[Bolzano] Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani. 16 marzo presidi antimilitaristi in città.

Giovedì 16 marzo, dalle ore 12 alle ore 14 circa, si sono svolti in centro storico a Bolzano due presidi antimilitaristi contro l’ esercitazione militare internazionale Volpe Bianca 2023 (oltre ai soldati italiani, presenti anche militari francesi e degli Stati Uniti) in corso sulle Dolomiti. Esercitazioni che sono a tutti gli effetti dei “giochi di guerra” in vista di un futuro in cui la forza militare sarà sempre più decisiva per la difesa degli interessi materiali dei padroni. Diversi interventi al microfono e alcune centinaia di volantini sono stati distribuiti ai passanti. Numerosi incontri e scambi di idee con cittadini e cittadine solidali.

Una tappa di avvicinamento alla Critical mass promossa dall’Assemblea cittadina contro le guerre e il disarmo che si terrà in città sabato 18 marzo con partenza alle ore 15 da piazzetta Marcella Casagrande.

Un contributo per rompere l’inerzia con cui il Governo italiano ed i suoi alleati occidentali ci stanno conducendo verso il disastro e per ricordare come nessuna unità nazionale sia accettabile per sostenere i progetti di guerra e sfruttamento della borghesia.  Nessuna unità di interesse ci può essere fra chi promuove le guerre e chi è costretto a subirle, combattendole, morendo o impoverendosi. A tal riguardo facciamo nostra la posizione del sindacalista socialista americano Eugene Debs, il quale durante un comizio antimilitarista del giugno 1918 così si espresse contro l’intervento statunitense nella Grande guerra:

I baroni feudali del Medioevo, i predecessori dei capitalisti dei nostri giorni, hanno dichiarato tutte le guerre. E i loro servi miserabili hanno combattuto tutte le battaglie. Ai poveri, ai servi ignoranti era stato insegnato a riverire i loro padroni, a credere che quando i loro padroni dichiaravano guerra gli uni agli altri, era loro dovere patriottico cadere gli uni sugli altri e tagliarsi la gola a vicenda per il profitto e la gloria dei signori e dei baroni che, allo stesso tempo, li disprezzavano. E questa, in poche parole, è la guerra. La classe dominante ha sempre dichiarato le guerre; la classe subordinata ha sempre combattuto le battaglie. La classe dominante ha avuto tutto da guadagnare e niente da perdere, mentre la classe subordinata non ha avuto niente da guadagnare, ma tutto da perdere, specialmente le loro vite”.

Debs pagò la sua posizione con l’arresto e la condanna a dieci anni di reclusione per avere ostacolato il reclutamento coatto di giovani vite da gettare nel tritacarne delle trincee nella prima guerra mondiale. Di seguito il testo del volantino distribuito durante l’iniziativa:

SULLE DOLOMITI SI PREPARA LA GUERRA DI DOMANI

Dal 6 al 17 marzo sulle montagne della Val Pusteria e Alta Val Badia, del Cadore (Belluno), con un’appendice in Sardegna, si è svolta l’esercitazione militare internazionale Volpe Bianca 2023, nel corso della quale sono stati impegnati più di 1500 Alpini delle Brigate Julia e Taurinense oltre che del Centro Addestramento Alpino, una compagnia del battaglione San Marco della Marina Militare, militari della 173^ Airborne Brigade statunitense e della 27^ Brigade d’Infanterie de Montagne francese, oltre che velivoli e unità di Esercito ed Aeronautica.

Secondo quanto dichiarato dal generale Ignazio Gamba queste esercitazioni dovrebbero: “addestrare i militari al combattimento in montagna e aree caratterizzate da climi rigidi, il cosiddetto Mountain Warfare, che mira a saper sfruttare e trasformare in un proprio vantaggio le difficoltà dei terreni montani ed artici”. Di conseguenza, per il militare, le truppe alpine diventerebbero: “una risorsa su cui investire per sviluppare uno strumento sempre più rispondente alle condizioni imposte dagli odierni e futuri scenari geostrategici”. Tradotto significa che viviamo tempi in cui i militari saranno sempre più utilizzati. Questa manovra segue l’esercitazione Vertigo 2022 svoltasi 5 mesi fa nell’area di Merano 2000 ed il convegno “Artico il nuovo grande gioco mondiale” organizzato dall’Esercito e altri istituti di ricerca il 3 ottobre scorso a Castel Mareccio a Bolzano.

Lo scioglimento dei ghiacci del circolo polare artico e la competizione internazionale per lo sfruttamento delle sue risorse naturali così come la guerra in Ucraina aprono scenari in cui la potenza militare avrà un ruolo sempre più importante nell’imporre le politiche predatorie del capitalismo e gli interessi della borghesia. I militari italiani sono infatti presenti in numerosi paesi africani e del Medio Oriente, ridotti a colonie. Nell’Europa dell’est invece sono almeno 1500 i soldati italiani schierati sotto le direttive NATO e pronti alla guerra con la Russia.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha innescato una generale corsa al riarmo in cui tutte le principali forze politiche – dal Partito Democratico a Lega e Fratelli d’Italia – hanno imposto un drastico aumento della spesa militare, da 25 ai circa 40 miliardi di euro annui, a danno di istruzione e sanità. Per l’apparato militare-industriale e quindi aziende come Iveco Defence Vehicles, con sede a Bolzano, Finmeccanica oppure Rheinmetall in Germania, la guerra e la crescita delle tensioni politico-militari fra le principali potenze rappresenta un’incredibile opportunità per fare profitti e distribuire dividendi ai propri azionisti. Business as usual, sulla pelle dei proletari ucraini, russi e di tutto il mondo.

