Sabato 24 aprile sui prati del Talvera (lato Theiner) è stata organizzata un’importante manifestazione che rappresenta una preziosa occasione di confronto e discussione pubblica su ciò che abbiamo vissuto nell’ultimo anno, le pesanti limitazioni alla libertà e le pericolose derive a cui lo stato d’emergenza – che diventa regola – può portare.
Dopo oltre un anno di distanziamento, isolamento e incontri virtuali, un momento in cui parlare liberamente, discutere e riprendere i fili di un discorso che è urgente riprendere con forza per imparare ad affrontare collettivamente una situazione in cui ci vorrebbero come singoli individui isolati l’uno dall’altro.
Una giornata per ridare valore, slancio e forza al 25 aprile, alla festa della liberazione dal nazifascismo, di cui ricorre quest’anno il 76° anniversario. Una giornata per sfuggire alla pericolosa deriva celebrativa a cui tali giornate possono portare, se non rinvigorite da contenuti, critica, passione e voglia di continuare a ribellarsi ad uno stato di cose sempre più inaccettabile, che vede i ricchi sempre più ricchi ed i poveri in condizioni sempre peggiori.
Dalla pagina Bolzano antifascista:
“Mai come quest’anno abbiamo bisogno di riprenderci il concetto di resistenza; viviamo in città occupate militarmente da forze di polizia, blindate da regolamenti e coprifuoco dove in nome dell’emergenza siamo costrette e costretti in casa, “liberx” solo di lavorare, consumare e crepare.
Mai come in questi anni abbiamo bisogno di resistere.
Resistere contro il controllo delle nostre vite, contro il razzismo di stato, contro la devastazione dei territori, contro lo sfruttamento e condizioni lavorative sempre più disumane.
Mai come in questi anni abbiamo bisogno di resistere e combattere contro uno Stato che attraverso la violenza e la repressione della polizia, perseguita, punisce e incarcera chi ogni giorno resiste, lotta e si oppone a un sistema sempre più opprimente.”
In questo ultimo anno, a fianco dei continui appelli alla responsabilità rilanciati da media e politici di tutti i tipi, la repressione ha continuato la propria nefasta opera colpendo compagni e compagne, lavoratori, sindacalisti, ambientalisti, NO TAV, immigrati senza documenti, attivisti solidali con i migranti (vedi gli arresti a Trieste con cui si criminalizza la solidarietà). Numerosi – da nord a sud – sono stati gli spazi sociali sgomberati e le case da cui proletari sono stati sfrattati. Viene ricordato inoltre come nella stessa città di Bolzano è in corso un processo in cui il folle e pericoloso teorema accusatorio della Procura locale richiede oltre 330 anni di carcere per alcune decine di manifestanti che nel maggio 2016 protestarono contro la costruzione del muro antimigranti che lo Stato austriaco voleva costruire al passo del Brennero. Sempre a Bolzano, due diverse sentenze del giudice Perathoner hanno condannato diversi compagni e compagne ad alcuni mesi di carcere per il semplice fatto di aver manifestato.
“Siamo solidali e al fianco di chi in nome della libertà di tutte e tutti rischia 330 anni di galera per aver partecipato alla manifestazione del Brennero contro la chiusura dei confini. Siamo solidali con chi difende il proprio territorio e la natura dalla devastazione ambientale delle grandi opere, a fianco del movimento NO TAV al quale la polizia ha dichiarato guerra sparando lacrimogeni ad altezza uomo. Siamo al fianco di tutte le operaie e gli operai denunciati, picchiati e licenziati per aver lottato contro condizioni di lavoro che a seguito della pandemia peggiorano costantemente.”
L’appello chiude ricordando la necessità di costruire la solidarietà laddove ci vorrebbero soli, impauriti ed isolati. L’unico modo per cambiare le cose è incontrarsi, parlare e riprenderci le nostre vite.
“Con lo stesso desiderio di cambiamento, con la stessa rabbia dei nostri nonni e le nostre nonne che lottarono contro il regime fascista, riprendiamoci il nostro tempo e i nostri spazi di libertà ed autogestione, prendendoci cura dell’altro e dell’altra alle nostre condizioni.
Episodi che avvengono anche a Bolzano come le retate al talvera e allo Skatepark, gli sgomberi delle persone senza fissa dimora, le multe e i controlli “a viso” della polizia richiedono un’opposizione decisa. Non ci rimane che costruire alternative a colpi di azione diretta e solidarietà.”
Perchè come diceva Bertolt Brecht:
“Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere.”
Invitiamo tutte e tutti a partecipare a questa importante manifestazione. Adesso la parola la prendiamo noi.