“Chi costruisce prigioni si esprime sempre meno bene di chi costruisce la libertà”
Stig Dagerman
Se non fosse stato scritto in prima pagina sull’Alto Adige, sarebbe stato impossibile crederci. Sul quotidiano locale, a pagina 19 viene spiegato che il carcere di via Dante verrà recintato per prevenire azioni anarchiche. Per difendere la struttura da possibili incursioni sovversive.
L’articolo inizia così:
“Arriva anche a Bolzano la strategia di contrasto all’universo anarchico (segnaliamo l’utilizzo del termine universo anziché galassia) dopo le prime offensive contro il 41bis. E anche il carcere sul Talvera vi è stato inserito come infrastruttura sensibile”.
Apprendiamo così che la Questura di Bolzano e il Commissariato del Governo hanno chiesto alla Provincia di predisporre una recinzione per tenere lontano il più possibile passanti e solidali che capitano sotto le mura. Ma soprattutto per impedire che il carcere bolzanino, per la sua accessibilità fin a ridosso delle mura, potesse essere una delle mete da parte di chi chiede l’abolizione del 41bis.
Mentre le istituzioni – maestre nel rovesciare la realtà – prendono tali misure contro emergenze costruite a tavolino, chi davvero è sotto attacco è l’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 5 mesi e che il 21 marzo è stato colto da un grave scompenso cardiaco che ne ha messo seriamente a rischio la vita. Al momento sembra che si sia ripreso ma sono possibili danni permanenti alla sua salute. Ogni giorno che passa è un giorno che lo avvicina alla morte. Una fine determinata dall’accanimento repressivo intenzionato a distruggere scientificamente un prigioniero che ha la colpa di non aver mai abiurato e di aver continuato a partecipare all’attività politica anche dal carcere, attraverso scritti e articoli.