La guerra attualmente in corso in Europa non è una guerra fra Russia e Ucraina bensì una guerra fra Russia da una parte e NATO dall’altra, sul territorio ucraino. Un conflitto che, oggi come in passato, non sarebbe possibile senza intellettuali, docenti e giornalisti arruolati a tempo pieno dall’apparato militare, impegnati nel produrre giustificazioni e retoriche funzionali agli interessi della borghesia guerrafondaia di ogni schieramento. Indicativo dei tempi che viviamo è il Comitato per la cultura della Difesa presieduto dal ministro della Guerra Guido Crosetto e di cui fanno parte docenti universitari, editorialisti, giornalisti e intellettuali costantemente presenti sui principali media. Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa il loro ruolo, in un perfetto rovesciamento della realtà, sarebbe: “Tutelare la correttezza del dibattito pubblico, promuovendo la verità dei fatti”. Oltre a ciò “in un rinnovato e complesso quadro geopolitico” compito del Comitato sarà quello di “cambiare la percezione dello Strumento Militare nazionale rispetto al passato”. In sintesi si tratta di un Comitato statale che promuove una campagna di propaganda bellica.

Viviamo tempi di guerra. Le esercitazioni militari nella Provincia di Bolzano così come la presenza in città di uno stabilimento industriale come Iveco DV, in affari con gli Eserciti impegnati nel conflitto in Ucraina e in altre parti del mondo, ci dimostra che la guerra inizia anche qui.

FERMIAMO LE ESERCITAZIONI MILITARI!!

NON LASCIAMO IN PACE CHI VIVE DI GUERRA !!

Antimilitaristi e antimilitariste

Posted in Critica sociale, General, Iniziative, Internazionalismo | Tagged , , , , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani. 16 marzo presidi antimilitaristi in città.

[Bolzano] Continua in città la mobilitazione contro la guerra e gli interessi economici che la armano

Continua in città la mobilitazione contro la guerra. Anche questa settimana a Bolzano due importanti iniziative contro la terribile escalation militare in corso in Ucraina e contro gli interessi economici che spingono per il prosieguo del conflitto militare. Invitiamo tutti e tutte a partecipare, a prendere la parola. Per non rimanere inermi di fronte al disastro in cui la borghesia ci sta facendo precipitare, con la propria sete di profitto e di potere. Per ribadire ancora una volta che, in questa guerra come in tutte le guerre imperialiste, i proletari non hanno nessun interesse da difendere. Per disertare le loro guerre. Per organizzare la resistenza contro l’economia di guerra, lo sfruttamento, la devastazione ambientale.

Giovedì 16 marzo dalle ore 12 presso l’incrocio Via Cassa di Risparmio-Via Museo e poi dalle ore 13.00 in Piazza Università ci saranno dei presidi antimilitaristi, organizzati per protestare contro l’ esercitazione militare internazionale Volpe Bianca 2023 che si sta svolgendo sulle montagne altoatesine.

Questa volta migliaia di militari, fra cui anche la 173a Airborne Brigade statunitense di stanza a Vicenza, si stanno esercitando sulle Dolomiti della val Badia, in val Pusteria, nel Cadore (Belluno) e in parte in Sardegna. Un’esercitazione che – come dice il generale Ignazio Gamba – ha lo scopo di “addestrare i militari al combattimento in montagna e aree caratterizzate da climi rigidi, il cosiddetto mountain warfare, che mira a saper sfruttare e trasformare in un proprio vantaggio le difficoltà dei terreni montani ed artici”. Secondo lo stesso ufficiale militare l’Esercito diventerà se,pre più “una risorsa su cui investire per sviluppare uno strumento sempre più rispondente alle condizioni imposte dagli odierni e futuri scenari geostrategici”. In parole povere, in un mondo in rapida trasformazione in cui l’egemonia economica occidentale è sempre più in declino, gli interessi della borghesia dovranno essere garantiti sempre più dalla forza armata e sempre meno da accordi commerciali. Una tendenza già ampiamente in atto dato che, come scrivono gli antimilitaristi bolzanini “I militari italiani sono infatti presenti in numerosi paesi africani e del Medio Oriente, ridotti a colonie. Nell’Europa dell’est invece sono almeno 1500 i soldati italiani schierati sotto le direttive NATO e pronti alla guerra con la Russia”.

Nel fine settimana invece, sabato 18 marzo, l’Assemblea cittadina contro le guerre e per il disarmo organizza una Critical Mass contro la guerra per le vie della città. La partenza è fissata alle ore 15 circa in piazzetta Marcella Casagrande.

Per un immediato cessate il fuoco. Per la fine del conflitto armato. Contro la fornitura di armi e gli interessi economici alla base dell’escalation militare. Per immediati negoziati. Per l’aiuto non militare alle persone vittime della guerra.

