In un articolo pubblicato sul sito Salto.bz il 22 giugno 2021 l’attivista bolzanino Claudio Campedelli – da anni impegnato a fondo nella lotta contro devastazioni come il tunnel del Brennero e progetti nocivi che danneggiano ambiente e salute – aveva avuto modo di denunciare come all’interno del cantiere del Walther park a Bolzano i lavori di scavo delle fondamenta del centro commerciale Waltherpark avessero intercettato la falda acquifera provocando l’allagamento del cantiere e di conseguenza il rallentamento dei lavori.
Circa tre mesi dopo il cantiere è ancora allagato ed è evidente come la fonte idrica da cui attinge l’acquedotto cittadino rischi così di riportare delle gravi conseguenze sulla qualità dell’acqua.
Sul giornale Alto Adige Heinz Hager, consulente della società Signa nonché braccio destro del miliardario Renè Benko, attribuisce l’incidente al “cambiamento climatico” e ribadisce per l’ennesima volta come i paletti legali ed una serie di atteggiamenti “poco collaboranti” da parte di alcuni uffici provinciali, a suo avviso metterebbero a rischio lo “sviluppo” della città ovvero la costruzione di nuove grandi opere che inevitabilmente andrebbero a toccare la falda che rifornisce di acqua potabile gli abitanti della città di Bolzano.
Detto in modo più schietto e banale Hager vorrebbe avere per i cantieri della sua società mani libere e se viene bucata la falda tanto peggio per la falda…che vengano azionate le pompe.
E’ bene ricordare a chi ha la memoria corta che per fare approvare il progetto del Kaufhaus è stata fatta finire anzitempo una legislatura del consiglio comunale, sono state invalidate votazioni dello stesso ed è stato necessario ricorrere ad un referendum farsa spalmato su 5 giorni in cui le forze in campo erano impari. Chi deteneva un capitale finanziario immenso come Signa, supportata dai principali media locali come Alto Adige e Dolomiten, ebbe gioco facile nel costruire una narrazione che – supportata pressochè da tutti i partiti, dal PD-SVP ai neofascisti di CasaPound – vedeva nell’espulsione di poveri e marginali dal parco della stazione e nella trasformazione della zona in un luogo “pulito e decoroso” la panacea di tutti i mali della città.