[Bolzano] Nè con Putin, nè con la NATO. Un testo distribuito alla manifestazione contro la guerra in Ucraina

L’invasione russa dell’Ucraina dimostra ancora una volta l’ipocrisia e i doppi, se non tripli standard, con cui l’Occidente condanna o meno le operazioni militari di aggressione. Per capire ciò che sta succedendo in Ucraina oggi è necessario ricordare le modalità con cui il capitalismo occidentale negli ultimi anni ha difeso i propri interessi in ogni parte del mondo nello spregio di ogni forma di cosiddetta legalità internazionale, una parola che tradotta significa “legge del più forte”. Essere contro la guerra non significa nulla se alla protesta contro le azioni russe non si unisce la critica e la lotta alle politiche guerrafondaie degli Stati Uniti e della NATO, facce della stessa medaglia.

Essere contro la guerra non significa nulla se non viene portata avanti anche la critica e la lotta contro le politiche predatorie del capitalismo che negli ultimi 20 anni hanno messo in ginocchio centinaia di milioni di persone nei teatri di guerra voluti dai paesi occidentali o dai suoi alleati come l’Arabia Saudita, i cui bombardamenti criminali e indiscriminati in Yemen (anche con bombe prodotte in Italia) non hanno nessuna copertura mediatica. Essere contro la guerra non significa nulla se alla condanna dell’aggressione militare di Putin non si unisce la condanna delle politiche militariste della NATO, un’organizzazione che per giustificare la propria esistenza e la propria sopravvivenza alla guerra fredda ha il costante bisogno di costruire nemici e provocare conflitti in cui sofgare il mercato delle armi e dei mezzi militari.

Uno striscione esposto alla manifestazione contro la guerra in Ucraina a Bolzano. Foto presa da Bolzano antifascista

Nella manifestazione contro la guerra in Ucraina che si è tenuta sabato 26 febbraio in Piazza Walther a Bolzano alcuni compagni hanno ritenuto necessario portare contenuti critici capaci di andare oltre la mera condanna di circostanza in una mobilitazione che rischiava di diventare una sterile passerella delle diverse organizzazioni aderenti. Gli organizzatori della manifestazione hanno scelto di non fare interventi al microfono oppure la megafono perchè secondo loro “il silenzio parlerebbe da solo”. Al di là della colossale idiozia di fare una manifestazione in cui non si parla, ragiona e riflette (le manifestazioni non servono proprio per ragionare collettivamente?), tale modalità da flash-mob è altresì indicativa del vuoto pneumatico che attraversa il movimento che dovrebbe essere pacifista e la sinistra in generale. Usiamo il condizionale perchè a Bolzano come in tutta Italia fra gli organizzatori della manifestazione vi erano anche esponenti del Partito Democratico, un partito che negli ultimi decenni ha votato e finanziato insieme ai loro colleghi di destra, ogni sorta di missione militare.

Foto presa da Bolzano antifascista

Di seguito il testo di un volantino, pubblicato anche sulla pagina Fb Bolzano antifascista, che è stato distribuito in Piazza Walther nel corso della manifestazione. Un contributo al dibattito e alla lotta contro la guerra. Per tenere viva la memoria recente e per andare alla radice delle cause dei conflitti armati, eventi tutt’altro che imprevedibili.

CONTRO L´AGGRESSIONE RUSSA E CONTRO LA NATO

NO ALLE GUERRE DEI PADRONI

Pochi giorni fa il segretario della NATO Jens Stoltenberg ha affermato trionfante come questo sia il settimo anno consecutivo di aumento della spesa della Difesa degli Alleati europei, accresciuta di 270 miliardi di dollari dal 2014. Secondo uno studio dell´osservatorio Milex per il 2022 il Governo italiano prevede una spesa militare che sfiora i 26 miliardi di euro, con l´obiettivo di allinearsi alla richiesta dell´Alleanza atlantica ad ogni paese membro di dedicare almeno il 2% del PIL alla difesa. Tutto questo mentre non ci sono i soldi per asili, scuole oppure ospedali e sanitá di base.

Dopo 2 anni di pandemia in cui si é straparlato di tutto tranne che delle cause strutturali alla radice delle epidemie (devastazione ambientale, inquinamento, megalopoli, mancanza di strutture sanitarie adeguate, ecc.) la guerra che é appena scoppiata in Ucraina realizza le promesse fatte dai vari governi succedutesi negli ultimi 2 anni: tornare alla vita di prima, ovvero la miseria e la propaganda a cui siamo assuefatti da oltre 20 anni: la guerra combattuta direttamente dagli eserciti lá dove il capitale lo richiede, fomentata attraverso milizie amiche oppure con supporto finanziario e mediatico alle parti in causa. Il tutto raccontato da cronisti embedded, compiacenti autori di una narrazione mediatica funzionale a giustificarle all´opinione pubblica.

Se i bombardamenti su Belgrado nel 1999, l´invasione e l´occupazione ventennale dell´Afghanistan, l´invasione e la distruzione dell´Iraq nel 2003 e i bombardamenti in Libia nel 2011 avevano l´obiettivo di estendere la sfera di influenza e gli interessi del capitalismo occidentale (ricordate quando Bush affermó come il tenore di vita degli americani non fosse negoziabile?), l´invasione dell´Ucraina oggi come quella della Georgia nel 2008 da parte delle truppe russe hanno l´obiettivo di difendere gli interessi geostrategici, politici ed economici russi.

Ancora una volta gli interessi economici del grande capitale e degli Stati si giocano sulla pelle dei proletari. Dopo i popoli mediorientali e musulmani, costantemente massacrati, demonizzati e disumanizzati dalla propaganda coloniale, razzista e guerrafondaia negli ultimi decenni, stavolta il campo di battaglia ritorna in Europa, alle nostre porte. E stavolta i profughi saranno in gran parte biondi, cristiani, con la pelle bianca e gli occhi azzurri.

In Ucraina rischia di accadere ció che é successo in Siria nell´ultimo decennio ovvero un luogo in cui si svolge una guerra mondiale per procura dove da tempo sono iniziate ad affluire enormi quantitá di armi e tecnologie militari devastanti. Un incredibile business grondante sangue che in Italia arricchisce in primis produttori di armi e mezzi militari come Finmeccanica o Iveco Defence Vehicles, operante qui a Bolzano e da anni fornitore dei blindati Lince all´Esercito russo e di mezzi militari anfibi all´Esercito degli Stati Uniti. A loro si aggiungono banche come ad esempio Unicredit, Deutsche Bank e Banca Intesa San Paolo; fra i principali istituti di credito a lucrare sui conflitti armati.

Se l´aggressione militare russa é inaccettabile, gli Stati Uniti e la NATO, con i loro progetti di egemonia militare e le loro provocazioni che stanno dando l´unico esito possibile, non possono dare lezioni di pacifismo o democrazia a nessuno; essi sono corresponsabili della grave escalation militare in corso in Ucraina come in altri paesi del mondo.

La retorica delle missioni di pace e delle guerre umanitarie negli ultimi anni é stata usata dai paesi occidentali per mistificare e mascherare guerre, massacri, „attacchi preventivi“ e conflitti in tutto il mondo, dalla Palestina all´Afghanistan, dall´Iraq alla Libia. Fino al Rojava in Siria, dove le truppe di Erdogan (paese NATO) nel 2019 hanno invaso e occupato il nord del Paese compiendo ogni sorta di crimini per soffocare nel sangue il confederalismo democratico dei curdi, nel silenzio generale delle “democrazie“. Oggi giornalisti di tutte le risme e parlamentari che nei decenni hanno votato, finanziato e giustificato le peggior infamie se commesse in nome dei “nostri“ interessi ci raccontano che Putin é il cattivo solo perché mette in pratica gli stessi principi applicati dalla dottrina statunitense e di altri paesi europei come Francia, Turchia, Gran Bretagna e Italia ovvero difendere il proprio sistema militare-industriale-energetico con ogni mezzo, inclusa la guerra, la tortura e il sostegno a tiranni amici. Il tutto mascherato da missione di pace of course.

Il nemico é in casa nostra: si chiama NATO e industria bellica!

Contro guerre e politiche predatorie del capitalismo occidentale e russo!

Guerra alla guerra!

Antimilitaristi bolzanini

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