Posted in Critica sociale, General, Iniziative, Internazionalismo | Tagged , , , , , , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] Continua in città la mobilitazione contro la guerra e gli interessi economici che la armano

[Bolzano] Guerra, sangue capitale. Un volantino distribuito alla manifestazione pacifista in piazza Walther

Venerdì 24 febbraio in piazza Walther alle ore 18 si è svolta una manifestazione per la pace. Una manifestazione che, sulla falsariga di quella organizzata un anno prima, si è confermata priva di contenuti, incapace di raccogliere la preoccupazione generale e fare un passo avanti rispetto alla gravità del momento che stiamo vivendo. Uno stanco, stanchissimo rituale in cui hanno officiato la “messa” con discorsi sterili il sindaco Renzo Caramaschi ed il presidente Anpi Guido Margheri. Una manifestazione a cui hanno preso parte anche esponenti del Partito Democratico, il principale partito – insieme a Fratelli d’Italia – a sostenere in modo acritico il continuo invio di armi e l’escalation militare bellica – fino alla fine – come ha detto Giorgia Meloni. A loro consigliamo di rivolgersi ad un bravo psichiatra. Una manifestazione che invece di esprimere rabbia e voglia di lottare si è trasformata nel solito palcoscenico per i soliti noti che hanno detto le solite cose, generiche, valide per ogni occasione. Una manifestazione dal copione già scritto, in cui è stato impedito di prendere la parola – con lo sconcerto di chi fra gli altri partecipanti lo ha saputo – a chi portava altri contenuti in merito alla critica alla guerra. Una manifestazione sonnolenta, a cui le fiaccole hanno dato un tono lugubre.

Tuttavia vista la gravità del momento storico che stiamo vivendo e l’importanza di mobilitarsi contro il disastro verso cui la borghesia di tutti i paesi coinvolti ci sta facendo precipitare, alcuni compagni e compagne hanno deciso di partecipare, distribuendo un volantino, nel tentativo di diffondere una critica antimilitarista che sappia andare alla radice della questione.

Perchè la lotta contro la guerra non può essere separata dalla lotto contro il sistema economico che la produce. Ricordiamo che l’industria bellica sta maturando immensi profitti grazie all’ennesimo conflitto provocato dal capitalismo. Di seguito il testo del volantino distribuito in piazza:

GUERRA, SANGUE, CAPITALE

In un passaggio relativo alla guerra russo-giapponese del 1905 il romanziere russo Lev Tolstoj scriveva: «La situazione di quelli che vi partecipavano e quella degli altri che assistevano al suo svolgersi ricordava da un lato, per i primi, i viaggiatori seduti in vagoni che viaggiano sul pendio di un ponte verso un precipizio, dall’altro, gli uomini che stanno come impotenti dinanzi all’imminente catastrofe». L’atteggiamento generale che vediamo oggi non è diverso.

É passato un anno dall´inizio della fase piú cruenta della guerra in Ucraina. Dopo 8 anni di guerra in Donbass, l´invasione delle truppe russe è la tragica conseguenza di una crisi politica iniziata fra il 2010 e 2014 e che – vista l’incapacità di trovare un compromesso politico od economico – ha visto degenerare in conflitto armato la rivalità fra Stati Uniti e Unione Europea da una parte e Russia dall’altra, per il controllo delle immense risorse naturali dell´Ucraina.

Non si tratta di una guerra fra Russia e Ucraina: è una guerra tra la NATO e la Russia sul territorio ucraino. Un conflitto preparato da molti anni, come ha detto il generale polacco Biniek dichiarando che le truppe di Kiev erano armate e istruite dalla Nato almeno dal 2014, dopo il golpe di Euromaidan. Da un anno centinaia di migliaia di giovani proletari russi e ucraini vengono mandati al macello per gli interessi economici delle rispettive oligarchie nazionali. Il conflitto per procura fra Stati Uniti e Russia che si sta svolgendo sulla loro pelle non ha nulla a che vedere con questioni ideali (il patriottismo secondo la propaganda russa o la libertá e la democrazia secondo quella occidentale) bensí con piú semplici e squallidi interessi materiali legati ai profitti economici delle parti in causa.

Da un anno siamo in guerra. Giornalisti, scrittori e intellettuali con l’elmetto in questo periodo si sono impegnati ad avvelenare il dibattito, inquinare i ragionamenti, stilare liste di proscrizione e calunnie contro i pacifisti e gli antimilitaristi, ed a legittimare il partito unico della guerra che – da destra a sinistra – ci sta portando verso un punto di non ritorno. Il circo mediatico in quest’ultimo anno ha cancellato il passato con l’obiettivo di riscrivere il presente, dipingendo l’invasione dell’Ucraina come la decisione improvvisa di un pazzo criminale sanguinario a cui si contrappongono i buoni democratici.

Poche settimane fa il segretario della NATO Stoltenberg ha affermato: «La guerra oggi è in Europa, domani forse in Asia». Una frase che indica nella Cina il prossimo obiettivo delle politiche guerrafondaie americane. Una frase che, unita alla recente provocazione a Taiwan, dimostra come la pace non sia una prospettiva gradita al governo statunitense.

Gli Stati Uniti hanno costruito il proprio potere economico sulla miseria di parti sempre piú ampie del pianeta, depredandone le risorse (Afghanistan, Iraq, Libia, Ucraina sono solo le guerre piú recenti ma si potrebbero citare anche i tentati colpi di stato in Bolivia e Venezuela) e scatenando guerre laddove gli interessi del capitale lo richiedevano. Putin agisce e ragiona nello stesso modo, cercando di difendere la sfera di influenza russa anche con la guerra, come ha fatto in Georgia nel 2008 oppure in Siria. Entrambi sono parte dello stesso problema.

