[Bolzano] Ancora in piazza per la Palestina, contro il massacro di Gaza e l’occupazione israeliana. Resoconto corteo 22/10

Domenica 22 ottobre un nuovo corteo solidale con il popolo palestinese ha attraversato le strade del centro storico di Bolzano. Oltre 400 gli uomini, le donne, i bambini che hanno manifestato per protestare contro uno sterminio programmato e pianificato in cui al momento sono già oltre 5000 i civili morti, fra cui almeno 1600 bambini.

Un dato che già dovrebbe fare rabbrividire ogni essere umano dotato di cuore e che spiega cosa sta accadendo nella striscia di Gaza, una delle aree più densamente popolate al mondo in cui è impossibile effettuare bombardamenti mirati. Una strage e una devastazione su vasta scala (1 casa su 2 è distrutta o danneggiata) in cui non sono risparmiati nemmeno gli ospedali pieni di pazienti e che si sta consumando con la complicità delle democrazie occidentali, Italia inclusa.

Un massacro nei confronti di una popolazione che da 17 anni vive in uno stato di assedio in un carcere a cielo aperto nei cui confronti sta venendo esercitata una brutalità ed una violenza militare che non conosce precedenti nella storia. La manifestazione è iniziata alle ore 10.30 circa dall’incrocio fra via Museo e via Cassa di Risparmio. Molti gli interventi la megafono, molte le persone che hanno voluto prendere la parola per esprimere la propria rabbia verso un crimine che si sta compiendo anche grazie a mass-media che stanno legittimando e giustificando una punizione collettiva senza precedenti, costruendo una narrazione di guerra che ha l’obiettivo di fare accettare alle opinioni pubbliche occidentali i peggiori crimini di guerra. Crimini e stragi commessi per “difendere le democrazie liberali” come scrivono tutti i giorni le penne di giornali come “Il Foglio”, “Corriere della Sera” e “Repubblica”, per non citare i giornali come “La Verità” “Libero” o “Il Giornale” che fanno esplicitamente il tifo per la strage e lo sterminio. Negli interventi si è ricordato inoltre di come, in seguito all’azione militare di Hamas ed all’onda emotiva che ne è seguita, il passato di oppressione subito dal popolo palestinese è stato rimosso, cancellato.

Ogni tentativo di comprendere la disperata condizione di un intero popolo è stato infatti bandito ed equiparato in sostanza ad un appoggio più o meno tacito al “terrorismo palestinese”. Molti opinionisti, politici e giornalisti, spesso di estrema destra, islamofobi, razzisti e con evidenti simpatie neofasciste, usano con estrema facilità l’accusa di antisemitismo per calunniare chi solidarizza con i palestinesi. Accanto alla campagna di disumanizzazione del popolo palestinese ad opera del Governo israeliano è stata portata avanti da Governi e mass-media occidentali una politica repressiva e una campagna mistificatoria, con l’obiettivo di intimidire ogni forma di solidarietà con gli oppressi palestinesi, trasformati, nel rovescio della realtà, in oppressori.

Una campagna propagandistica dai toni suprematisti che prepara il terreno nelle coscienze “democratiche” allo sterminio di un popolo che si sta consumando sotto i nostri occhi, nell’indifferenza dei più e fra gli applausi dei più accesi sostenitori degli interessi del capitalismo occidentale e delle democrazie liberali.

Un’infamia che non possiamo accettare.

Il corteo è partito determinato e rumoroso verso via Museo, fermandosi in piazza Erbe, dove nuovi interventi sono stati fatti. Non sono mancati interventi per denunciare il clima repressivo e liberticida che si è affermato in Europa  con il divieto in alcuni paesi (Francia, Germani, Regno Unito) delle manifestazioni solidali con il popolo palestinese, così come non sono mancati licenziamenti e/o dimissioni di personalità note per le proprie posizioni non allineate al potere (vedi Moni Ovadia o il vignettista del Guardian). Anche nei paesi in cui le manifestazioni sono state fatte, i giornali Mainstream hanno cercato in tutti i modi di infangare e delegittimare i contenuti di chi difende la causa degli oppressi palestinesi.

