[Waltherpark-Bolzano] Danni alla Falda. Da tre mesi cantiere allagato

In un articolo pubblicato sul sito Salto.bz il 22 giugno 2021 l’attivista bolzanino Claudio Campedelli – da anni impegnato a fondo nella lotta contro  devastazioni come il tunnel del Brennero e progetti nocivi  che danneggiano ambiente e salute – aveva avuto modo di denunciare come all’interno del cantiere del Walther park a Bolzano i lavori di scavo delle fondamenta del centro commerciale Waltherpark avessero intercettato la falda acquifera provocando l’allagamento del cantiere e di conseguenza il rallentamento dei lavori.

Foto del giugno 2021 presa da salto.bz

Circa tre mesi dopo il cantiere è ancora allagato ed è evidente come la fonte idrica da cui attinge l’acquedotto cittadino rischi così di riportare delle gravi conseguenze sulla qualità dell’acqua.

Un sogno per ricchi e per chi specula e come sempre perdite e danni vengono socializzati

foto scattata alla fine di agosto 2021

Foto scattata a fine agosto 2021

Foto scattata a fine agosto 2021

Sul giornale Alto Adige Heinz Hager, consulente della società Signa nonché braccio destro del miliardario Renè Benko, attribuisce l’incidente al “cambiamento climatico” e ribadisce per l’ennesima volta come i paletti legali ed una serie di atteggiamenti “poco collaboranti” da parte di alcuni uffici provinciali, a suo avviso metterebbero a rischio lo “sviluppo” della città ovvero la costruzione di nuove grandi opere che inevitabilmente andrebbero a toccare la falda che rifornisce di acqua potabile gli abitanti della città di Bolzano.

Detto in modo più schietto e banale Hager vorrebbe avere per i cantieri della sua società mani libere e se viene bucata la falda tanto peggio per la falda…che vengano azionate le pompe. 

Dal giornale locale “Alto Adige 12 settembre 2021

E’ bene ricordare a chi ha la memoria corta che per fare approvare il progetto del Kaufhaus è stata fatta finire anzitempo una legislatura del consiglio comunale, sono state invalidate votazioni dello stesso ed è stato necessario ricorrere ad un referendum farsa spalmato su 5 giorni in cui le forze in campo erano impari. Chi deteneva un capitale finanziario immenso come Signa, supportata dai principali media locali come Alto Adige e Dolomiten, ebbe gioco facile nel costruire una narrazione che – supportata pressochè da tutti i partiti, dal PD-SVP ai neofascisti di CasaPound – vedeva nell’espulsione di poveri e marginali dal parco della stazione e nella trasformazione della zona in un luogo “pulito e decoroso” la panacea di tutti i mali della città. 

Come al solito chi protestava contro chi ha messo “le mani sulla città” vedeva giusto.

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