La situazione attuale non sarebbe peró stata possibile senza la collaborazione della corrotta borghesia ucraina e del nazionalismo in affitto di Zelensky che ha la responsabilità di aver messo il territorio ucraino a disposizione dei piani di guerra della NATO. Gli oligarchi ucraini nell´ultimo decennio hanno svenduto a multinazionali dell´agroindustria americane, europee, cinesi e saudite, enormi porzioni della propria superficie coltivabile.

L’Ucraina post-sovietica, con i suoi 32 milioni di ettari arabili di ricco e fertile suolo nero (detto cernozëm), dispone dell’equivalente di un terzo di tutto il terreno agricolo esistente nell’Unione europea. Un bottino su cui il capitale occidentale aveva messo gli occhi da tempo. Inoltre il Donbass é una delle regioni dell´Ucraina piú ricche non solo di carbone, gas e petrolio, oltre che di ferro, manganese, titanio e uranio, ma è anche l’area dove si trovano le maggiori riserve in Europa di metalli e terre rare, che sono alla base dell’industria del futuro, perché utilizzati nell’industria hi-tech e nella cosiddetta green economy.

La guerra in Ucraina, per ciò che è e per il futuro che prepara, è una guerra contro i proletari ucraini, russi e di tutto il mondo. Mentre le industrie del complesso militare industriale (fra cui la bolzanina Iveco Defence Vehicles in affari con Ucraina e Stati Uniti) maturano osceni profitti e le spese militari statali aumentano in modo esponenziale, nei paesi coinvolti dal conflitto il livello di sfruttamento e repressione aumenta, il dissenso viene criminalizzato, annullato o limitato. I costi delle politiche di riarmo invece vengono come al solito scaricati sui lavoratori tagliando la spesa sanitaria, scolastica e sociale.

Finchè non ci sarà un rottura del fronte interno in Russia, Ucraina o nei paesi NATO, la distruzione dell’Ucraina e le sofferenze degli ucraini proseguiranno. Con ciò anche la possibilità di una terza guerra mondiale. Muoviamoci prima che sia troppo tardi. Disertiamo le loro guerre, organizziamoci, smascheriamo la propaganda e gli interessi di chi vuole l’escalation militare. Facciamo controinformazione, scioperiamo, agiamo!

CONTRO LA GUERRA E GLI INTERESSI ECONOMICI CHE LA PERMETTONO!!

NON UN SOLDO, NON UN UOMO PER LE LORO GUERRE!!

GUERRA ALLA GUERRA!!

Antimilitaristi bolzanini

Posted in Critica sociale, General, Iniziative | Tagged , , , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] Guerra, sangue capitale. Un volantino distribuito alla manifestazione pacifista in piazza Walther

[Bolzano] 10 febbraio – Contestato convegno “Pro Vita”

Venerdì 10 febbraio dalle ore 19, nella sala comunale “Anna Frank” di via Mendola si è svolto un convegno dal titolo “Si potrà ancora dire mamma e papà?” organizzato dal movimento Pro vita e famiglia, a cui sono stati invitati diversi esponenti dell’estrema destra attualmente al Governo in Italia. Fra costoro ricordiamo almeno l’esponente del partito postfascista Fratelli d’Italia Marco Galateo (tale figuro difende talmente tanto la famiglia che si è fatto promotore di una legge che vorrebbe sfrattare dagli alloggi popolari tutte le famiglie che hanno al loro interno persone con comportamenti problematici che destano un nn meglio chiarito “allarme sociale”) e il deputato parlamentare europeo della Lega Matteo Gazzini. I relatori – tutti uomini – erano stati invitati a parlare della fantomatica ideologia Gender che a detta degli organizzatori starebbe “infettando ogni ambito del vivere sociale: scuola, media, istituzioni, web, legislazione”.

Il manifesto del convegno

Dalla Lega a Fratelli d’Italia, dai Freiheitlichen alle sezioni locali dei movimenti antiabortisti, nella sala comunale si è discusso sostanzialmente della necessità di proseguire la battaglia contro i movimenti che si battono per una maggior estensione dei diritti civili e più in generale, contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Ogni qualvolta nelle scuole viene proposto un progetto contro le discriminazioni di genere, associazioni e partiti attivi nella crociata anti-LGBTQ innescano sceneggiate paventando un possibile traviamento di minori, basta ricordare la caciara messa in piedi alcuni anni fa a Bolzano, in occasione dello spettacolo teatrale Fa’afafine.

Le parole hanno un peso ed è significativo che a promuovere il convegno sia un movimento denominato Pro Vita che difende la famiglia cosiddetta naturale. Esponenti della borghesia più reazionaria che utilizzano il concetto di natura come clava per discriminare minoranze di ogni tipo, per emarginare, creare differenze, costruendo emergenze che semplicemente non esistono ma che però producono effetti spesso tragici. I difensori della famiglia tradizionale sono gli stessi che hanno costruito la propria fortuna politica coltivando e diffondendo l’odio razzista e difendendo gli interessi economici della peggiore borghesia predatoria. 

