bambini senza particolari problemi morali.

La manifestazione partirà alle ore 15.30 dall’incrocio fra via Museo e via Cassa di Risparmio. Per ricordare che il Governo italiano è complice in questo genocidio e che anche a Bolzano ci sono aziende come IVECO Defence vehicles, che macinano profitti sulla guerra oppure aziende che collaborano e fanno affari con il colosso degli armamenti Leonardo, come la Start-up sudtirolese Flying Basket, produttrice di droni.

A distanza di oltre 6 mesi dall’inizio del genocidio è urgente impedire la normalizzazione dello sterminio del popolo palestinese. Proprio in queste settimane le Università americane ed europee sono in rivolta contro i crimini di Israele e dei suoi complici occidentali e anche a Bolzano possiamo e dobbiamo dare un importante contributo, smascherando chi fa affari con la guerra.

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese

Attacchiamo i complici occidentali dello Stato d’Israele, rompiamo il clima di assuefazione e repressione

Da ormai sette mesi lo Stato d’Israele sta perpetrando quello che vorrebbe essere l’atto finale della sua politica esplicitamente genocida nei confronti del popolo palestinese. Lo sta facendo con la sostanziale complicità e il sostegno diretto – politico, economico e militare – di tutti gli Stati occidentali, Italia compresa. Inutile ripetere il numero dei civili massacrati e le condizioni inenarrabili nella Striscia di Gaza, ormai solo chi non vuol sapere può non conoscerle. Il rischio è quello di abituarsi all’orrore del primo genocidio automatizzato (l’esercito israeliano usa sistemi di intelligenza artificiale per individuare gli obiettivi da bombardare, moltiplicando le vittime civili) e compiuto in diretta televisiva.

Una guerra di sterminio che è anche uno dei fronti del conflitto mondiale in cui gli Stati e l’industria ci stanno trascinando. Seguendo l’esempio dell’«unica democrazia del Medio Oriente» (Israele), ogni giorno più esplicitamente anche nelle democrazie europee l’intero sistema produttivo e sociale viene indirizzato verso la preparazione alla guerra. È notizia di qualche giorno fa che Rete Ferroviaria Italiana ha sottoscritto un accordo con il colosso degli armamenti Leonardo per adeguarsi, anche attraverso i sistemi informatici di quest’ultimo, alle esigenze dei trasporti bellici.

Uno Stato che si prepara alla guerra non può permettersi al proprio interno voci dissonanti – per questo censura e manganella chiunque non si accodi alla propaganda atlantista e filoisraeliana. Fino ad arrivare, a Berlino, all’incredibile interruzione di un convegno da parte della polizia per non essersi attenuti a un elenco di concetti che sarebbe stato vietato esprimere.

A Bolzano la Questura ha provato fin dall’inizio a ostacolare le manifestazioni in solidarietà con la Palestina, anche con l’uso della forza oltre che con prescrizioni inaccettabili e numerose denunce, fino alla minaccia di richiedere la sorveglianza speciale (sorta di arresti domiciliari motivati con una generica «pericolosità sociale») per due compagni. Il clima è ulteriormente peggiorato con l’arrivo del nuovo Questore Paolo Sartori, che nel frattempo non perde occasione per rivendicare dalle prime pagine dei giornali l’ennesimo giro di vite contro stranieri senza documenti e altri indesiderati.

Un clima che non può cancellare la consapevolezza che lo scontro fra la patria mondiale degli oppressi e il laboratorio di tutte le oppressioni che si sta consumando in Palestina deciderà anche del nostro futuro, e che l’unica possibilità di fermare il genocidio e la china che conduce a una guerra mondiale e nucleare è scritta nella storia dei movimenti antimilitaristi e internazionalisti: organizzarsi per sabotare e bloccare la logistica e l’economia di guerra, attaccare il complesso militare-industriale in tutte le sue articolazioni, mettere in difficoltà tutti coloro che si rendono complici.

Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
Info: freepalestinebz@inventati.org

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