[Bolzano] Un centinaio al presidio contro la propaganda di guerra della RAI

Venerdì 16 febbraio, dalle ore 13 alle 14.30 circa, almeno un centinaio di solidali con il popolo palestinese hanno protestato sotto la sede della RAI di piazza Mazzini per contestare la propaganda di guerra che la Tv di Stato – insieme a tutti i principali media e gruppi editoriali italiani – sta sostenendo nei confronti del genocidio in corso a Gaza. Una propaganda che assume in modo acritico il punto di vista dello Stato di Israele, responsabile del genocidio e di terribili crimini di guerra da 4 mesi a questa parte.

Se le bombe e il piombo hanno finora raso al suolo la Striscia di Gaza massacrando 30.000 civili fra cui almeno 13.000 bambini, una martellante propaganda mediatica ha costruito – attraverso una costante disumanizzazione e delegittimazione delle rivendicazioni palestinesi – le premesse per fare accettare questo massacro indiscriminato nelle coscienze delle persone.

Appena arrivati in piazza, alla finestra di un ufficio della RAI è stata appesa una stella di David, come se questo potesse essere per i manifestanti un problema.  Una dimostrazione dell’ignoranza diffusa fra chi ha la responsabilità di fare informazione e di come le mistificazioni del Governo Netanyahu siano interiorizzate anche da numerosi dipendenti e giornalisti della TV di Stato, gli stessi che spesso poi costruiscono una realtà fittizia attraverso la lente della propaganda dell’oppressore arrivando a sminuire, legittimare e giustificare l’enormità del genocidio in corso a Gaza. Ad ogni modo, una bambinata che lascia il tempo che trova ma che indica il clima esistente all’interno delle istituzioni maggiormente legate al potere. 

La bambinata di un dipendente RAI

Di seguito il volantino che è stato letto al megafono e distribuito durante il presidio: 

BASTA PROPAGANDA DI GUERRA !!

RAI COMPLICE DEL GENOCIDIO !!

Se non state attenti i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”                                                                    Malcolm X

Il genocidio che da oltre 4 mesi è in corso a Gaza non sarebbe possibile senza il megafono della propaganda che lavora incessantemente per giustificare, legittimare e valorizzare l’orrore che lo Stato di Israele – con la decisiva complicità militare e politica di Stati Uniti e Unione Europea – sta creando a Gaza. La RAI, alla pari di Mediaset e di tutti i principali ed influenti gruppi editoriali di questo Paese, sta lavorando per coprire i terrificanti crimini di guerra commessi dalle truppe israeliane e al contempo per disumanizzare e delegittimare le rivendicazioni del popolo palestinese. Per fare ciò il 7 ottobre è stato trasformato in una giornata “fuori dal tempo storico”, una sorta di anno zero: il passato – e decine di anni di brutale occupazione militare con migliaia di palestinesi uccisi – è così stato cancellato dai radar della propaganda.

Se la guerra sul fronte “esterno” provoca massacri, stermini e la fortuna dei produttori di armi, quella sul fronte “interno” restringe gli spazi di libertà, con il dissenso sistematicamente mistificato, censurato e sempre meno tollerato. Dalla guerra fra NATO e Russia in Ucraina al genocidio a Gaza viene creato così un clima in cui sempre più persone si autocensurano per timore di perdere il proprio lavoro o di finire nella gogna mediatica e anche semplici parole contro la guerra come quelle pronunciate durante il Festival di Sanremo da Ghali e Dargen d’Amico vengono orwellianamente rovesciate dai deliri guerrafondai dell’ambasciatore israeliano in Italia tanto da richiedere un comunicato ad hoc dell’Amministratore delegato della Rai. Un episodio che è solo la punta dell’iceberg dell’informazione di guerra che da anni stiamo subendo.