In un mondo dove guerre, sfruttamento e devastazione ambientale costituiscono la realtà quotidiana per la gran parte dell’umanità, bisogna prendere atto – se ancora ci fossero degli ingenui che non se ne fossero accorti – che ogni diritto faticosamente conquistato nel corso di lunghe e faticose lotte è in pericolo. Diritti sociali e civili vengono sistematicamente erosi e svuotati per indebolire e compromettere le capacità di organizzazione delle classi subalterne o di minoranze sociali.

Per contrastare la disinformazione propagandata in convegni del genere, fuori dalla sala comunale Anna Frank almeno una 50ina le partecipanti a un volantinaggio che ha contestato le falsità diffuse dai relatori con numerosi interventi al megafono e distribuendo volantini.

Una presenza che ha riscaldato il cuore di chi vi ha partecipato e di tutte quelle persone che vivono sulla propria pelle le campagne di odio, sperimentandone gli effetti che certe menzogne producono nel senso comune delle persone. 

Piuttosto ingombrante e sproporzionato il dispositivo repressivo messo in campo dalla Questura di Bolzano che ha impiegato sul terreno il reparto celere, oltre numerosi altri agenti. Indicativo di un periodo storico in cui ogni forma di dissenso è sempre più criminalizzata. 

Di seguito l’altro volantino distribuito durante il presidio, che contiene le riflessioni personali di una partecipante: 

Posted in Critica sociale, General, Iniziative | Tagged , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] 10 febbraio – Contestato convegno “Pro Vita”

[Bolzano] Dichiarazione al processo d’appello per la manifestazione del Brennero

Il 3 febbraio si è svolta presso il tribunale di Bolzano l’ultima udienza che precede la sentenza nel processo d’appello per il corteo contro le frontiere (Brennero, maggio 2016). La sentenza è prevista per il 17 marzo. Questa la dichiarazione letta in aula, sottoscritta da una ventina di imputati e imputate:

Dichiarazione al processo d’appello per la manifestazione del Brennero

Se esiste un luogo in cui le parole non esprimono mere opinioni prive di conseguenze, questo è senz’altro il tribunale. Tra qualche giorno, in quest’aula, si deciderà se e per quanto tempo il nostro futuro sarà fatto di sbarre e di carcere.

Non è un motivo per tacere.

Nell’accanimento repressivo che le varie Procure di questo Paese riservano da tempo al movimento anarchico – di cui i 130 anni di carcere dispensati nella sentenza di primo grado di questo processo sono un buon esempio –, in questi giorni si sta toccando l’apice. Lo Stato sembra deciso a condannare a morte il compagno anarchico Alfredo Cospito, oggi al suo 107° giorno di sciopero della fame ad oltranza contro la tortura del 41 bis e contro l’ergastolo ostativo. La determinazione di Alfredo, da un lato, e la ferocia istituzionale, dall’altro, fanno passare decisamente in secondo piano, per noi, l’esito di questo processo e le nostre sorti individuali.

In un Paese segnato da una lunga scia di stragi vere realizzate da apparati dello Stato con la manovalanza dei neofascisti – questa è non solo una verità storica, ma persino giudiziaria –, ad essere condannati per «strage politica» sono… due anarchici (Alfredo Cospito e Anna Beniamino), per «una strage senza strage attribuita senza prove». La più odiosa contraffazione dell’idea e della pratica anarchiche, che ha portato Alfredo nella tomba per vivi del 41 bis.

Se questa è la logica, allora si possono distribuire 130 anni di carcere per una manifestazione che ha provocato, secondo la stessa accusa, 8000 euro di danni. La coerenza, come si dice, è nell’insieme.

Mentre si parla di Costituzione, di Stato di diritto e di pace, la realtà ci dice che i governi democratici d’Occidente ci stanno portando dritti verso il conflitto con la Russia, cioè su di un piano inclinato in fondo al quale c’è la Terza Guerra Mondiale, con annesso annientamento della vita terrestre.

L’accanimento contro il dissenso in generale e contro anarchiche e anarchici in particolare è il fronte interno di tale guerra. Il 41 bis è carcere di guerra.

Per questo il grande coraggio di Alfredo e la solidarietà che ha saputo raccogliere spaventano così tanto. Fanno parte di quell’umanità che non si schiererà mai a fianco delle bombe della NATO, come i nostri compagni e compagne in Russia non si schierano a fianco di quelle di Putin.

Mentre a voi spetta la scelta se inserirvi nel coro di una repressione oggi giorno più smisurata, il nostro pensiero e il nostro cuore sono con Alfredo.

Bolzano, 3 febbraio 2023

Giulia Perlotto, Carlo Casucci, Kamilla Bezerra, Massimo Passamani, Manuel Oxoli, Luca Rassu, Roberto Bottamedi, Marco Degosus, Arianna Viola, Mattia Magagna, Roberto Bonadeo, Agnese Trentin, Andrea Parolari, Stefano Diani, Benedetta Antonucci, Matteo Nascimben, Sirio Mafrini

Posted in General, Iniziative, Oltre il Brennero | Tagged , , , , , , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] Dichiarazione al processo d’appello per la manifestazione del Brennero

[Bolzano] 100 giorni di sciopero della fame. 27-01 Presidio solidale con Alfredo Cospito. Contro la tortura e la repressione

Alfredo Cospito è ormai giunto a 100 giorni di sciopero della fame, iniziato il 20 ottobre scorso. Le sue condizioni di salute stanno rapidamente peggiorando, due giorni fa, nel tentativo di farsi una doccia è svenuto, procurandosi una frattura al naso e perdendo molto sangue. La capacità di termoregolazione del suo corpo è compromessa tanto che è costretto ad indossare svariati maglioni e pantaloni per proteggersi dal freddo. Ogni suo movimento richiede uno sforzo immane e per spostarsi è costretto a ricorrere ad una sedia a rotelle.

La dottoressa che lo sta seguendo, Angelica Milia, ha ricevuto un’ intimidazione da parte del Ministero, a non diffondere notizie relative allo stato di salute di Alfredo.

Non si deve sapere che lo stanno uccidendo e che lo Stato in ogni sua articolazione concorre nel perseguire l’assassinio scientifico del prigioniero anarchico.

La Cassazione ha inizialmente fissato al 20 aprile l’udienza per trattare il ricorso presentato dall’avvocato di Alfredo Cospito. Una presa in giro, dato che non sarebbe mai potuto arrivare a quel giorno vivo. Allora la data è stata anticipata al 7 marzo, fra un mese e mezzo, ancora troppo tardi per le sue già precarie condizioni di salute.

Tuttavia Cospito prosegue con tenacia e coraggio la sua lotta mettendo a repentaglio l’unica cosa su cui può ancora esercitare un controllo: il proprio corpo, la propria salute, nel tentativo di piegare il sistema di tortura istituzionale del 41 bis e dell’ergastolo ostativo. Una lotta che – come ha spiegato lui stesso – è per lui come per tutti i 750 detenuti reclusi in queste condizioni.

Con il passare dei giorni e il rischio sempre più imminente che il suo assassinio venga compiuto, si moltiplicano sempre più le iniziative in sua solidarietà e ancora una volta a Bolzano i compagni e le compagne sono scesi in strada per rompere l’indifferenza ed il cinismo con cui si sta mettendo in atto l’annientamento di Cospito, condannato all’ergastolo ostativo per “una strage senza strage attribuita senza prove” e recluso al 41 bis per la sua attiva partecipazione al dibattito politico sulla stampa del movimento anarchico.

Venerdì 27 gennaio, dalle 12.30 alle 14 circa, all’incrocio fra via Museo e via Cassa di Risparmio, numerosi interventi solidali si sono susseguiti al megafono, e centinaia di volantini sono stati distribuiti ai passanti, alcuni dei quali si sono fermati per leggere la mostra che spiega in cosa consiste il 41 bis. Un piccolo contributo per ricordare alla popolazione cosa accade nelle carceri e quali metodi vengono utilizzati dalla democrazia italiana per distruggere fisicamente e psichicamente i prigionieri.

Di seguito il testo che è stato distribuito ai passanti:

A QUASI 100 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME SCENDIAMO IN STRADA AL FIANCO DI ALFREDO

CONTRO LA TORTURA DEL 41 BIS

E DELL’ERGASTOLO OSTATIVO

Da oltre tre mesi il prigioniero anarchico Alfredo Cospito è in sciopero della fame contro il regime 41 bis applicatogli e contro l’ergastolo ostativo. Le sue condizioni stanno precipitando, e l’amministrazione penitenziaria arriva a diffidare la sua dottoressa dal rilasciare dichiarazioni sul suo stato di salute, «al fine di non vanificare le finalità» del 41 bis, minacciando di impedirle di visitarlo. Nel corso di un’udienza lo scorso 5 dicembre Alfredo ha dichiarato:

«Seppellito definitivamente con l’ergastolo ostativo, che non ho dubbi mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una “strage politica”, per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno e che di fatto non hanno ferito e ucciso nessuno. Non soddisfatti, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dalla galera continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca con la mordacchia medievale del 41 bis, condannandomi ad un limbo senza fine in attesa della morte. Io non ci sto e non mi arrendo, e continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro, per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo paese. Siamo in 750 in questo regime ed anche per questo mi batto».

Alfredo è detenuto in regime di Alta Sicurezza da oltre dieci anni, dopo aver rivendicato il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi («Decisi di passare all’azione dopo il disastro nucleare di Fukushima», dichiarò). Ora rischia l’ergastolo ostativo, insieme alla compagna Anna Beniamino, per «una strage senza strage attribuita senza prove». Lo scorso maggio la ministra Cartabia ha disposto il suo trasferimento al regime di annientamento del 41 bis, a Sassari, per metterlo definitivamente a tacere seppellendolo vivo. Il 19 dicembre, dopo oltre 60 giorni di sciopero della fame, il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha rigettato il ricorso contro l’applicazione del 41 bis, condannandolo di fatto a morte. Nei giorni scorsi Alfredo ha dichiarato che si opporrà con tutte le sue forze all’eventuale alimentazione forzata. Nei mesi scorsi il compagno Juan Sorroche è stato condannato a 28 anni di carcere per un attacco a una sede della Lega nel quale nessuno è rimasto ferito. Nelle prossime settimane, a Trento è prevista la sentenza per quattro compagni colpiti da misure cautelari in un’inchiesta per fatti slegati con unico filo conduttore la solidarietà anticarceraria; a Bolzano, la sentenza di appello per i compagni condannati in primo grado a oltre 160 anni di carcere per il corteocontro le frontiere al Brennero del 2016. Nel frattempo, sempre più spesso la concessione di misure alternative è vincolata a vere e proprie pretese di abiura. Un clima che non riguarda solo gli anarchici: si pensi al trattamento riservato a sindacalisti di base, studenti, attivisti per il clima… Il 41 bis è il vertice estremo di una macchina repressiva che lavora per chiudere tutti gli spazi per continuare a lottare. Sostenere la lotta di Alfredo è una questione di autodifesa collettiva sempre più urgente.

Assemblea bolzanina contro carcere e repressione

Posted in Critica sociale, General, Iniziative | Tagged , , , , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] 100 giorni di sciopero della fame. 27-01 Presidio solidale con Alfredo Cospito. Contro la tortura e la repressione

[Bolzano] 26 gennaio presentazione libro “Guerra in Ucraina e Internazionalismo proletario” con il curatore Pietro Basso

Segnaliamo questa importante iniziativa organizzata dall’Assemblea cittadina contro le guerre. Un contributo importante per spezzare il coro militarista che ci sta portando giorno dopo giorno sull’orlo dell’abisso. In questo blog abbiamo già ripreso un intervento contro la guerra di Pietro Basso, redattore del blog Il pungolorosso e curatore del libro “Guerra in Ucraina e internazionalismo proletario” che si presenterà alla sala Fronza di via Dalmazia. Invitiamo tutte e tutti a partecipare ad una serata densa di riflessioni e spunti per contrastare la deriva in cui la borghesia ci sta trascinando allo scopo di garantire i propri interessi economici, i propri profitti, i propri privilegi. Un’occasione per discutere e confrontarsi dal vivo, fuori dalle bolle social e dalle sterili discussioni virtuali. 

A quasi un anno dall´inizio della guerra in Ucraina, la possibilitá che si giunga in tempi brevi ad un cessate il fuoco appare lontana. Come accaduto per le numerose guerre provocate dallo schieramento occidentale negli ultimi 20 anni (Afghanistan, Iraq, Libia, ecc.), anche il conflitto in Ucraina si é normalizzato e non suscita piú particolare rabbia o emozione nonostante le tragiche immagini provenienti dalle cittá ucraine, il vertiginoso aumento della spesa militare ed i tagli a scuola e sanitá.

La propaganda in cui siamo immersi da un anno a questa parte ha impedito di ragionare sulle radici di questo conflitto, che risiedono in questioni economiche e politiche che nulla hanno a che vedere con gli interessi dei lavoratori, siano essi ucraini, russi oppure europei. In occidente ogni voce contraria all´escalation militare o critica nei confronti delle politiche militariste della Nato é sistematicamente infangata e marginalizzata con calunnie e accuse di essere filorusse.

Quali interessi economici sono alla base della guerra in Ucraina? Come proseguire la mobilitazione contro la guerra? Quale futuro ci stanno preparando?

Per discutere su questi temi invitiamo tutte e tutti a partecipare alla presentazione del libro:

GUERRA IN UCRAINA E INTERNAZIONALISMO PROLETARIO

con Pietro Basso, curatore del libro

GIOVEDÍ 26 GENNAIO 2023

Ore 20 alla sala comunale “Guido Fronza”
Via Dalmazia 30 C – Bolzano

Assemblea cittadina contro la guerra – Bolzano

Posted in Critica sociale, General, Iniziative, Internazionalismo | Tagged , , , , , , , , , | Comments Off on [Bolzano] 26 gennaio presentazione libro “Guerra in Ucraina e Internazionalismo proletario” con il curatore Pietro Basso

[Trentino-Sudtirolo] Continua la mobilitazione solidale per Alfredo Cospito

In regione, come nel resto d’Italia e del mondo, continua la mobilitazione per Alfredo Cospito, ormai da circa 90 giorni in sciopero della fame contro il regime carcerario di tortura istituzionale 41 bis a cui è sottoposto dal maggio 2022. Durante la mattinata del 13 gennaio a Bolzano sono state distribuite diverse centinaia di volantini (per leggere il volantino andate al seguente link) e il fumetto La Voragine di Zerocalcare, capace di spiegare anche a chi non conosce a fondo il tema l’orrore e la violenza che tale regime di tortura comporta. Studenti e passanti hanno mostrato forte interesse per una questione che, grazie alla tenace lotta di Alfredo, sta riuscendo a rompere il clima di omertà e silenzio che le istituzioni statali hanno tentato di costruici attorno.

Nelle stesse ore a Trento, un presidio  di fronte al Tribunale ha portato solidarietà a Massimo, Agnese, Stecco e Juan; compagni e compagne sotto processo per episodi completamente slegati uno dall’altro ma che la Procura di Trento prova a riunire all’interno dell’ennesimo teorema associativo. Un copione per cui i repressori della Procura non si sono degnati nemmeno di trovare un titolo, come è scritto nel volantino che è stato distribuito durante l’iniziativa. Nel caso di Massimo si è fatto esplicitamente ricorso ad una giurisprudenza creativa sempre più utilizzata per costringere compagni e compagne a subire provvedimenti di limitazione della libertà e per negare benefici di legge; egli viene infatti accusato di “tentata estorsione con finalità di terrorismo” per avere provato a leggere – durante le trasmissioni di Radio 80 a Rovereto – un comunicato solidale con i prigionieri uccisi e torturati nelle carceri italiane del marzo 2020.

