[Bolzano] Guerra ai poveri. Il senso del Questore per la legge

Da marzo a Bolzano si è insediato il nuovo Questore Paolo Sartori. Da subito si è contraddistinto per un disinvolto rapporto con i media e con la politica. Un presenzialismo ed una sovraesposizione mediatica in cui non si contano le interviste rilasciate a giornali e media di ogni tipo, gli incontri con politici locali, le strette di mano con personaggi del mondo economico che conta, quello che detiene il potere. Dal Presidente di Confindustria a quello degli albergatori, dal Presidente della Camera di Commercio fino ai principali esponenti politici locali. Se negli anni passati a fatica si ricordano i nomi dei capi della Questura, ora ci troviamo di fronte a un evidente cambio di passo, dal punto di vista della gestione della comunicazione ma non solo, come vedremo.

Pare molti, dagli editorialisti sui giornali a zelanti cittadini preoccupati, siano entusiasti del pugno di ferro esercitato dallo sceriffo Sartori. Fin dai primi giorni è stato evidente come la tanto sbandierata tolleranza zero sia stata fatta pesare nei confronti di chi vive per strada, di chi non ha una casa, di chi è senza documenti, di chi si fuma una canna, di chi lotta e protesta. 

In una delle sue innumerevoli interviste il Questore insiste sulla necessità di aumentare fra le persone la percezione della sicurezza, perchè la gente “vuole vedere i lampeggianti” delle volanti. La percezione della realtà, ça va sans dire, è soggettiva, influenzabile e manipolabile, ed è legata a diversi fattori quali l’età, l’istruzione, la condizione economica, ecc. L’insicurezza, spesso indotta da paure costruite a tavolino, ha fatto la fortuna elettorale di partiti reazionari come Lega e Fratelli d’Italia i quali, fomentando la paura dell’immigrato, del diverso, attraverso i propri canali social distorcono la realtà dettando l’agenda alle forze di polizia e alla politica.

Lo scarto fra realtà e percezione viene quindi colmato con una sequela inesauribile di comunicati ai media locali in cui l’ufficio stampa della Questura fornisce ai media locali notizie con i titoli già pronti.

Da Salto.bz

Dall’arrivo del nuovo Questore i comunicati sono aumentati esponenzialmente e quasi ogni giorno vengono riportate le notizie di lunghi elenchi di misure preventive (fogli di via, avvisi orali, Daspo ecc.) adottate nei confronti di chi vive ai margini della città, dove non arriva la luce delle vetrine dei centri commerciali e l’opulenza del centro storico. Come riporta il giornale online Salto.bz l’ufficio stampa della Questura ha emesso: “52 comunicati stampa nel solo mese di marzo, contro i 19 dei primi due mesi dell’anno e più di tutti i comunicati messi insieme nei quattro mesi precedenti.”

Prima pagina Alto Adige. 8 maggio 2024

“Lavoratori senza tetto”. Dall’Alto Adige di mercoledì 8 maggio 2024

Preso dalla frenesia di firmare espulsioni, fogli di via, avvisi orali, espulsioni e rimpatri, Sartori non si sofferma troppo sulle vite di queste persone. Immaginiamo nella sua testa una certa ansia da prestazione e la necessità di comunicare risultati nel corso delle interviste, costi quel che costi. “Occorre aumentare la percezione della sicurezza” quindi bisogna fare pulizia di marginali e senzatetto, spesso lavoratori che non possono permettersi di affittare una casa o che non trovano nessuno disposto ad affittarla a un arabo oppure a un nero africano. Risultati a buon mercato ed è così che il 12 aprile l’associazione Bozen solidale riporta la notizia che un loro conoscente, O. ha ricevuto un foglio di via da parte del Questore. La sua storia è quella di tanti proletari stranieri che vivono nelle nostre città, invisibili, senza diritti, senza voce, spesso sfruttati e sottopagati:

Ce lo stavamo aspettando e, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato il foglio di via da Bolzano per O., a Bolzano dal 2017, lavoratore, come tante persone migranti incagliato da sempre in procedure escludenti per avere uno straccio di documento. O. cerca da sempre di barcamenarsi come può tra lavori precari e spesso sottopagati nel campo della ristorazione e da anni frequenta corsi professionalizzanti a Merano. Non ha una residenza a Bolzano perché, come noto, risulta impossibile trovare una casa; il buco nero è vivere per strada, pagare residenze fittizie, aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di avere una vita dignitosa.

Le motivazioni con cui Sartori giustifica il foglio di via sono indicative dell’assoluta arbitrarietà con cui tali misure vengono emesse contro persone spesso non in grado di difendersi legalmente:

“Quale è la colpa di O? Secondo il documento della Questura di Bolzano, “Bivaccare”, “Occupare spazi del parco tenendo un comportamento lesivo del decoro della quiete pubblica (?)”, “consumare alimenti e bevande sul marciapiede adiacente il cantiere WaltherPark” “rappresentando un impedimento alla circolazione pedonale e alla fruizione del bene pubblico”.

Parole generiche, ma qui è evidente che il problema di O. è la sua condizione sociale ed economica, nient’altro. E questa è una storia che conosciamo grazie a un associazione che segue da vicino queste persone ma chissà quante altre se ne potrebbero raccogliere.

Oltre ai vari senzatetto colpiti dalle misure del Questore, anche due compagni che da mesi sono in prima linea nella mobilitazione contro il genocidio del popolo palestinese sono stati raggiunti da un avviso orale; un provvedimento che non implica alcuna limitazione della libertà personale ma che il Questore utilizza per “invitare” soggetti ritenuti pericolosi a mantenere una condotta conforme alla legge. 

Mentre il nostro Governo è corresponsabile di guerre e genocidi, mentre l’industria bellica macina osceni profitti, speculatori immobiliari violentano la nostra città e la corruzione dilaga fra i colletti bianchi, anche a Bolzano la Questura fa ricorso ad un utilizzo spregiudicato delle misure preventive per avere “numeri” consistenti da vendere ed esibire ai media locali.

In questa città non bastano a volte due stipendi per affittare una casa e mettere insieme il pranzo con la cena, i lavoratori muoiono quotidianamente sul posto di lavoro, molti evitano di curarsi per fare la spesa. La solitudine e la depressione dilagano, così come l’abuso di alcool e i suicidi.

Riprendendo la frase attribuita a Maria Antonietta di Francia durante una rivolta popolare per la mancanza di pane “Se non hanno più pane, che mangino brioche” al nuovo corso della Questura cittadina si potrebbe attribuirne un’altra simile: “Se il popolo non ha più pane e case decenti fate vedere loro i fogli di via e gli avvisi orali elargiti agli indesiderabili”.

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