Anche nel corso della manifestazione a Bolzano non sono mancati atteggiamenti provocatori di alcuni agenti della polizia politica, con la ripresa video continua dei partecipanti alla manifestazione. Nei tempi di guerra che viviamo ciò conferma come anche le opinioni che contrastano il coro del potere e del partito unico della guerra  (e dello sterminio di un popolo) siano oggetto di attenzione e controllo poliziesco. Certamente non è una novità ma vale la pena sottolinearlo.

Il corteo è partito determinato e rumoroso, urlando “Palestina libera – Free Palestine” verso via Museo, fermandosi in piazza Erbe, dove nuovi interventi sono stati fatti. La manifestazione è proseguita poi verso piazza Walther dove tantissime persone di diverse nazionalità e religioni hanno preso la parola. E tante persone, lavoratori e lavoratrici, donne, uomini, ragazzi hanno urlato la propria rabbia e la propria vicinanza al popolo palestinese ricordando come non sia possibile mettere sullo stesso piano chi occupa militarmente un altro popolo e chi viene occupato, vessato, umiliato, segregato e sottoposto ad un regime di apartheid. 

Un corteo denso di contenuti e di emozioni, che ha dato voce ad una parte importante di città e società che non avrebbe avuto altro modo di prendersi la piazza. Tantissimi giovani e donne, italiani e stranieri, uniti da ideali comuni capaci di andare oltre i muri e le barriere che vorrebbero costruire fra sfruttati.

La manifestazione si è poi conclusa con la promessa di tornare in strada fino al momento in cui il massacro di civili, donne e bambini non smetterà.

Contro il massacro di Gaza, contro l’occupazione militare della Palestina. Contro la guerra e chi la permette. Palestina libera.

“Israele bombarda scuole e ospedali” “Smettete di fare ciò che Hitler ha fatto a voi”

Di seguito il testo del volantino che è stato distribuito durante il corteo

FERMIAMO IL MASSACRO A GAZA – FERMIAMO L’OCCUPAZIONE MILITARE

Gli oppressori e soverchiatori sono responsabili non solo del male che infliggono agli oppressi e ai soverchiati ma anche dell’odio che infondono nei loro cuori.                                                                                          Alessandro Manzoni

Se non state attenti i media vi faranno odiare gli oppressi e amare gli oppressori                                                                                                           Malcolm X

Per capire la rabbia e l’odio che ha portato i gruppi armati palestinesi a compiere l’operazione militare Diluvio Al-Aqsa, in cui non è stata fatta alcuna distinzione fra obiettivi civili e militari, sarebbe sufficiente ricordare le condizioni di vita imposte alla popolazione di Gaza sin dal 2007, sottoposta a un brutale assedio con regolari bombardamenti israeliani che nel corso degli anni hanno provocato decine di migliaia fra morti, feriti e invalidi. Bisognerebbe conoscere il sistema di apartheid costruito verso i cittadini palestinesi, gli omicidi e le torture dei militanti contro l’occupazione, le decine di migliaia di prigionieri politici, la detenzione amministrativa che consente a Israele di detenere palestinesi senza accuse e processo per anni. Bisognerebbe conoscere le provocazioni e le violenze dei coloni, la disperazione delle migliaia di abitanti di Gaza che hanno perso i propri cari durante i bombardamenti indiscriminati sulla Striscia.

L’occupazione militare continua da decenni con il sostegno politico e militare delle democrazie occidentali: solo nell’ultimo anno sono centinaia i civili palestinesi uccisi da soldati o coloni in Cisgiordania. In alcuni villaggi della Palestina i coloni – protetti dai soldati – hanno effettuato pogrom contro i palestinesi, uccidendo e bruciando le loro case, come accaduto ad Huwara. Le case palestinesi e interi villaggi vengono sistematicamente demoliti mentre vengono costruiti migliaia di alloggi per coloni ogni anno. Tutto ciò nel silenzio dei mass-media, formidabili nel manipolare e rovesciare orwellianamente la realtà e le responsabilità storiche.