Presidio solidale a Trento con Massimo, Agnese, Stecco e Juan

Nella serata dello stesso giorno, a Rovereto, la sala Filarmonica è stata riempita da oltre 200 persone che hanno ascoltato l’intervento dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, il quale da anni segue le vicende legali di Cospito. Oltre tre ore in cui è stato spiegato in cosa consiste la barbarie del 41 bis e in generale il continuo innalzamento del livello repressivo contro compagni e compagne che lottano, che coincide con rapporti di forza decisamente a favore della borghesia di questo Paese.

La mobilitazione continua senza sosta e la prossima iniziativa è lanciata per il 17 gennaio alle ore 18 presso la facoltà di Sociologia a Trento. Ogni giorno che passa all’interno del 41 bis è un giorno che avvicina Alfredo Cospito alla morte. Moltiplichiamo le iniziative solidali. Contro la tortura. Solidarietà a tutti i prigionieri rivoluzionari. 

Per approfondire:

Podcast della trasmissione “Tutta la città ne parla” con l’avvocato Flavio Rossi Albertini e Luigi Manconi

Posted in Critica sociale, General, Iniziative | Tagged , , , , , , , , | Comments Off on [Trentino-Sudtirolo] Continua la mobilitazione solidale per Alfredo Cospito

[Rovereto] 13 gennaio. Serata pubblica con l’avvocato di Alfredo Cospito

Da oltre 80 giorni prosegue lo sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito, recluso dal maggio 2022 in regime di tortura 41 bis. Le sue condizioni di salute sono sempre più critiche, e ogni giorno che passa lo avvicina in modo sempre più critico alla morte. In queste ultime settimane in Italia e all’estero si sono susseguite centinaia di manifestazioni, presidi e azioni solidali con Cospito, contro la tortura, contro l’ergastolo ostativo e contro la feroce repressione indirizzata contro il movimento anarchico.

Oltre alla solidarietà proveniente dalle realtà militanti, lo sciopero della fame a oltranza di Alfredo ha costretto sempre più persone a prendere una posizione e rompere così il silenzio con cui lo Stato vorrebbe chiudere la pratica. Negli ultimi giorni un nuovo appello pubblico è stato indirizzato al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per fare uscire Alfredo dal regime di tortura 41 bis.

All’interno della campagna solidale, un lavoro prezioso e insostituibile è stato svolto dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, intervenuto in innumerevoli trasmissioni radiofoniche e iniziative pubbliche, per spiegare in cosa consiste il 41 bis e in che termini è stata orchestrata la repressione contro il movimento anarchico in Italia, ma non solo. Venerdì 13 gennaio egli è stato invitato a Rovereto dal Circolo Cabana. Per impedire la morte di Alfredo, per fermare la tortura e la repressione. 

Posted in Critica sociale, General, Iniziative, Internazionalismo | Tagged , , , , , , | Comments Off on [Rovereto] 13 gennaio. Serata pubblica con l’avvocato di Alfredo Cospito

[Bolzano] 28.12 Basta preghiere antiabortiste! Presidio all’esterno dell’ospedale.

Mercoledì 28 dicembre, di fronte all’Ospedale di Bolzano, un gruppo di compagne e compagni ha contestato la provocatoria preghiera antiabortista della sezione sudtirolese del Bewegung fuer das Leben – Movimento per la vita.

Dalle ore 17 circa musica e slogan hanno disturbato la presenza di un movimento che colpevolizza le donne che scelgono di praticare l’interruzione volontaria della gravidanza e che si pone l’obiettivo di fare abrogare la legge 194. Il Movimento per la vita riceve cospicui finanziamenti dalla Provincia autonoma di Bolzano ed è portavoce della peggiore propaganda oscurantista nei confronti dei diritti delle donne, così come del movimento LGBTQ. Una presenza a suo modo violenta, che non tiene conto delle difficoltà e dei possibili traumi che la scelta di interrompere la gravidanza comporta.

Antiabortisti con crocifissi recitano rosari antiabortisti di fronte all’ospedale San Maurizio di Bolzano

Per molti motivi la presenza delle compagne e dei compagni è stata quindi preziosa e importante; per la sua capacità di ridare forza e voce a tutte quelle donne che hanno lottato e che lottano ogni giorno per difendere dei diritti ormai sotto costante minaccia. Non va dimenticato inoltre come la cultura patriarcale e misogina che sta alla base dei movimenti antiabortisti è la stessa che si oppone a corsi di educazione sessuale nelle scuole. La stessa melma ideologica che giustifica il potere dell’uomo sulla donna, all’interno della famiglia così come fuori e che produce effetti devastanti nella mente degli uomini, ma non solo, incapaci di accettare un rifiuto e disposti ad uccidere le donne “oggetto del proprio controllo”, come le cronache quotidiane dimostrano.

Non è tollerabile che una scelta già resa difficile dalla quasi totalità dei medici obiettori, venga messa in discussione da movimenti politici bigotti e reazionari e dai loro referenti politici, attualmente al potere in Italia. Così come non è tollerabile che movimenti che lavorano per restringere i diritti ricevino enormi finanziamenti pubblici. Il percorso costruito negli anni, a difesa dei diritti delle donne, fra contestazioni agli antiabortisti, presidi, volantinaggi, striscioni e che ha visto crescere una partecipata manifestazione il 25 novembre scorso in centro a Bolzano, continua. La lotta continua.

Posted in Critica sociale, General, Iniziative | Tagged , , , , , | Comments Off on [Bolzano] 28.12 Basta preghiere antiabortiste! Presidio all’esterno dell’ospedale.