Mercoledì 28 dicembre, di fronte all’Ospedale di Bolzano, un gruppo di compagne e compagni ha contestato la provocatoria preghiera antiabortista della sezione sudtirolese del Bewegung fuer das Leben – Movimento per la vita.
Dalle ore 17 circa musica e slogan hanno disturbato la presenza di un movimento che colpevolizza le donne che scelgono di praticare l’interruzione volontaria della gravidanza e che si pone l’obiettivo di fare abrogare la legge 194. Il Movimento per la vita riceve cospicui finanziamenti dalla Provincia autonoma di Bolzano ed è portavoce della peggiore propaganda oscurantista nei confronti dei diritti delle donne, così come del movimento LGBTQ. Una presenza a suo modo violenta, che non tiene conto delle difficoltà e dei possibili traumi che la scelta di interrompere la gravidanza comporta.
Per molti motivi la presenza delle compagne e dei compagni è stata quindi preziosa e importante; per la sua capacità di ridare forza e voce a tutte quelle donne che hanno lottato e che lottano ogni giorno per difendere dei diritti ormai sotto costante minaccia. Non va dimenticato inoltre come la cultura patriarcale e misogina che sta alla base dei movimenti antiabortisti è la stessa che si oppone a corsi di educazione sessuale nelle scuole. La stessa melma ideologica che giustifica il potere dell’uomo sulla donna, all’interno della famiglia così come fuori e che produce effetti devastanti nella mente degli uomini, ma non solo, incapaci di accettare un rifiuto e disposti ad uccidere le donne “oggetto del proprio controllo”, come le cronache quotidiane dimostrano.
Non è tollerabile che una scelta già resa difficile dalla quasi totalità dei medici obiettori, venga messa in discussione da movimenti politici bigotti e reazionari e dai loro referenti politici, attualmente al potere in Italia. Così come non è tollerabile che movimenti che lavorano per restringere i diritti ricevino enormi finanziamenti pubblici. Il percorso costruito negli anni, a difesa dei diritti delle donne, fra contestazioni agli antiabortisti, presidi, volantinaggi, striscioni e che ha visto crescere una partecipata manifestazione il 25 novembre scorso in centro a Bolzano, continua. La lotta continua.