[Bolzano] Partecipata manifestazione contro IVECO e LEONARDO, complici di Israele. Fermiamo il genocidio a Gaza

Venerdì 2 febbraio, dalle ore 17 alle 19.30 circa, un centinaio di solidali con il popolo palestinese ha manifestato di fronte allo stabilimento militare-industriale di IVECO Defence vehicles, contro il genocidio che sta avendo luogo a Gaza.

Per due ore e mezzo, all’incrocio fra via Galvani e via Volta sono stati distribuiti volantini ai passanti e agli automobilisti e sono stati fatti interventi al megafono. Anche questa volta è stata trovata molta solidarietà e interesse.

Negli ultimi quattro mesi non è passata settimana senza mobilitazione contro lo sterminio che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. Un genocidio reso possibile dal sostegno politico e militare di Stati Uniti e Unione Europea e che nessuna sentenza della Corte dell’Aja – organo internazionale che di fatto serve a legittimare il suprematismo del capitale occidentale – potrà impedire.

D’altronde non abbiamo bisogno delle sentenze di un giudice per vedere ciò che politici e militari israeliani affermano pubblicamente da anni: cacciare i palestinesi dalla propria terra e rubare le loro terre, colonizzandole. Un progetto che pochi giorni fa è stato esposto in un convegno promosso dai fascisti israeliani a Gerusalemme.

Fagotti per ricordare gli oltre 12.000 bambini ammazzati in questi mesi a Gaza, uccisi, feriti ogni giorno dall’Esercito occupante israeliano.

Il Governo italiano di Giorgia Meloni – dopo essere stato in silenzio di fronte al massacro di 30.000 civili fra cui 12.000 bambini – prova a pulirsi la coscienza prestando le cure ad alcune decine di bambini palestinesi.

Mentre il più grave crimine commesso dal secondo dopoguerra ad oggi avviene in diretta televisiva, la manifestazione di venerdì a Bolzano ha voluto indicare alla città le responsabilità di aziende e stabilimenti industriali (IVECO e Flying Basket) che hanno evidenti complicità con Israele, uno Stato che da decenni pratica l’Apartheid e che dal 7 ottobre 2023 sta mettendo in atto un genocidio, distruggendo scientificamente tutta Gaza e massacrando in modo indiscriminato la popolazione civile.

La guerra è anche qui. Gli interessi alla base della guerra e del genocidio del popolo palestinese partono da qui. Non ci possiamo abituare all’orrore di cui siamo quotidianamente testimoni. Non possiamo accettare che fare affari con uno Stato che mette in atto un Genocidio sia business as usual. Non possiamo tollerare che mettere in atto un genocidio sia un’opzione possibile, praticabile, perfino legittima, come di fatto sostengono i principali media e gruppi editoriali italiani e internazionali.

Di fronte all’orrore che anche il Governo italiano sostiene e legittima bisogna scegliere da che parte stare, con l’oppresso o con l’oppressore. Con le vittime o con i carnefici, con i perseguitati o con i persecutori. Con chi uccide e massacra per estendere e affermare il proprio dominio su un altro popolo oppure con chi lotta per la libertà e la propria esistenza. 

Con il cuore a Gaza. Siamo tutti palestinesi.

Di seguito il testo del volantino distribuito in oltre un migliaio di copie durante la manifestazione: 

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese

La guerra parte anche da Bolzano: Iveco DV e Leonardo complici dei massacri!

Negli ultimi anni Iveco Defence Vehicles ha collaborato con l’industria bellica israeliana, e in particolare con Elbit Systems, allo sviluppo di mezzi militari e alla produzione di blindati venduti a paesi come Filippine e Ghana (acquisto finanziato, quest’ultimo, da istituti israeliani) anche a fini di repressione interna. Iveco fa profitti grazie a mezzi e sistemi d’arma testati sulla popolazione palestinese, e rivenduti ad altri Stati che li useranno a loro volta contro la propria popolazione.

A Bolzano, oltre allo stabilimento Iveco, in cui si producono mezzi militari poi venduti a molti paesi NATO (e in passato anche all’esercito russo), è presente FlyingBasket, una start-up sudtirolese leader nel settore dei droni ad alta capacità che recentemente ha visto entrare fra i propri azionisti il colosso degli armamenti Leonardo. I droni sono al centro delle strategie militari delle guerre di oggi e del prossimo futuro e questa operazione della multinazionale italiana va letta in questa prospettiva.

Come in molte altre città dove finalmente viene messo in discussione il ruolo della ricerca, anche a Bolzano però alcuni studenti stanno iniziando a mobilitarsi per chiedere all’università di interrompere ogni collaborazione con aziende coinvolte nel commercio di armi, come Iveco.

Dopo oltre tre mesi di massacri indiscriminati, devastazioni e sistematiche torture contro civili e prigionieri politici, non ci sono più parole adeguate per descrivere l’orrore del genocidio in corso a Gaza e la scientifica violenza scatenata da Israele nei confronti della popolazione civile palestinese, ridotta alla fame, senza ospedali e medicine, in condizioni apocalittiche. Di fronte a un popolo fra i più poveri, vessati e perseguitati della storia, Israele utilizza armi sofisticate di ultima generazione e sistemi di intelligenza artificiale per individuare gli obiettivi da bombardare, senza alcuna distinzione fra civili e militari.

Il genocidio a Gaza è possibile anche grazie alla disumanizzazione dei palestinesi operata dai media israeliani e dai principali gruppi editoriali occidentali e all’incondizionato appoggio politico e militare di Stati Uniti e Unione Europea, inclusa l’Italia con la presenza militare nel Mediterraneo orientale e nel Mar Rosso. Nella base militare di Decimomannu, in Sardegna, da anni l’aviazione israeliana – responsabile in soli tre mesi del massacro di oltre 30.000 civili a Gaza – fa esercitazioni con quella italiana.

Mentre aziende come Iveco, Leonardo, Elbit o Rheinmetall aumentano a dismisura commesse e profitti grazie alle guerre e ai continui massacri di proletari, il Governo italiano – in linea con i precedenti – ha previsto per il 2024 una spesa di oltre 28 miliardi di euro per Esercito e armi, in crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente. Tutto questo mentre vengono tagliati i fondi a sanità, scuola e servizi essenziali per la popolazione.

La guerra fra NATO e Russia in Ucraina e le tensioni militari seguite al genocidio in corso a Gaz4 rientrano in un generale scontro per l’egemonia fra blocchi di interessi capitalistici in cui gli Stati Uniti-NATO hanno come principale obiettivo la Cina.

Soltanto una continua mobilitazione dal basso può imporre la pace e la fine del massacro a Gaza. Rompiamo l’indifferenza e l’apatia, traiamo esempio dal movimento internazionale che ovunque sta denunciando e attaccando le complicità militari, economiche e accademiche con lo Stato d’Israele. Non ci si può abituare al compimento di un genocidio in diretta televisiva.

Con il cuore a Gaza. Siamo tutti palestinesi.

Non lasciamo in pace chi vive di guerra

Disarmiamo Iveco e Leonardo – FlyingBasket

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