[Bolzano] Un testo per la Palestina distribuito durante il corteo del 25 aprile

Anche quest’anno, a distanza di quasi 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo, una grande manifestazione organizzata da diverse realtà cittadine (Spazio 77, Radio Tandem, Bozen solidale, No Excuses e Fridays for future) densa di contenuti e interventi, ha attraversato il centro storico della città di Bolzano. Da piazza Erbe passando per via Portici e piazza Municipio, il corteo è passato di fronte alla sede della SVP per arrivare infine al Parco Premstaller, ai Piani. Numerose le bandiere della Palestina portate dai manifestanti, che hanno sentito come naturale ricordare in questa giornata il genocidio che sta accadendo a Gaza e la lotta del popolo palestinese. Gli interventi sono stati numerosi: dalla necessità di opporsi al genocidio in Palestina fino alla solidarietà ad Ilaria Salis. Hanno preso la parola membri del Comitato cittadino di Emergency, esponenti della comunità iraniana e sudanese. La manifestazione, a cui hanno preso parte almeno 400 persone, si è conclusa a Parco Premstaller, dove Radio Tandem ha seguito in diretta l’alternarsi di musicisti e artisti ed al cui microfono sono stati fatti interventi legati ai temi della giornata.

Una bella giornata che per una giornata ha riunito realtà e individualitò diverse nella necessità di attualizzare i valori della Resistenza e di costruire l’opposizione alla principale minaccia che incombe: la guerra e la deriva autoritaria che ne è logica conseguenza. 

Qui di seguito riportiamo il testo di un volantino diffuso da alcuni solidali con il popolo palestinese durante il corteo:

FERMIAMO IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE

Molti di noi amano chiedersi: ‘Cosa avrei fatto se fossi vissuto durante la schiavitù? O durante le leggi Jim Crow? Durante l’apartheid? Cosa farei se il mio paese stesse commettendo un genocidio?’ La risposta è: lo stai facendo. Proprio adesso.”

Aaron Bushnell, prima di darsi fuoco per protesta di fronte all’ambasciata israeliana a Washington

Le dimensioni dei crimini commessi dall’Esercito israeliano a Gaza rappresentano la definitiva bancarotta morale di Israele e dei suoi complici occidentali, fra cui l’Italia. Dopo il parziale ritiro delle truppe israeliane da alcune zone della Striscia si stanno scoprendo innumerevoli fosse comuni in cui sono seppelliti centinaia di civili che si aggiungono agli oltre 35.000 morti, fra cui almeno 15.000 bambini. La violenza totale e indiscriminata inflitta negli ultimi 6 mesi contro i gazawi è senza precedenti ed è possibile solo grazie al processo di disumanizzazione attuato dai principali mass media israeliani e occidentali, che hanno ridotto i palestinesi a untermenschen, subumani verso cui ogni violenza, anche la più efferata, è giustificata e in fondo, meritata. Quello in corso a Gaza è il primo genocidio automatizzato della storia, eseguito attraverso software di intelligenza artificiale come Gospel o Lavender, che stabiliscono gli obiettivi da bombardare, senza alcun riguardo per bambini, donne e uomini civili colpiti dalle bombe sganciate dai droni israeliani. Laddove non arrivano le bombe e i proiettili degli occupanti stanno uccidendo la fame, la sete, la mancanza di medicine, la paura.

Nel frattempo in Europa i venti di guerra soffiano sempre più forti e anche sul fronte interno i padroni complici del genocidio o sostenitori della guerra fino all’ultimo ucraino cercano di disciplinare il dibattito pubblico con la censura, la mistificazione delle opinioni o direttamente con i manganelli e le operazioni poliziesche, come abbiamo visto in varie città fra cui Berlino, dove un convegno solidale con la Palestina è stato bloccato dalle autorità, oppure qui a Bolzano, dove due compagni hanno ricevuto un avviso orale dal Questore. Nonostante la martellante propaganda diffusa dal partito unico degli affari e della guerra e la criminalizzazione di chi si oppone al genocidio, milioni di studenti e lavoratori in tutto il mondo continuano a manifestare per boicottare le relazioni accademiche e commerciali con lo Stato dell’Apartheid.

A distanza di quasi 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo deve essere evidente a tutti come l’opposizione ai rigurgiti del fascismo oggi passa necessariamente attraverso la lotta contro il genocidio del popolo palestinese, contro la guerra fra NATO e Russia in Ucraina e gli interessi economici che ne sono alla base. Solo una mobilitazione dal basso può imporre la pace, contro gli interessi dell’industria bellica e di chi specula sul conflitto. Guerra alla guerra! Non un soldo non un uomo per le loro guerre!!

FERMIAMO LA GUERRA E CHI LA PROMUOVE

Solidali con il popolo palestinese

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