[Bolzano] Ricordare i genocidi di ieri per impedire quelli di oggi. Affissi in cittá striscioni solidali con il popolo palestinese.

In occasione della giornata della memoria, all´interno di un percorso che da quasi 4 mesi sta coinvolgendo centinaia di persone in cittá, alcuni solidali con il popolo palestinese hanno affisso degli striscioni in giro per la cittá di Bolzano, per ricordare che la conoscenza della storia non é un esercizio retorico o di stile ma é una ginnastica che dovrebbe permetterci di leggere in modo critico il presente e riconoscere l´abisso di guerra e distruzione totale in cui la NATO e i governi dei paesi a capitalismo avanzato ci stanno trascinando.

La conoscenza della storia dovrebbe fornire gli anticorpi per riconoscere nel presente le tracce di fascismo e suprematismo razziale che oggi, nel 2024, sono sempre piú forti (in Italia e in tutte le democrazie) e che vedono nel genocidio di Gaza e nella guerra a ogni nemico del capitale occidentale la sua attuazione. Senza memoria non c´é futuro.

Ció che sta avvenendo a Gaza é agghiacciante e se siamo incapaci di vivere come orrore l´indicibile che Israele – con il sostegno decisivo di Stati Uniti e Unione Europea – sta mettendo in atto nella Striscia, significa che siamo assuefatti all´indifferenza, alla propaganda mediatica a sostegno del genocidio, siamo scivolati nell´abisso.

Conoscere la storia dovrebbe quindi fornire uno sguardo diverso sul presente, alle strade che viviamo, piú lucido e consapevole. Per questo uno striscione é stato affisso al parco Olimpia Carpi in via Visitazione, dedicato alla bambina bolzanina ebrea di tre anni, arrestata nel 1944 e deportata insieme alla famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, dove fu uccisa. Un´azione simbolica che ci deve fare ricordare come oggi a Gaza oltre 12.000 bambini siano vittime delle bombe dell´aviazione israeliana, dilaniati da una deliberata politica di annichilimento che non fa alcuna distinzione fra militari e civili, fra adulti e bambini. Una situazione di deprivazione totale, in cui le donne stanno partorendo in condizioni igieniche spaventose, spesso senza anestesia e in cui non ci sono medicinali per i bambini, senza ospedali per le cure e beni essenziali come il latte in polvere. A Gaza é in corso un infanticidio di massa in cui i bambini palestinesi, considerati animali e subumani, come hanno affermato esponenti del governo fascista di Netanyahu, non meritano nessuna pietá.

Le tragedie e gli orrori nella storia non si ripetono mai nello stesso modo ma gli schemi retorici sono spesso gli stessi, la costruzione del nemico e dell´odio é spesso legata a ragioni di consenso, a ragioni di profitto economico. Nel caso dell´occupazione militare israeliana, soprattutto alla terra e ad un estremismo fascista-razzista messianico ben restituito da figure aberranti come Netanyahu e i suoi ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, esponenti della destra religiosa e rappresentanti al governo dei coloni che in Cisgiordania stanno compiendo violenze di ogni tipo, con impunitá garantita e protezione dell´Esercito.

Celebrare la giornata del ricordo oggi senza ricordare o menzionare le decine di migliaia di civili assassinati a Gaza e Cisgiordania, i due milioni di palestinesi ridotti alla fame e in campi profughi in condizioni spaventose, le sofferenze di un intero popolo, sarebbe semplicemente inaccettabile e ipocrita. Sarebbe la dimostrazione che la storia é definitivamente mummificata e sterilizzata, ridotta ad un rituale quasi funebre funzionale al potere che invece di far crescere il pensiero critico, lo paralizzerebbe.

Il giorno 27 gennaio é stato scelto come Giorno della Memoria perché é la data in cui nel 1945 l´Armata rossa, dopo anni terribili di guerra che l´Unione Sovietica pagó con oltre 20 milioni di vite, abbatté i cancelli di Auschwitz, rendendo cosí noti al mondo gli orrori compiuti dal nazismo nei confronti dei dissidenti politici, degli ebrei, dei Sinti, Rom e omosessuali.