La violenza di Stato israeliana e la sua strutturale oppressione ha prodotto negli anni la crescita di Hamas, organizzazione politica che si è legittimata attraverso la lotta contro l’occupazione militare israeliana e contro la l’Autorità nazionale palestinese, corrotta e senza alcuna credibilità agli occhi dei palestinesi. L’attuale governo israeliano, composto fra gli altri dai suprematisti razzisti e fascisti Ben Gvir e Smotrich, ha ignorato ogni richiesta palestinese e calpestato la dignità di un intero popolo con le quotidiane arroganti provocazioni e umiliazioni contro i fedeli musulmani, pestati a sangue dall’Esercito dentro alla Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, terzo luogo sacro per l’Islam.

Ogni giorno per anni le politiche dei governi israeliani hanno riempito di odio il cuore di milioni di palestinesi, esploso nel massacro indiscriminato in gran parte di civili. Una vendetta per le umiliazioni subite a cui ora il governo israeliano, supportato da tutti i principali giornali e partiti italiani, sta rispondendo con una punizione collettiva contro un popolo intero. Dal 7 ottobre, a causa dei bombardamenti incessanti sono già 5000 i morti e oltre mezzo milione i palestinesi gazawi sfollati, circa un centinaio gli assassinati in Cisgiordania. L’aviazione israeliana sta radendo al suolo la Striscia, senza risparmiare niente e nessuno: il bombardamento dell’ospedale Al-Ahli a Gaza, con le sue centinaia di morti, è la fotografia di un massacro sistematico contro i civili e tutto ciò che serve a sostenerli. Morti che stanno riempiendo di odio il cuore di milioni di uomini e donne di tutto il mondo, producendo conseguenze prevedibili, in una perversa spirale senza fine.

I media italiani, impegnati da un anno e mezzo a fomentare e giustificare la guerra per procura in Ucraina, stanno preparando il terreno nelle coscienze per giustificare un crimine senza precedenti verso una popolazione che da anni vive in un lager a cielo aperto, senza alcuna via di fuga e ridotta allo stremo. Una rappresaglia terrificante, una guerra totale, come ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoan Gallant: “Assedio totale alla Striscia di Gaza: niente cibo, acqua e benzina. Tutto chiuso. Combattiamo contro degli animali umani e agiamo di conseguenza”. Una disumanizzazione che è la premessa necessaria per compiere ogni sterminio senza disturbi di coscienza. All’interno dei territori occupati i coloni armati stanno assaltando i civili palestinesi e contro Gaza (2 milioni di abitanti, di cui la metà minorenne, che vivono in 360 kmq) sono riversate armi chimiche come le bombe al fosforo bianco, come già avvenuto nel 2008 durante il massacro dell’operazione Piombo Fuso.

Nella narrazione emergenziale dei media, già ampiamente collaudata in oltre un anno e mezzo di guerra fra NATO e Russia in Ucraina, il passato è cancellato e distorto, ogni opinione dissonante esclusa e denigrata, così come ogni ragionamento che permetta di trovare soluzioni diverse dalla guerra. Telegiornali e talk show parlano h24 con ospiti che ripetono la versione del potere, senza alcuna voce critica, rendendo impossibile a chi ascolta capire e anche solo immaginare una soluzione alternativa all’ennesimo massacro efferato, accettato e legittimato dai “nostri” giornalisti perchè fatto da alleati dell’Occidente.

Come ogni guerra, anche questa è accompagnata da una stretta repressiva (divieto di manifestare come in Francia, Germania e Inghilterra) e da una campagna di disinformazione e propaganda in cui ogni opinione che continua a difendere il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione, alla libertà e ad una vita dignitosa viene criminalizzata con accuse di “filoislamismo” e “filoterrorismo”. Un gioco retorico usato da oltre 20 anni per giustificare le varie guerre che gli USA e i sui alleati hanno organizzato contro Afghanistan, Iraq e Libia, devastandoli e creando intere aree geografiche in stato di guerra permanente.

Nel coro di giornalisti, opinionisti e politici che sta sdoganando ogni forma di violenza contro i palestinesi e che sta normalizzando il massacro pianificato di un popolo non dimentichiamo le responsabilità degli oppressori (lo Stato israeliano e i suoi complici). Continueremo a difendere gli oppressi, i palestinesi. A difendere chi lotta per la propria dignità. Solo con la fine dell’occupazione militare e delle sue violenze si può immaginare la pace.

Antimilitariste e antimilitaristi solidali con il popolo palestinese

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