Perchè accade questo? Perchè, come dimostra la missione Aspides contro gli Houthi nel Mar Rosso, siamo in guerra, perchè vogliono farci credere che gli interessi della borghesia guerrafondaia e del complesso militare-industriale coincidano con gli interessi della popolazione. Vogliono farci credere che il genocidio in corso a Gaza è fatto per difendere i cosiddetti valori della democrazia liberale e tutto il resto del repertorio propagandistico che la borghesia attualmente al potere nei principali paesi occidentali ha utilizzato negli ultimi 20 anni per promuovere e giustificare le guerre in Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria fino allo scontro fra NATO e Russia in Ucraina e chissà, forse per la guerra di domani contro l’Iran o contro la Cina.

Per la prima volta nella storia un genocidio sta avvenendo in diretta televisiva: ogni giorno centinaia di palestinesi vengono massacrati: uccisi, feriti o mutilati dalle bombe israeliane tanto che ormai non fanno più notizia. Laddove non arriva il piombo dell’Esercito occupante uccide la fame e la mancanza di medicine, che stanno mietendo innumerevoli vittime, in particolare fra anziani e bambini. Lo stato di assedio in cui la popolazione vive dal 7 ottobre ha ridotto alla fame l’intera popolazione, costretta in molti casi a mangiare cibo per animali ed erba cotta, a bere da pozzanghere o acqua di mare.

Gli Stati Uniti e i suoi vassalli europei hanno fatto propria la propaganda israeliana riassumibile nel concetto espresso dal Presidente Herzog e applicato sul campo da ogni singolo soldato occupante: “A Gaza non ci sono innocenti”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la Striscia di Gaza non esiste più, i civili uccisi sono almeno 30.000 fra cui circa 13.000 bambini.

Se ormai è evidente che la lotta ad Hamas sia solo un pretesto appare sempre più chiaro come l’obiettivo degli occupanti sia una completa pulizia etnica della Striscia che, una volta “ripulita” dalla presenza palestinese, diverrà terra da colonizzare, come hanno pubblicamente affermato in un recente convegno a Gerusalemme i nazionalisti fascisti e suprematisti al Governo in Israele, fra cui Ben Gvir, Smotrich nonché altri deputati e ministri del Likud, il partito di Netanyahu.

Il genocidio e relativi crimini di guerra a Gaza sono rivendicati apertamente da politici israeliani e dai loro soldati. La distruzione della Striscia è scientifica e sistematica e ha l’obiettivo di renderla invivibile. Non si contano i video in cui i soldati occupanti fanno saltare con la dinamite interi quartieri o danno fuoco a interi caseggiati. Migliaia di palestinesi a Gaza e Cisgiordania sono stati arrestati e torturati. Gli ospedali vengono bombardati e le ambulanze sono diventate un obiettivo militare, così come i giornalisti. Sono infatti circa un centinaio i reporter palestinesi assassinati – spesso in veri e propri raid mirati – che vogliono togliere di mezzo testimoni che hanno documentato l’orrore che la popolazione di Gaza sta subendo.

Dopo aver distrutto la vita a oltre due milioni di persone che hanno perso letteralmente tutto, ora le truppe di Netanyahu stanno attaccando la città di Rafah, in cui sono ammassati oltre 1,5 milioni di gazawi fuggiti dal resto della Striscia.

Non ci si può abituare al compimento di un genocidio in diretta televisiva. Non può essere normale giustificare e legittimare la violenza totale e indiscriminata esercitata contro un intero popolo, occupato e brutalizzato da decenni di occupazione militare. Prendiamo esempio dal movimento internazionale che ovunque sta denunciando e attaccando le complicità militari, economiche e accademiche con lo Stato d’Israele. A cosa serve la memoria se non lottiamo per impedire che lo sterminio a Gaza prosegui? A fianco dei disertori e dei militanti contro la guerra israeliani. Con il cuore a Gaza. Siamo tutti palestinesi.

FERMIAMO IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE!!!

                                                                  Assemblea solidale con il popolo palestinese

                                                                    Per contatti: freepalestinebz@inventati.org

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