[Repressione] Il Questore reprime e l’assessore alla cultura italiana Galateo chiede il licenziamento di chi dissente

Il gioco di sponda fra Questura, politici e giornali del gruppo Athesia di Ebner aggiunge una nuova puntata all’ondata di repressione del dissenso e guerra ai poveri che sta investendo chi – in Provincia di Bolzano – si autoorganizza contro guerre, genocidio del popolo palestinese e sfruttamento. Dopo la serie infinita di avvisi orali e fogli di via dati a compagni e compagne per la propria partecipazione a manifestazioni in città, ora si aggiunge la gogna pubblica preventiva con l’obiettivo di andare a colpire il lavoro, le fonti di reddito di chi, nonostante tutto, non si rassegna alla normalizzazione di guerre, genocidi, speculazioni, razzismo e sfruttamento. 

Un’intimidazione politica particolarmente subdola che vede le principali articolazioni del potere – Questura, media e politica – unite nella repressione del dissenso, di chi non si conforma alla miseria del presente in cui vorrebbero farci vivere. Una campagna di criminalizzazione che testimonia ancora una volta come in questa Provincia – ridotta ad una vetrina per turisti – all’apparato di potere economico e mediatico che governa dia enorme fastidio l’esistenza di una realtà di compagni e compagne che da molti anni si autoorganizza per denunciare pubblicamente anche le responsabilità delle aziende locali nei peggiori crimini della nostra epoca, rompendo così l’immaginario pubblicitario di questa terra di confine.

Una provincia in cui la critica radicale, e la conseguente tensione ad un agire impossibile da recuperare per le istituzioni, costituisce un fastidio da estirpare. 

Sul giornale Alto Adige del 22 agosto 2024 a pagina 14 un titolo a caratteri cubitali riporta: “Educatori con venti denunce: verranno subito allontanati”. Un articolo degno dell’inquisizione, scritto probabilmente sulla base di informazioni passate dalla polizia politica o dal Questore stesso. In esso si allude al fatto che due educatori dipendenti di cooperative attive nelle scuole cittadine e denunciati più volte dalla polizia per la propria partecipazione alla lotta contro il genocidio del popolo palestinese, non sarebbero idonei a lavorare al fianco di giovani studenti.

Il quotidiano di Ebner, evidentemente imboccato da fonti della Questura, prosegue: “Negli ultimi mesi infatti, avrebbero preso parte a una serie di manifestazioni non autorizzate dalla Questura di Bolzano (ricordiamo che le manifestazioni sono un diritto garantito dalla Costituzione ed a norma di legge la polizia deve essere solo avvisata, non deve autorizzare alcunché nota degli autori del blog) che era solita identificarli durante presidi anarchici. Tra gli episodi ci starebbero la manifestazione pro-Palestina durante il giro ‘Italia e le pietre d’ inciampo pro Gaza in vari punti della città. Oltre ai vari deferimenti in stato di libertà è stato conferito loro recentemente un avviso orale”.

Il lavoro dello sceriffo Sartori va quindi a braccetto con quello dell’assessore di Fratelli d’Italia Marco Galateo il quale afferma: “Faremo il possibile per allontanarli subito”. E ancora: “Questi atteggiamenti non sono compatibili con il modello di scuola, orientato alla legalità, su cui stiamo lavorando duramente”. Galateo avrebbe quindi indicato al sovrintendente Vincenzo Gullotta di avviare un’indagine interna mentre il Questore Sartori – incredibile ma vero – si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni al riguardo.

Sartori e Galateo uniti dalla passione per il pugno di ferro contro poveri e sovversivi Foto: Radio NBC

Fin dall’arrivo di Paolo Sartori a Bolzano è stata evidente la sintonia con l’estrema destra nel Consiglio provinciale: da Galateo di Fratelli d’Italia a Ulli Mair dei Freiheitlichen il nuovo Questore nonché giornalista di fatto dell’Alto Adige (dato che i comunicati vengono riportati senza alcun commento e verifica) ha messo al centro della propria azione la necessità di cambiare la percezione della sicurezza dei cittadini. Ciò è avvenuto attraverso una sovraesposizione mediatica senza precedenti in cui decine di comunicati vengono trasmessi settimanalmente alle redazioni dei media locali, salvo poi escludere dalla mailing list dei comunicati della Questura quelli che hanno maggiore autonomia rispetto ai potentati economici locali, come ad esempio il giornale online Salto, “colpevole” di avere rotto il coro di unanime approvazione e di aver  sollevato ed evidenziato le criticità nell’operato di Sartori.

Un altro elemento che contraddistingue fin qui l’azione di Sartori è l’utilizzo a dir poco leggero delle misure di prevenzione, vere e proprie pene aggiuntive in cui egli si pone come giudice: fogli di via e avvisi orali che vengono dati quasi in automatico ai presunti autori dei reati – poveri, persone senza documenti o militanti politici – senza particolari verifiche. Oltre a ciò con il nuovo sceriffo sono cresciuti esponenzialmente decreti di espulsione e revoche di permessi di soggiorno. Numeri sbattuti ogni giorno principalmente sui giornali del gruppo Athesia senza che alcun membro della redazione si ponesse qualche domanda su chi fossero i destinatari di tali misure, quali conseguenze potesse avere questo surplus di pena, comminato senza alcun controllo giudiziario e con enormi margini di discrezionalità. Un quadro che dimostra ancora una volta il ruolo del giornalismo legato ai potentati economici e politici locali.

Come abbiamo scritto e ripetuto più volte questi attacchi repressivi e questa criminalizzazione del dissenso sono inaccettabili e devono essere respinti con forza al mittente.

In un’epoca in cui gli editorialisti sui principali giornali giustificano guerre e genocidi compiuti in nome degli interessi di una infima minoranza di miliardari e privilegiati, oltre alla guerra sul fronte esterno, viene portata anche sul fronte interno, contro chi dissente, contro chi non ha intenzione di accettare a testa bassa la normalizzazione dei massacri e della tortura o l’economia di guerra.

Per chiudere ribadiamo la massima solidarietà ai compagni colpiti da questa schifosa operazione preventiva di intimidazione e criminalizzazione. Di fronte a questi colpi bassi è fondamentale mantenere sempre la guardia alta e, laddove vorrebbero la solitudine, la paura, la rassegnazione e l’isolamento, costruire il coraggio, la solidarietà e percorsi di lotta che sappino piegare gli interessi dominanti.

Per conoscere le puntate precedenti di questa gravissima ondata repressiva vi consigliamo di leggere gli articoli ai seguenti link:

[Bolzano] Guerra ai poveri. Il senso del Questore per la legge

[Bolzano] Prescrizioni, Cortei vietati, avvisi orali, fogli di via: il Questore di Bolzano perseguita chi dissente

[Repressione] Messaggi proibiti: il bavaglio digitale del Questore di Bolzano contro il dissenso

Intervista di Salto.bz all’avvocato Nicola Canestrini: “Così diventano misure di repressione”

Articolo di Salto.bz: Il Questore vieta una biciclettata

Articolo di Salto.bz: Aus der Liste gestrichen

Articolo di Salto.bz: Unser täglicher Kriegsbericht

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