Da quasi 4 mesi Israele, con il decisivo appoggio di Stati Uniti e Unione Europea – Governo italiano incluso – sta portando avanti la soluzione finale della questione palestinese, in particolare di quella di Gaza.
Durante questi mesi centinaia di persone sono scese in piazza anche a Bolzano, con l’orrore e la rabbia negli occhi, per esprimere la propria solidarietà al popolo palestinese, massacrato, martoriato e torturato dall’Esercito israeliano, responsabile di una violenza totale e indiscriminata nei confronti della gente di Gaza. Una violenza giustificata e legittimata dai media e dalla borghesia al potere.
Dopo il riuscito presidio di fronte al Mc Donald’s di Via Buozzi, l’assemblea solidale con il popolo palestinese di Bolzano ha deciso di continuare a rendere visibili alla città le imprese che fanno profitti su guerre e massacri. Le responsabilità per questi massacri di proletari iniziano anche qui, nella nostra città, nella nostra zona industriale. In particolare IVECO Defence Vehicles e Flying Basket sono due aziende che hanno interessi nel settore delle armi e della guerra. Mentre a Gaza è in corso un genocidio in diretta televisiva non può essere normale accettare in silenzio che aziende e fabbriche che lavorano qui facciano profitti sulle guerre che stanno distruggendo la vita di milioni di persone nei paesi più poveri del mondo. Ora che i venti di guerra sono sempre più forti è fondamentale rilanciare la lotta antimilitarista, contro la guerra e gli interessi che ne sono alla base. La borghesia guerrafondaia al potere in Italia e in buona parte del resto del mondo ci sta trascinando verso il baratro, non aspettiamoci nessuna risposta se non la nostra. Muoviamoci, organizziamoci, lottiamo contro le loro guerre e la loro miseria.
Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
La guerra inizia qui: Iveco DV e Leonardo complici dei massacri
Negli ultimi anni Iveco Defence Vehicles ha collaborato con l’industria bellica israeliana, e in particolare con Elbit Systems, allo sviluppo di mezzi militari e alla produzione di blindati venduti a paesi come Filippine e Ghana (acquisto finanziato, quest’ultimo, da istituti israeliani) anche a fini di repressione interna. Iveco fa profitti grazie a mezzi e sistemi d’arma testati sulla popolazione palestinese, e rivenduti ad altri Stati che li useranno a loro volta contro la propria popolazione.
A Bolzano, oltre allo stabilimento Iveco, in cui si producono mezzi militari poi venduti a molti paesi NATO (e in passato anche all’esercito russo), è presente FlyingBasket, una start-up sudtirolese leader nel settore dei droni ad alta capacità che recentemente ha visto entrare fra i propri azionisti il colosso degli armamenti Leonardo. I droni sono al centro delle strategie militari delle guerre di oggi e del prossimo futuro e questa operazione della multinazionale italiana va letta in questa prospettiva.
Come in molte altre città dove finalmente viene messo in discussione il ruolo della ricerca, anche a Bolzano però alcuni studenti stanno iniziando a mobilitarsi per chiedere all’università di interrompere ogni collaborazione con aziende coinvolte nel commercio di armi, come Iveco.
Dopo oltre tre mesi di massacri indiscriminati, devastazioni e sistematiche torture contro civili e prigionieri politici, non ci sono più parole adeguate per descrivere l’orrore del genocidio in corso a Gaza e la scientifica violenza scatenata da Israele nei confronti della popolazione civile palestinese, ridotta alla fame, senza ospedali e medicine, in condizioni apocalittiche. Di fronte a un popolo fra i più poveri, vessati e perseguitati della storia, Israele utilizza armi sofisticate di ultima generazione e sistemi di intelligenza artificiale per individuare gli obiettivi da bombardare, senza alcuna distinzione fra civili e militari.
Il genocidio a Gaza è possibile anche grazie alla disumanizzazione dei palestinesi operata dai media israeliani e dai principali gruppi editoriali occidentali e all’incondizionato appoggio politico e militare di Stati Uniti e Unione Europea, inclusa l’Italia con la presenza militare nel Mediterraneo orientale e nel Mar Rosso. Nella base militare di Decimomannu, in Sardegna, da anni l’aviazione israeliana – responsabile in soli tre mesi del massacro di oltre 30.000 civili a Gaza – fa esercitazioni con quella italiana.
Mentre aziende come Iveco, Leonardo, Elbit o Rheinmetall aumentano a dismisura commesse e profitti grazie alle guerre e ai continui massacri di proletari, il Governo italiano – in linea con i precedenti – ha previsto per il 2024 una spesa di oltre 28 miliardi di euro per Esercito e armi, in crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente. Tutto questo mentre vengono tagliati i fondi a sanità, scuola e servizi essenziali per la popolazione.
La guerra fra NATO e Russia in Ucraina e le tensioni militari seguite al genocidio in corso a Gaza rientrano in un generale scontro per l’egemonia fra blocchi di interessi capitalistici in cui gli Stati Uniti-NATO hanno come principale obiettivo la Cina.
Soltanto una continua mobilitazione dal basso può imporre la pace e la fine del massacro a Gaza. Rompiamo l’indifferenza e l’apatia, traiamo esempio dal movimento internazionale che ovunque sta denunciando e attaccando le complicità militari, economiche e accademiche con lo Stato d’Israele. Non ci si può abituare al compimento di un genocidio in diretta televisiva.
Con il cuore a Gaza. Siamo tutti palestinesi.
Non lasciamo in pace chi vive di guerra
Disarmiamo Iveco e Leonardo – FlyingBasket
Venerdì 2 febbraio ore 17.00 MANIFESTAZIONE
fuori dall’Iveco, incrocio Via Galvani-Via Volta (BZ)
Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano