Sono passati circa 8 mesi dal 24 febbraio scorso, giorno in cui le truppe russe hanno varcato la frontiera e iniziato la guerra contro l’Ucraina. Lunghi mesi in cui milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare le proprie case mentre altre migliaia sono stati uccisi.
Altre migliaia di giovani russi sono stati arruolati e mandati al macello dal proprio governo per difendere gli interessi della borghesia nazionale. Se quel paese è diventato il teatro di una guerra mondiale per procura, il dibattito pubblico in Italia ha assunto toni spesso surreali, in cui ogni voce dissonante dal coro pro-NATO è stata calunniata, mistificata, associata di fatto a propaganda filorussa.
Una propaganda militarista che ha sortito il suo effetto tanto che ad oggi nessuna grande mobilitazione nazionale e internazionale è cresciuta contro questo conflitto fra opposti imperialismi che rischia di trascinare l’Europa e il pianeta in una deriva di proporzioni sempre più catastrofiche con politici che parlano di una guerra nucleare come opzione possibile.
Di fronte alla follia di un sistema politica ed economico che ci sta trascinando verso la minaccia di un totale annientamento nessuna fiducia può essere riportata nelle istituzioni che ci hanno portato alla situazione attuale. Oggi è più che mai urgente costruire un’imponente mobilitazione dal basso che imponga la fine della guerra ma che sappia anche individuare e critica le basi economiche, politiche ed ideologiche di tali conflitti. La lotta contro la guerra infatti non può essere slegata dalla critica radicale al sistema che la permette e giustifica.
Nonostante l’apatia generale nel corso dei mesi gli antimilitaristi bolzanini hanno cercato in più occasioni – attraverso presidi, volantinaggi, manifestazioni – di evidenziare le responsabilità di aziende come IVECO Defence Vehicles o di banche che che maturano immensi profitti nel traffico di armi. La guerra infatti per esistere ha bisogno di infrastrutture, di aziende che producono armi, di banche che la finanziano, di caserme, ecc.
Sabato 22 ottobre in piazza Matteotti a Bolzano l’assemblea cittadina contro le guerre e per il disarmo chiama a partecipare antimilitaristi, pacifisti e nemici di ogni guerra ad una manifestazione contro la guerra che si svilupperà fino alle strade del centro storico. Un’occasione in cui saranno presenti differenti sensibilità e percorsi politici accomunati dal rifiuto della guerra, in cui sarà possibile rompere la cappa di conformismo e propaganda guerrafondaia che da mesi subiamo, proponendo ragionamenti, critiche, proposte che sappiano rifiutare la falsa alternativa fra NATO e Russia, disertando ogni chiamata alle armi. Una manifestazione importante a cui sarà importante partecipare, per riprendere in mano le nostre vite e non delegarle a chi ci sta trascinando verso il disastro, sotto ogni punto di vista.