Essa é stata istituita al fine di “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Primo Levi, nel suo ultimo bellissimo e potente libro I sommersi e i salvati, condensa le sue riflessioni riguardo l´esperienza della prigionia nel campo di sterminio di Auschwitz. Nel primo capitolo, La memoria dell’offesa, Levi inizia a trattare l’argomento principale del libro: la memoria. Parte dal presupposto che la memoria umana è fallace, condizionata da ciò che si sente successivamente e da ciò che si legge. E se per gli oppressori la memoria può essere facilmente cancellata, è per gli oppressi che il ricordo delle torture subite non riesce a scomparire. Inoltre la fallacità della memoria può essere usata a proprio favore: molti sono gli oppressori che si sono inventati un’altra memoria, cancellando quanto avevano fatto e riducendolo a semplici azioni senza alcuna colpa. Questo è il modo con cui Levi afferma che molti complici dello sterminio si siano salvati dai loro stessi sensi di colpa.

Oggi in Italia, in Occidente, mentre assistiamo in diretta televisiva all´orrore del genocidio di Gaza possiamo vedere come la realtá venga costantemente manipolata, distorta a uso e consumo dell´oppressore. Vediamo come, approfittando della fallacitá della memoria umana, essa venga plasmata e condizionata giorno dopo giorno con un´ossessiva campagna mediatica del potere che sostiene le ragioni di Israele, salvo di tanto in tanto prendere le distanze attraverso stucchevoli, sterili e retorici appelli dei Blinken o Tajani di turno alla „protezione dei civili“. Le storie degli ostaggi di Hamas vengono raccontate dai media principali italiani, le loro foto sono pubblicate e i loro visi sono diventati noti ai lettori mentre dei palestinesi non si sa nulla, solo il numero dei morti, di feriti. Nulla viene detto riguardo alle sistematiche torture commesse dall´Esercito occupante nei confronti dei civili e dei prigionieri palestinesi.

La disumanizzazione dei palestinesi operata dai media israeliani e dai principali gruppi mediatici della borghesia occidentale giustifica e legittima il genocidio in corso a Gaza nei modi piú subdoli e ricorrendo molto spesso a vere e proprie menzogne costruite dalla propaganda israeliana. Menzogne (ad esempio i 40 bambini decapitati a Kfar Aza) che diventano poi benzina da versare sul fuoco dell´odio antipalestinese ben rappresentato non tanto dalle quotidiane stragi effettuate anche attraverso sistemi di intelligenza artificiali bensí dalle centinaia di video di soldati israeliani che umiliano i palestinesi, torturandoli, distruggendo le case private, facendo saltare interi quartieri e l´Universitá, all´interno di un progetto studiato a tavolini di pulizia etnica, di cancellazione di un popolo, della sua storia, delle sue radici. 

Finora si parla di 30.000 civili innocenti massacrati, fra cui circa 12.000 bambini. L´intera Striscia di Gaza sta venendo rasa al suolo, ogni giorno vi sono stragi di civili che i media a sostegno del genocidio nemmeno raccontano piú. Politici israeliani parlano apertamente di Nakba, di genocidio, di utilizzo della bomba atomica per radere al suolo Gaza. Il linguaggio utilizzato dallo Stato israeliano ricorda – per ferocia e violenza – in ogni suo aspetto quello utilizzato dal nazismo negli anni Trenta. Di fronte a quello che si sta prospettando come il piú grave crimine commesso dal secondo dopoguerra il silenzio della maggioranza dei cosiddetti intellettuali, scrittori, artisti é assordante. La mobilitazione di massa che sta attraversando tutti i continenti é una mobilitazione popolare, proletaria, che nulla a che fare con la sinistra liberal ben rappresentata dai criminali di guerra come Joe Biden oppure i rappresentanti del Partito Democratico nostrano.

Una mobilitazione ancora insufficiente ma che deve rimanere vitale, che non puó permettersi di spegnersi. Una lotta che deve ricordare le complicitá del Governo italiano, ormai ufficialmente in guerra contro lo Yemen per sostenere Israele e il suo progetto genocida. Una lotta che deve ricordare come gli interessi economici legati a Israele siano semplicemente inaccettabili.

Palestina libera, fermiamo il genocidio del popolo palestinese. La guerra inizia anche qui, nelle fabbriche di armi e droni che collaborano con Israele. In Aziende come Iveco Defence Vehicles o in Start-up come Flying basket, responabile di collaborare con il colosso degli armamente Leonardo nella produzione di droni. A tal riguardo rilanciamo l´importanza di partecipare alla manifestazione del 2 febbraio organizzata dall´assemblea solidale con il popolo palestinese di Bolzano, davanti a IVECO.

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